Lo spunto e la motivazione per questo scritto mi vengono dalla splendida giornata vissuta insieme ad altre trenta persone ( mi sembra, però, che fossero anche di più ).Sotto la guida esperta ed accorta di Nadia e Piera dell’associazione Camminatori ed escursionisti romani abbiamo raggiunto a piedi,partendo dalla stazione ferroviaria di Ladispoli,i resti della villa marittima del I secolo a.C. attribuita a Gneo Pompeo. A dare quel tocco in più alla giornata ci hanno pensato il sole di una primavera avanzata anche se un po’ velato da nuvole capricciose e l’allegra festosità delle vivaci strade di Ladispoli. I partecipanti all’escursione hanno attraversato la città rivierasca cogliendone bellezze, ma anche alcune contraddizioni- E’ città di mare, Ladispoli, con vocazione turistica, balneare, che ha conosciuto già da alcuni decenni una vera e propria espansione di nuovi residenti e di nuove costruzioni. La vicinanza a Roma, il clima gradevole, già apprezzato nell’antichità classica, i soddisfacenti collegamenti stradali e ferroviari, ne hanno fatto una meta, si può dire, in tutte le stagioni. Da qualche tempo vi stata una scoperta di Ladispoli e del suo territorio da parte di un settore turistico che oserei definire alternativo perché privilegia gli spostamenti a piedi e la ricerca di luoghi dove l’ambiente naturale non abbia subito (troppe) devastazioni. A pensarci bene gli odierni escursionisti sono i continuatori di altri visitatori illustri, che si erano spinti in queste che una volta erano plaghe inospitali infestate dalla malaria; per tutti cito ser D. H. Lawrence e George Dennis. Non mi piace definire l’escursionismo come uno sport, né mi sembra giusto ridurlo a semplice appannaggio dei salutisti e atleti della domenica. L’escursionismo è uno stile di vita, un’ alternativa alla sedentarietà della vita moderna, è un fare attività fisica all’aria aperta. L’escursionismo (lo chiamano anche trekking) è un po’ il ritorno alle abitudini dei nostri nonni, che si spostavano a piedi in un’Italia dove spesso i paesi erano congiunti tra loro da semplici sentieri o mulattiere sottoponendosi talvolta a disagi non indifferenti come inclemenze del clima, boschi impetrabili, fiumi vorticosi. C’è però una differenza con i tempi di allora : oggi ci si muove nella natura (o nell’ambiente) solo per divertimento. Non per necessità. E torniamo all’oggetto di questo scritto, ponendo una domanda, invero un po’ retorica.Perché gli escursionisti amano (o dovrebbero prediligere) Ladispoli? Tento di dare una risposta variamente articolata. Quello di Ladispoli è molto più di un tradizionale lungomare tra caseggiati , stabilimenti balneari e ristoranti perché ti permette di camminare a lungo e scoprire ambienti tra loro diversi dalle spiagge, ai boschi litoranei ai residui dunali. Deve essere precisato che l’abitato di questa città è compreso tra due aree protette , veri polmoni di verde e di biodiversità A nord abbiamo l’oasi, Monumento Naturale di Torre Flavia, una zona umida di particolare interesse A sud il bosco di Palo e le aree a questo adiacenti. A sud, volendo e senza troppo impegno,i camminatori possono raggiungere da Ladispoli non solo il bosco di Palo, ma, poi proseguendo, anche Passoscuro e Maccarese e Fregene nel cuore della Riserva Statale Nord. C’è poi una variante direttamente lungo il mare., tra spiaggette e piccole falesie, fin sotto il turrito maniero degli Orsini -Odescalchi. Ma poi anche l’abitato di Ladispoli presenta punti ed occasioni di interesse, come ad esempio le residue ville liberty, segno tangibile di questa ,concepita città nei primordi come garden city. Inoltre si può ammirare ,nel cuore della città. il criptoportico di una costruzione del periodo classico del I secolo d.C. chiamata localmente “la Grottaccia”. Non dimentichiamo a Ladispoli sono stati ambientati numerosi films e che qui era di casa un regista dalla statura di Rossellini. Tutto bene allora? Qualche nota critica va messa in evidenza. Non entro nel dibattito dell’urbanistica, che esula dall’oggetto del mio scritto; certamente l’intensa attività edificatoria non è a favore di chi viene a Ladispoli per fuggire dai condizionamenti metropolitani. Purtroppo in direzione nord, per raggiungere l’oasi di Torre Flavia ,la viabilità deve essere migliorata perché attualmente l’ultimo tratto di via Roma e la contigua via di Fontana Morella presenta tratti di pericolosità. Si potrebbe con un’accorta politica di sentieri (tutta in divenire) raggiungere tutte le aree archeologiche e monumentali che a Ladispoli sono situate anche fuori della cinta urbana. Per esempio il Ponte dell’ Incastro struttura di epoca romana, che scavalcava il fosso Vaccina oggi non è visitabile perché circondato da un’ intensa vegetazione ripariale. E che dire del castellaccio di Monteroni, un formidabile casale fortificato del XIV secolo attualmente in fase di manutenzione, che oggi può essere raggiunto solo in macchina? Insomma Ladispoli val bene una visita (ed anche due) e non solo in estate per il suo mare e per la sua gastronomia mediterranea… Ma mi raccomando visitatela a piedi.
Silvio Vitone

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