di Ugo Russo
E’ una frase adoperata soprattutto in quella fascia di terra italica che va dall’Umbria alla Toscana, ma ormai hanno imparato a dirla in molte altre Regioni della nostra Penisola, specie al Nord. Tanta roba, come a voler dire: è una cosa straordinaria, eccezionale.
E giocando con il nome della squadra dell’Atalanta siamo riusciti a tirar fuori queste due significative parole per tentare di spiegare, ma ancora per i tifosi nerazzurri resta un incredibile sogno, come la compagine bergamasca sia riuscita a centrare, per la prima volta nella sua storia, gli ottavi di finale della coppa europea più importante, quella dalle grandi orecchie, la Champions League cui neppure l’Inter, formazione che ha giocato l’ultimo turno contro il Barcellona da prima in classifica in Italia, é riuscita a centrare. Così, assieme a Juventus e Napoli è passata tra le prime sedici in Europa la piccola-grande Atalanta.
Erano quasi dieci anni, dall’edizione 1991-92, che non piazzavamo tre squadre indigene così in alto. Un modo di giocare che entusiasma, quello degli orobici, giocatori scelti appositamente da un grandissimo tecnico e sana gestione con costi notevolmente ridotti rispetto ai team più titolati. Ed allora ecco, deve uscire fuori il Russo, ma non dormo che deve andare a sfruculiare tutti quegli imbecilli che si erano da subito schierati contro la partecipazione della Dea a una manifestazione così importante. “Gli uomini che mette in campo –dicevano alcuni- possono forse andar bene nel nostro campionato, ma quando si andranno a cimentare contro le corazzate continentali non avranno scampo”. Dimenticando, gli ignoranti, che non é più il calcio di Di Stefano, Puskas, Eusebio, Pelè, Rivera, Beckenbauer, Maradona, Platini, Sivori e mille altri fenomeni di allora, ma oggi, messa da parte la tecnica, tutto si basa sulla preparazione atletica, sul dinamismo, sulla corsa, sulla vigoria fisica. Poi, come nel caso dei nerazzurri di Bergamo, se ci mettete pure un amalgama ben mischiato come intesa e posizioni in campo tutto diventa possibile.
A maggior ragione si sono acuite le critiche dopo le prime tre partite perse dal Papu Gomez e compagni, così su diverse bocche sono affiorate parole lapidarie e senza speranze: “Speriamo che ne possano almeno pareggiare una per salvare l’onore”. E’ arrivata addirittura la qualificazione, a tutto merito di chi si é impegnato e ci ha creduto fino alla fine della fase a gironi. Ed ora vedremo cosa potrà accadere. Quegli stessi che hanno criticato la Dea ora professano lezioni di sapienza calcistica: “Chissà –dicono- che non possa diventare l’Ajax dello scorso anno”. Invece di tacere e sparire da stadi e luoghi dove si parla di pallone si sentono autorizzati a dire la loro come fosse cosa importante…
Tornando all’Atalanta, lasciate perdere che ieri é venuta una sconfitta in campionato, a Bologna, piena, tra l’altro, di rimpianti per le tante assenze e per i molti gol falliti incredibilmente sotto la porta felsinea; l’undici orobico rappresenta, lo ribadiamo, una delle rarissime realtà del calcio italiano ed il tecnico Gasperini ha dimostrato di essere ormai da tempo la persona giusta al posto giusto. Nulla sembra essere precluso ai bergamaschi che non hanno finito completamente di stupirci.

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