Cerveteri Litorale

A Cerveteri in palio la poltrona che scotta

di Alberto Sava

 Le elezioni del 2022 vedranno Alessio Pascucci lasciare gli uffici di piazza Risorgimento dopo dieci anni di regno assoluto ed incontrastato, senza contare i dieci precedenti di ‘tirocinio’ a vario titolo. A fronte di tanta presenza istituzionale, lascia in eredità la Cerveteri come l’ha trovata due mandati fa. Nel corso di questi anni, Alessio Pascucci non è mai andato oltre l’Eco festival e dintorni. Si è impegnato anima e corpo nella ‘narrazione’, nello ‘story telling’, come dice la gente che piace alla gente che piace, negli aggettivi, anche e soprattutto in funzione del suo ‘dopo Cerveteri’: sindaco antifascista, sindaco arcobaleno, sindaco ecologista, sindaco ambientalista, sindaco artista, sindaco cinefilo, sindaco telegenico. Ma del sindaco che lascia una qualche eredità di visione ed opere nel tessuto della città, neanche l’ombra. Per due mandati ha tenuto ferma la sua maggioranza nelle acque basse e stagnanti dell’ordinaria amministrazione. Non è mai andato oltre la manutenzione minima della città, senza alcuna visione della gestione pubblica, dall’urbanistica alla digitalizzazione, dalla cultura, quella che va un po’ oltre e un po’ più in profondità rispetto al compiacimento autoreferenziale, alla scuola, al sociale, al tessuto economico. Nel 2012 convinse schiere di elettori che avrebbe modernizzato Cerveteri, portandola nel futuro,mentre l’ha inchiodata al passato rendendola simile alla necropoli di ieri e di oggi, una landa desolata dove nessuno trova un qualche motivo per metterci piede, a dispetto dello sconfinato patrimonio archeologico. Alla fine del suo mandato non lascerà nessuna impronta, probabilmente molta delusione, sicuramente in chi gli ha dato il voto. Forse tra un anno si tornerà alle urne liberi dagli orpelli anti-covid. Per ora la campagna elettorale per le prossima amministrative, dopo aver completato la fase di rullaggio, è decollata con distanziamenti, mascherine e meeting da remoto ancora obbligatori.   Quello che abbiamo visto finora è l’ennesima riproposizione del tutto cambia perché nulla cambi, ma il Gattopardo è lontano ‘anni-web’ dalla realtà di oggi. Dai parlamentari nazionali agli amministratori comunali, i politici hanno una credibilità molto compromessa e si scende ancora quando si tratta di ‘ras’e ‘sotto-panza’locali: questa la cornice che perimetra le riedizioni di modelli decrepiti di accesso e gestione del consenso. Nel nostro comune, in modalità da remoto, dallo scorso febbraio la campagna elettorale è iniziata con il valzer dei riposizionamenti di molti, non di tutti, consiglieri ed assessori uscenti. Scelta per la quale, a metà del prossimo autunno,sarebbero eventualmente costretti a ‘sfrattare’ il sindaco lasciando la maggioranza, quale pegno politico di chi potrebbe essere pronto a mollare Pascucci. Da inizio primavera, lungo tutto il fronte elettorale è scattata la fase degli ami lanciati dai possessori (veri o fasulli) di pacchetti di voti e dei guastatori, abili con i due codici rituali: tutti mi cercano! Facciamo un gruppo? Ed ora l’attualità. Ai microfoni di Ortica social hanno rilasciato due brevissime dichiarazioni il sindaco ed consigliere Angelo Galli. Pascucci,nel rispondere ad una domanda precisa,ha detto che non gli piacciono le investiture preventive, e che è pronto ad appoggiare il candidato, o la candidata, sindaco che sarà liberamente scelto dalla sua coalizione: poche parole con le quali ha scatenato la corsa alla sua successione, attendendo di mettere il cappello su chi sopravviverà ai duelli rusticani.  Il consigliere Angelo Galli, presidente della commissione bilancio, forse per rassicurare qualcuno della sua stessa maggioranza, ha dichiarato: “La mia figura si sposa con chi è pronto a sviluppare il seme messo a germogliare nel solco tracciato dalla coalizione uscente e con coloro che sposeranno la causa di Cerveteri”. La campagna acquisti è un altro dossier fondamentale per i marpioni con pochi voti e un po’ di fiuto. In sordina è partito il reclutamento di volti nuovi, e quindi credibili, forse, che a vario titolo, da una famiglia numerosa o un lavoro di gruppo tanto per fare un paio di esempi, possono portare un po’ di voti. Con una lista civica così parcellizzata, un ‘leader’ con qualche decina di voti conquista il seggio, e tutti gli altri a casa.Fino al prossimo turno. Non so chi ha detto che la storia è maestra, ma gli uomini non studiano.

 

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