di Arnaldo Gioacchini *
Forse, ma non è detto, la splendida ed estremamente gratificante notizia culturale che la Galleria degli Uffizi di Firenze è il migliore museo italiano al mondo, può aver colto di sorpresa gli specifici non “addetti ai lavori” magari seppur operanti nel settore, anche se poi non ha suscitato il benché minimo scalpore in coloro i quali (compreso lo scrivente) si occupano di Cultura da vari decenni e frequentano il bellissimo Museo fiorentino, almeno, minimo, due volte l’anno, da moltissimi lustri (come è noto un “lustro” comprende un lasso di tempo di cinque anni – ndr) e ne hanno vissuto la splendida evoluzione in positivo addirittura da fin prima della terribile alluvione che colpì Firenze il 4 novembre 1966 fino a giungere ai nostri giorni. Andando, giornalisticamente parlando, alla recente notizia succitata che la Cosa è scaturita dal verdetto degli World Art Awards 2023 il sito internazionale statunitense American Art Awards che premia, annualmente, le più belle Gallerie di tutto il pianeta e gli Uffizi è entrata, a pienissimo titolo, nella top 20 di tutto il mondo. Con solo un “pizzico”di amor di patria chi scrive, sia come giornalista specializzato che come amante profondo dell’Arte, ritiene che gli Uffizi potrebbero aspirare addirittura al podio se non addirittura ad essere la “medaglia d’oro” di questo meraviglioso Settore della Cultura che appartiene, in toto, alla Scienza Umana. Perché anche di ciò si tratta ed indubbiamente, in questa indiscutibile accelerazione, dei grandi meriti sono ascrivibili a quello che è stato il suo bravissimo Direttore, il tedesco, il quale ha anche la nazionalità italiana, professor Eike Schmidt, che si è speso tantissimo per far rifulgere sempre più il meraviglioso gioiello rappresentato dagli Uffizi, ed in questo senso (considerato che le chiacchiere stanno a zero) basta citare un solo esempio, di altissimo valore artistico e culturale, che è quello della riunione, per la prima volta, in una unica Sala, dei tre grandi capolavori pittorici di Leonardo di proprietà della Galleria (i tre grandi capolavori sono: L’Adorazione dei Magi – quadro uscito da un minuziosissimo restauro durato ben cinque anni -, l’Annunciazione e il Battesimo di Cristo). Ma qui vale proprio la pena, perché se la merita in maniera assoluta, di lasciare in proposito quella che è stata la parola al Prof. Schmidt il quale, con legittimo orgoglio, ha dichiarato: “Le pareti della Sala sono caratterizzate da una tonalità di grigio molto morbida, quasi perlacea, per esaltare “la pienezza delle forme così tipica dello stile di Leonardo”. aggiunge sempre Schmidt: “La Sala è praticamente “dirimpettaia” di un altro nuovo scrigno di tesori assoluti della Galleria, recentemente creato: la Stanza che accoglie insieme, ponendoli in artistico dialogo, il Tondo Doni di Michelangelo con capolavori di Raffaello Sanzio, tra i quali la Madonna del Cardellino” Su questo nuovo allestimento ebbe ad intervenire, con la sua consueta chiarezza, il direttore degli Uffizi prof. Schmidt dicendo: “Non è solo studiato per permettere un tipo di visita lenta, meditata, in cui il visitatore può confrontare le opere e capire l’evoluzione stilistica di Leonardo giovane, ma rende anche giustizia alla Storia dell’Arte, collocando le opere dell’artista immediatamente dopo le Sale dedicate al Quattrocento fiorentino”. Ad esempio, ma solo ad esempio, va ricordato come nel Battesimo di Cristo, eseguito da Leonardo durante l’apprendistato dal Verrocchio, il Genio scelse di dipingere ad olio per meglio ottenere i suoi, poi famosissimi e stupendi, toni sfumati, mentre tutti gli altri “pingevano” solo a tempera. Nell’ Annunciazione le stupende ali dell’angelo fanno ben intravedere come esse siano ispirate dal vero a seguito dello studio effettuato su quelle degli uccelli, per non parlare poi dell’ombra della creatura angelica che proiettata sul prato fiorito ne fa quasi un Essere realisticamente tangibile. L’incompiuta Adorazione dei Magi invece è la ennesima prova visibile delle varie sperimentazioni leonardesche in tema di pittura con tutta la sua genialissima inventiva messa poi in atto in altri capolavori quali: La Vergine delle Rocce, il San Girolamo e la Battaglia di Anghiari. Che il prof. Schmidt sia stata la Persona giusta al posto giusto è anche vaticinato da due piccoli dettagli, che però la dicono lunga, sia dal punto di vista culturale che anche da quello sociale. Il primo, quello culturale, riguarda il fatto che l’Uomo poteva dirigere i Musei di Vienna ( la quale, come è noto, non è un luogo qualsiasi) ma che rinunciò rimanendo agli Uffizi, il secondo di natura sociale (che “colpì” molto, in positivo, chi di dovere, come mi fu detto dagli stessi interessati – ndr) è stato quello che alla mezzanotte, del primo Capodanno che visse da Direttore degli Uffizi, Eike Schmidt si presentò agli operatori in servizio con tanto di panettone e spumante in mano. Fra l’altro va detto che, solo con le opere presenti nei magazeni degli Uffizi, vari Paesi al mondo potrebbero fregiarsi di ottimi musei. Tornando all’incipit del World Art Awards ed alla motivazione che riguarda gli Uffizi eccola citata: “Per noi è il più importante museo italiano, il più visitato, il più grande e il più conosciuto al mondo. Vi sono esposte una collezione di opere inestimabili, in particolare del periodo del Rinascimento italiano. Giotto, Simone Martini, Piero della Francesca, Beato Angelico, Filippo Lippi, Botticelli, Mantegna, Correggio, Leonardo, Raffaello, Michelangelo ,Caravaggio, nonché capolavori della pittura europea, soprattutto tedesca,olandese e fiamminga”. Ma non è finita qui in quanto gli Uffizi hanno continuano a promuovere, all’interno della terza edizione di “Terre degli Uffizi” varie mostre per tutto il 2023, esattamente in numero di sei in vari ed importanti comuni toscani al fine di valorizzarne il patrimonio artistico: Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Scarperia e San Piero, Anghiari, Grosseto e San Giovanni Valdarno. “Terre degli Uffizi” ha già ottenuto, mobilitando i musei periferici, un aumento dei visitatori del 37% rispetto agli stessi periodi dell’anno precedente, trattasi di un incremento di tutto rispetto che va ad onore della prestigiosa Galleria fiorentina grazie alle sue, più che intelligenti e diffuse, iniziative culturali. A chiosa del tutto va anche detto ( ed è forse il caso di ricordarselo più spesso) che nel nostro Paese il mix turismo/cultura, fatturati alla mano, è per l’Italia la prima industria in assoluto. Punto.
*Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale
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