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Come conobbi l’ottimo Lucio Battisti

Lucio Dalla, nato il 4 marzo 1943 in quel di Bologna, lo ho apprezzavo moltissimo sia come cantante, che come cantautore e musicista,  avendo assistito anche ad alcuni suoi concerti, sopratutto agli “albori” della sua carriera, ciò pur non avendo avuto la fortuna e l’occasione di conoscerlo direttamente  di persona, cosa invece che avvenne, e molto bene, con Lucio Battisti, nato invece il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone un piccolo paese in provincia di Rieti. Ecco come andarono i fatti:  Era l’inizio degli anni ’80 ed io seguivo, come giornalista esperto di vela, per il Corriere Laziale, all’epoca diretto dal suo fondatore Eraclite Corbi, i Campionati Invernali della Quarta Zona Velica che si svolgevano nel mare antistante Fiumicino ove i pochissimi giornalisti e cameramen che non soffrivano il mal di mare (totalmente tre me compreso), potevano, se volevano, seguire le regate a bordo di una delle pilotine dei Piloti del Porto di Fiumicino. Fra l’altro, sempre sul Corriere Laziale, avevo anche una mia rubrica fissa dal titolo “Il Triangolo della Nautica”, un titolo che mi era venuto in mente pensando al “triangolo di regata”. Erano gli anni (1983) in cui l’Italia, grazie a Gianni Agnelli, partecipò, per la prima volta, alla Coppa America con la barca a vela Azzurra, la quale, da modesto velista quale ero, non mancai comunque di andarmela a vedere esposta ( che comunque, disalberata ed in secco, non mi fece una grande impressione) all’ingresso dentro il Salone Nautico di Genova. Tornando ai Campionati Invernali della Quarta Zona Velica le regate, alle quali partecipavano sempre oltre cento imbarcazioni a vela divise per classi, va subito detto che essi erano molto ben organizzati, con grande professionalità, dal CVF (Circolo Velico Fiumicino) il quale, all’epoca, aveva come presidente il comandante Capozzi che era anche il Capo dei Piloti del Porto di Fiumicino e come segretario Franco Quadrana il quale, al contrario di Capozzi (che dei Campionati era sempre “l’osservatore principe” a bordo di una pilotina), partecipava anche alle gare  come regatante. Le regate si svolgevano ogni quindici giorni ed al termine di esse veniva stilata la graduatoria, in tempo compensato, a secondo della classe di appartenenza delle varie imbarcazioni. Il risultato di giornata veniva elaborato tramite un computer “baule” (come erano tutti i computer dell’epoca) il quale era di proprietà della famiglia Corradini (che ogni volta lo tirava fuori dal portabagagli della macchina) la quale, fra l’altro, regatava, molto bene, in Prima Classe. L’attesa della graduatoria durava sempre intorno alle due ore ed avveniva, sistematicamente, all’interno della torre sede dei piloti del Porto di Fiumicino. In una di quelle occasioni chiesi a Quadrana notizie a proposito di un regatante il quale non era, per me, uno dei “soliti noti” velisti ma che, comunque, mi sembrava, visivamente, di aver già conosciuto. La risposta che mi dette, sorridendo, Franco Quadrana fu: “Certo che ti pare di averlo già conosciuto lo avrai sicuramente già veduto ed ascoltato in televisione trattandosi di Lucio Battisti”. Con il bravissimo cantautore parlai molto spesso ed a lungo durante tutto l’inverno sempre in attesa dell’elaborazione dei risultati, ma mai di canzoni e cantanti e tantomeno mai gli chiesi perché aveva smesso di cantare, mentre invece gli argomenti che condividemmo vertevano, con passione ed attenzione reciproca, sulle condizioni meteo marine, sulle difficoltà del campo di regata con le sue correnti incrociate, sulla sua barca a vela che aveva chiamato Tza Tzai (che regatava in Classe Crociera A ed il cui nome Battisti lo aveva preso da una sorta di verdura cinese) e sulle metamorfosi in atto delle attrezzature veliche ed in particolare sulle nuove vele che erano in progress. Una domenica nella quale su la regata aveva infuriato un grande e pesante fortunale, talmente tale da far ritirare circa la metà dei partecipanti, i quali avevano rischiato addirittura il naufragio tanto la tempesta era stata forte, chiesi a Lucio Battisti, al quale feci i miei complimenti visto che comunque l‘aveva terminata riuscendo pure ad issare la “tormentina”, come mai si stava impegnando con il suo equipaggio in quei difficili ed a volte, come in quell’occasione, rischiosi Campionati Invernali. La risposta che ne ebbi mi confermò l’intelligenza ed il profondo senso di responsabilità che aveva il Personaggio, in quanto mi disse che l’estate precedente, mentre era con Tza Tzai alla fonda fra le isole greche, era stato improvvisamente investito dal meltemi un vento molto forte ed improvviso (che agita subito, di brutto, il mare) il quale ha origine a causa all’incontro tra l’alta pressione estiva del Mediterraneo occidentale e quella bassa tipica del Mediterraneo orientale; meltemi il quale non gli consentì di issare neppure un briciolo di velatura e che solo a motore, con grande fatica e molto spavento da parte di tutti, era riuscito a ridossarsi tirando un notevolissimo sospiro di sollievo per cui, a seguito di ciò, si era iscritto ai Campionati Invernali al fine di fare esperienza e di ben rodarsi in condizioni meteo marine difficili se non proprio avverse. Debbo dire che con Lucio Battisti fu sempre un gran bel dialogare, anche perché non mancavano mai gli argomenti di giornata e con me parlava (lui che era piuttosto riservato con tutti) sempre molto volentieri non tanto perché ero un giornalista ma perché pure io ero  un velista e da derivista  il mio contatto con il mare era, quasi sempre, molto “fisico” con tutta una serie di sensazioni dirette con il salato elemento liquido che Lucio apprezzava molto. Debbo dire che, dopo questi lunghi colloqui con Battisti,  me ne tornavo sempre volentieri a casa a scrivere, sulla mia Lettera 22, il “pezzo” che poi mettevo in una busta intestata al Corriere Laziale recandolo successivamente al bar della stazione della Roma Lido ad Ostiense dove poi passavano regolarmente a ritirarlo senza nessun problema visto che doveva uscire di martedì. A  proposito della bravura velica di Lucio Battisti va detto di come, con la sua Tza Tzai, alla fine di quel  Campionato Invernale, arrivò terzo in graduatoria nella Classe Crociera A, ritirando poi  un gran bel premio in occasione delle premiazioni dei regatanti svoltesi presso il ristorante “La Perla” di Fiumicino in una bella ed affollata serata conviviale riempita dai velisti, dai loro parenti e dai loro amici, tutto ciò in un tripudio di applausi vista la sincera simpatia di tutti che si era guadagnata durante l’inverno. Lucio, come ho detto nell’incipit, era nato il 5 marzo 1943 a Poggio Bustone un piccolo paese collinare (non lontano dal Monte Terminillo), di meno di 2.000 abitanti, posto in provincia di Rieti, mentre, purtroppo, ci lasciò, già nel 1998, in quel di Milano, non certo vicino all’amato mare che tanto gli piaceva da percorrerlo, più che volentieri, in lungo ed in largo, timonando  la sua Tza Tzai.

                                                           Arnaldo Gioacchini

 

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