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Il 70% degli italiani legge e ascolta, ma non capisce quello che ha letto o sentito

di Giovanni Zucconi

Non facciamo l’errore di scambiare l’ignoranza con un’appartenenza politica. Un ignorante è molto più dannoso e pericoloso di quelli che mettono in discussione le conclamate verità storiche per convenienza politica. Banalmente, anche solo per una questione di consistenza numerica.Un recente, terrificante, sondaggio, afferma che il 15,6% degli italiani non crede che sia avvenuto lo sterminio degli ebrei, e delle altre minoranze, durante la dittatura nazista e fascista in Europa. Non crede quindi all’esistenza dei campi di concentramento nazisti, o delle leggi razziali. Un numero enorme. Stiamo parlando di quasi 9.500.000 di italiani che non credono che quella tragedia sia veramente accaduta.

Troppo facile attribuire tutto questo a campagne revisionistiche conseguenti delle mutate preferenze politiche degli italiani. Ma non credo che sia veramente così. È solo il frutto dell’ignoranza. Della più grassa e gretta ignoranza. Queste persone non ignorano solo i campi di concentramento nazisti. Ignorano sicuramente anche i Gulag sovietici, o tutte le altre espressioni dei vari regimi dittatoriali che si sono succeduti nella Storia. Ignorano completamente i pericoli di un’ideologia che parla alla pancia e alle paure delle persone. Per questo li temo più. Perché non hanno gli anticorpi necessari per combattere una qualsiasi forma di dittatura o di ideologia antidemocratica. E con il loro numero ti trascinano verso di esse, senza che tu possa fare nulla. Lo insegna la Storia, è inutile sottolinearlo.

Se un italiano, non ignorante, con il cuore a sinistra ha la cattiva idea di parlare di politica con un cittadino che ha il cuore destra, non ignorante, quando il primo parla di campi di concentramento o di leggi razziali, il secondo gli oppone i Gulag, le Foibe, o altre simpatiche espressioni dei regimi comunisti, o legate alla dottrina sovietica nelle sue diverse varianti storiche. O viceversa.

Se questi due italiani non sono ignoranti, per la maggior parte dei casi si finisce con il riconoscere la realtà storica di quanto affermato dall’altro. Vero, ci sono state le leggi razziali, ma anche Stalin era un grande farabutto. O viceversa. Uno a uno. In qualche modo, si ricordano a vicenda le tragedie che può produrre un’ideologia. Anche se la propria appare sempre meno pericolosa, e più lontana nel tempo di quella dell’altro.

Stiamo parlando di tifosi, è vero. E io non sopporto i tifosi. Ma questi, per me, sono migliori degli ignoranti. È come se un tifoso della Roma elogiasse il suo Totti. Il tifoso della Lazio gli opporrebbe il suo Immobile. Ma un Laziale non negherebbe mai l’esistenza di Totti. Al contrario, un Laziale ignorante, potrebbe dire che Totti non ha mai giocato sui campi della serie A. Ma probabilmente non saprebbe nemmeno che Immobile gioca per la Lazio. In ogni caso farebbe sicuramente molti danni se disgraziatamente operasse nel mondo del calcio. Passatemi questo esempio, un po’ terra terra. Ma che trovo esplicativo.

Il sondaggio citato prima è già di per sé preoccupante, ma potrebbe essere soggetto a varie interpretazioni, magari interessate, se fosse solo un segnale isolato. Ma, purtroppo per l’Italia e gli Italiani, non è così.

Facciamo due esempi. Da diversi anni, la classifica di IPSOS Mori, un’azienda inglese di analisi e ricerca di mercato, ci vede al primo posto come paese più ignorante d’Europa. E ben al dodicesimo posto nel mondo. Un successone… Cosa intende IPOS Mori per “ignoranza”? Non parla di cultura generale, ma della capacità di percepire correttamente la realtà. Di dare il giusto peso alle cose, o la giusta misura a certi fenomeni. È indubbio, che la nostra posizione in questa classifica è più che imbarazzante.

Ma è nulla rispetto alla ricerca internazionale “Piaac – Programme for the International Assessment of Adult Competencies”, pubblicata un paio di anni fa, in qualche modo strettamente legata al sondaggio di IPOS Mori, che affermava che il 70% degli italiani legge e ascolta, ma non capisce quello che ha letto o sentito. Sono incapaci cioè di ricostruire o spiegare quello che hanno appena letto o ascoltato. Sono cioè degli “analfabeti funzionali”. Non hanno la capacità di comprendere la complessità della realtà che li circonda. E, purtroppo, spesso non se ne rendono nemmeno conto.

Ma torniamo al tema di questo articolo. Inutile cercare di dare dignità ad un fenomeno assegnandole connotazioni politiche Gli italiani, per una percentuale drammatica, è ignorante e incapace di comprendere la realtà che lo circonda.

Ho già scritto, quando uscì questa ricerca, che questo era il problema dei problemi per l’Italia. Una tragedia dalla quale dovevamo uscire il prima possibile. Il 70% è un dato più che drammatico. Ma non mi sembra che qualcuno si sia scandalizzato più di tanto, o che abbia sostenuto l’urgente necessità di correre ai ripari. Ce ne siamo velocemente dimenticati. O forse non l’abbiamo semplicemente capita. Abbiamo continuato ad informarci solo su Facebook. Correndo dietro agli “esperti” e ai “tuttologi” di turno. Credendo a mio cugino, che ha capito tutto su ogni argomento dello scibile umano. Anche il più tecnico. E così le librerie e le edicole continuano a chiudere. E non solo perché cambiano i supporti di lettura.

Ma dimenticavo… Per preoccuparci avremmo dovuto prima capire.

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