Pochi sanno che Papa Francesco aveva una particolare passione per i dipinti di Caravaggio. Un amore nato ai tempi in cui il cardinale Bergoglio veniva a Roma e risiedeva nella Casa Internazionale del Clero a via della Scrofa. In un’intervista di dodici anni fa, concessa al periodico “Civiltà Cattolica”, il Santo Padre raccontava di essersi recato spesso nella chiesa di San Luigi dei Francesi, soffermandosi a pregare proprio nella Cappella Contarelli che ospita tre meravigliosi capolavori di Caravaggio. Il Pontefice raccontava di essere estasiato davanti ai dipinti “San Matteo e l’angelo”, “Il Martirio di San Matteo e “La Vocazione di San Matteo”. A distanza di anni le sue parole, rilasciate durante l’intervista, ci regalano un Papa appassionato della pittura, ammirato dall’arte di Caravaggio, spesso in simbiosi con le opere che andava a guardare quasi ogni giorno.
«In pittura – dice Papa Francesco – ammiro Caravaggio, le sue tele mi parlano. Ho sempre abitato in via della Scrofa. Visitavo spesso la vicina chiesa di San Luigi dei Francesi, andavo a contemplare il quadro della vocazione di san Matteo di Caravaggio. Quel dito di Gesù così, verso Matteo. Così sono io. Così mi sento. Come Matteo. È il gesto di Matteo che mi colpisce, afferra i suoi soldi, come a dire no, non me! No, questi soldi sono miei. Ecco, questo sono io, un peccatore al quale il Signore ha rivolto i suoi occhi. E questo è quel che ho detto quando mi hanno chiesto se accettavo la mia elezione a Pontefice».
Questo era Papa Francesco, appassionato dell’arte, capace di cogliere nei dipinti di Caravaggio anche quei messaggi sfuggiti alla grande massa.
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