Lago Litorale Scuola

L’istituto Vian di Bracciano continua a far crescere gli studenti con un profondo senso critico e la consapevolezza delle proprie emozioni

di Anna Onelli 

Dopo il recente incontro con Giovanni Impastato, fratello del giornalista Peppino Impastato, ucciso per aver sfidato le regole della mafia, la dirigente L. Lolli si è espressa così: “Sono onorata di dirigere due scuole che vogliono crescere, che sanno condividere e che si fregiano di avere ragazzi unici. Il mio lavoro è stato oggi ripagato dai loro sorrisi, dal loro impegno, dal silenzio e dal rispetto con cui hanno ascoltato il racconto di Giovanni Impastato”. All’incontro erano presenti oltre agli studenti del Liceo Vian, anche quelli del Liceo Pertini di Ladispoli e dell’Istituto Superiore di Bassano, ma anche genitori, docenti, autorità civili e militari. È stato un incontro all’insegna della testimonianza e della legalità. L’ Istituto  I. Vian rivendica la centralità della sua azione educativa e lo fa in diverse forme, anche utilizzando con successo il teatro, per mettere in scena emozioni e pensieri, riflessioni su quanto alberga nell’animo umano.

 

Infatti, hanno riscosso lunghi applausi i giovani liceali che nel tardo pomeriggio del 25 ottobre, nell’Aula Magna del Liceo Vian, sono andati in scena con lo spettacolo teatrale “SOGNO DI UNA NOTTE DI…QUASI INVERNO”. Sotto la regia di Sabina Micaglio, formatasi come attrice all’Accademia Nazionale di Arte Drammatica, gli allievi hanno dato vita a uno spettacolo che ha richiesto la preparazione su temi diversi: prima ha incentrato l’attenzione sulla voce, sul movimento, sull’improvvisazione; poi ha scelto tra i testi classici di riferirsi alle opere di Shakespeare che utilizzò un linguaggio nuovo, ricco di aforismi, di figure retoriche, di monologhi e dialoghi; quindi, gli allievi sono intervenuti con una scrittura teatrale che facesse da cornice alle scene shakesperiane, scritte dall’autore con un linguaggio semplice ma elegante, contenente vocaboli e sintassi certamente moderni rispetto ai suoi tempi. Infine gli allievi sono andati in scena.

Hanno calcato il palco dopo aver lavorato sulle opere originali, riscrivendo un percorso che attualizza le storie e le loro emozioni attraverso un immaginario viaggio che si compie partendo dal buio dell’inconscio per procedere verso la luce. In questo modo, i giovani interpreti, hanno preso coscienza di aspetti che attanagliano da sempre l’animo umano: il pensiero della vita e della morte, dell’ambizione e dell’odio, del bene e del male, della violenza e del coraggio. Il potere evocativo dello spettacolo ha promosso nei giovani la riflessione e il confronto su temi di estrema attualità, anche legati alla prevaricazione e alla violenza di genere sulle ragazze. Gli interpreti, con un linguaggio chiaro e potente, una voce nitida e  una disinvoltura da attori consumati, non hanno avuto alcun tentennamento: hanno liberato le proprie emozioni, comunicato sentimenti e stati d’animo suscitando in noi spettatori un’ampia gamma di emozioni unita alla consapevolezza che la regista, Sabina Micaglio, è riuscita ad accendere in loro una passione con cui   evocare significati profondi e suggestivi, attraverso simboli, metafore, o immagini oniriche riferiti al mondo dei sogni e della fantasia. In Romeo e Giulietta i giovani hanno ritrovato l’amore romantico e assoluto tipico della loro età adolescenziale, ma anche il valore dell’amicizia che sa distinguere tra l’amico portatore di sogni e quello portatore di concretezza.  

Sono venuti a contatto con il tema del male e dell’oscurità, interpretando le tre streghe che in “Macbeth” rappresentano quelle forze maligne che lavorano dentro di lui, contro di lui, ma che potrebbero influenzare chiunque.  Qui si apre una riflessione: gli eventi che coinvolgono Macbeth sono predeterminati o è lui il padrone del proprio destino? Con Apollo e Dafne, affiora il tema dell’amore tossico, dell’amore impossibile e dell’estremo sacrificio poiché la timida ninfa Dafne, inseguita da Apollo innamorato, per non soggiacere al suo amore, per non essere presa, con l’aiuto di una dea, si trasforma in una pianta di alloro. Dalla commedia brillante “Molto rumore per nulla” è emersa la negatività delle “dicerie” che, passando di bocca in bocca, creano grandi e inutili drammi in cui si mescolano intrecci sentimentali, manipolazione affettiva, tradimento e pentimento. Una domanda esistenziale compare nel soliloquio del principe Amleto «Essere, o non essere, questo è il dilemma» È il dubbio amletico: meglio vivere soffrendo o ribellarsi alla sorte rischiando di morire? Meglio subire il dolore o affrontare il destino?

Auguriamoci che in ogni scuola si faccia teatro perché è una forma di Arte che facilita l’introspezione, sviluppa empatia e favorisce il dialogo; rafforza nei giovani la collaborazione, il rispetto, e il senso di appartenenza al gruppo; riduce le dinamiche di esclusione; spesso fa scoprire agli alunni di avere talenti, ciò giova sia alle vittime di bullismo che ritrovano autostima e forza, sia ai bulli che canalizzano la propria energia in senso positivo, coltivando l’empatia come abilità sociale che consente loro di “mettersi nei panni dell’altro”. Il teatro può essere strumento di cambiamento sociale, perché offre al pubblico un’occasione unica per esplorare e comprendere la complessità delle dinamiche di genere e le sfide della nostra società.

GLI ALLIEVI INTERPRETI: Coco Carla, Gloriante Alessia, Lo Bello Eleonora, Matassi Matteo, Palumbo Sabrina, Panella Francesco, Paolini Aurora, Rossi Giorgia, Stefani Violetta

SCENOTECNICA: Gennamari Caterina, Andreassi Fiorella, Stefani Violetta

TECNICO AULA MAGNA: Stefano Stronati

 

 

 

 

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