Nemmeno il tempo di commentare il 27° turno del Girone A di Eccellenza e già mercoledì Aranova ed Atletico Vescovio tornano in campo per recuperare la gara saltata per Covid. Un match fondamentale per l’Aranova, reduce dalla burrascosa vittoria per 2-3 sul campo del Parioli, partita che avrà pesanti ripercussioni in sede di giustizia sportiva essendo stata sospesa dall’arbitro a dieci minuti dalla fine.

Il tecnico Stefano Scaricamazza
Analizzando le gare della domenica appare evidente che alcuni giochi siano ormai praticamente fatti per i primi due posti in classifica, mentre per la salvezza diretta e la griglia degli spareggi probabilmente dovremo attendere l’ultima giornata. In vetta il Pomezia è stato fermato dal Covid, deve recuperare la gara in casa dell’Astrea, il traguardo del primo posto è sempre più vicino anche se i giocatori del mister Stefano Scaricamazza non possono distrarsi, la W3 Maccarese è arrivata a due punti, viaggia sull’entusiasmo di sei vittorie di fila. Il calendario del Pomezia non appare difficile dovendo affrontare Boreale, Fiumicino e nell’ultimo turno un Civitavecchia ormai senza più obiettivi di classifica. Il filotto di 4 vittorie è alla portata di Teti e compagni, onestamente meritevoli di vincere il campionato ed andare a giocare i play off promozione con Tivoli e la prima del Girone C di Eccellenza. A Pomezia però vedono nello specchietto retrovisore la sagoma della W3 Maccarese che si è impossessata del secondo posto solitario dopo una lunga rincorsa ai danni della Cimini. Lo scontro diretto di Vignanello ha emesso un verdetto inappellabile, la W3 Maccarese ha rifilato tre goal ed una lezione di gioco ad un’avversaria ormai in palese declino, i bianconeri sono il club più in forma del momento, legittimamente sognano di lottare anche per la prima posizione nel caso il Pomezia non ottenesse un poker di vittorie. Anche il calendario della W3 non sembra impossibile, domenica ospiterà il Cerveteri, farà visita all’Astrea e chiuderà il torneo in casa con la Boreale. Dovesse confermarsi seconda, la compagine del vice presidente Andrea Persi avrebbe comunque ottenuto un risultato eccezionale con la prospettiva di giocare i play off per la promozione in Serie D.

Il mister Ledesma
(foto dal profilo della Favl)
Discorso a parte per la Cimini. Il tracollo di risultato, gioco e tattica contro la W3 Maccarese è la fotografia nitida di un suicidio sportivo totale, la resa incondizionata di una squadra che mai aveva subito tre goal durante il campionato. I numeri raccontano freddamente l’anatomia dell’assurdo harakiri del club giallonero, per 23 partite secondo in classifica, distante 3 punti dal Pomezia e con lo scontro diretto da giocare tra le mura amiche. Poi c’è stato il cambio alla guida tecnica, qualcuno ha deciso di nascondersi dietro la foglia di fico di un allenatore come Cristian Ledesma, ex grande giocatore della Lazio, fautore del modulo 4-3-3 e di uno schema lontano anni luce dal modo con cui la Cimini aveva giocato per sette mesi. Ottenendo lusinghieri risultati ed una semifinale di Coppa Italia persa a 15 secondi dal fischio finale contro quel Civitavecchia che poi ha alzato il trofeo. In meno di un mese la decisione dei dirigenti della Cimini si è rivelata scellerata come Ortica Social aveva scritto, e non per esclusiva amicizia nei confronti del mister Marco Scorsini, bensì effettuando un semplice ragionamento di buon senso. In quattro partite la W3 Maccarese ha prima rimontato sette punti alla Cimini e poi l’ha sorpassata, asfaltandola nello scontro diretto di domenica scorsa. Il cambio tecnico non ha dato la scossa sbandierata dai dirigenti, bensì ha gettato nella confusione lo spogliatoio che ha perso tutte le certezze tattiche e soprattutto psicologiche. Anche dall’esterno si era compreso che la Cimini era un meccanismo dove tattica ed equilibrio psicologico viaggiavano a braccetto, dove l’allenatore spesso dove vestire i panni del mental coach, dove questo perfetto cocktail aveva permesso a Vittorini e compagni di perdere una partita in sette mesi e di essere sempre con il fiato sul collo alla capolista. Il suicidio sportivo voluto dalla dirigenza è stato totale, la Cimini in quattro gare avrà tirato due volte seriamente nello specchio della porta avversaria, la parabola discendente è diventata irreversibile. A Ladispoli la Cimini ha pareggiato contro un avversario ridotto in dieci, nello scontro diretto contro un Pomezia decimato dalle assenze non ha mai tirato in porta, sul campo del quasi retrocesso Atletico Vescovio ha rischiato di farsi rimontare i due goal nel finale, la gara contro la W3 Maccarese è stata l’apice del disastro tattico. Andate a rivedere la sintesi delle tre reti ospiti, la prima sembra un’azione da calcio a 5 con tutti passaggi di fila, le altre due la fotografia di come non si può applicare il 3-5-2 se non lo si conosce e ci si fa infilare in contropiede come la lama nel burro. Fanno sorridere alcuni commenti alla partita che raccontano di calci di rigore non concessi, di grande cuore, di coraggio, parlando di una squadra che da 4 partite non tira mai in porta. La matematica ovviamente non condanna la Cimini che dovrà trovare un modo di svegliarsi dalla catalessi in cui è caduta col cambio tecnico già domenica prossima ad Aranova quando troverà un’avversaria con gli occhi della tigre che intravede addirittura la salvezza diretta. E poi affrontare Ottavia in casa e Parioli fuori per chiudere almeno dignitosamente la stagione. Ci auguriamo che la dirigenza giallonera formuli delle serie riflessioni e si assuma la responsabilità di aver vanificato quanto di buono era stato realizzato per 23 giornate dalla squadra che, oltretutto, in meno di tre settimane ha perso due record che aveva vantato per tutto il campionato. La Cimini non ha più il miglior attacco, ora del Civitavecchia con 56 reti, e nemmeno più la difesa meno perforata, ora del Pomezia con 21 goal subiti. Complimenti davvero!

Lascia un commento