di Gianni Palmieri
Siamo consapevoli che non ci faremo molti amici con questo articolo, ma quando si supera il limite dell’educazione e del rispetto del lavoro altrui, arriva il momento di parlare forte e chiaro. La goccia che ha fatto traboccare un vaso già ricolmo da qualche tempo è accaduta ieri mattina quando la nostra testata giornalistica ha mandato un inviato davanti al Comune di Ladispoli per verificare cosa stesse accadendo nel primo giorno di consegna dei bonus spesa. Eravamo peraltro attorno alle 10,30 l’unico giornale presente in piazza Falcone, abbiamo notato l’aumentare delle persone sia già in fila per presentare la domanda, sia numerose a chiedere il modello cartaceo per l’autocertificazione. Era palese che si stava preparando, con tre ore e mezzo di anticipo visto che gli sportelli dell’anagrafe aprivano alle 14, che si sarebbe verificata la ressa poi immortalata da foto e video nel primo pomeriggio con oltre 1.200 domande presentate al municipio di Ladispoli. Era doveroso da parte del nostro giornale informare tempestivamente i lettori, la notizia è stata pubblicata sia sul sito orticasocial.it sia sul profilo facebook l’ortica social. Come può accadere quando si scrivono al volo gli articoli col telefonino e nella fretta, c’è stato un refuso, invece di bonus spesa è stato erroneamente scritto bonus di 600 euro. Quando ci siamo resi conto in redazione dell’errore, lo abbiamo corretto quasi subito. Purtroppo per un meccanismo di facebook che non capiamo, anche quando si corregge l’errore di un articolo, sui social resta la vecchia versione sul titolo. Andando poi a leggere l’articolo in questione si trova la versione corretta. E qui è accaduto il putiferio che ci ha indotto a scrivere questo articolo. I soliti, stolti e repressi, leoni da tastiera si sono scagliato contro ortica social, ci hanno scritto offese ed insulti di ogni genere, attaccando la serietà e la professionalità di chi come noi svolge il lavoro di giornalista da quasi 40 anni. Livore, astio, insoddisfazione esistenziale e cattiveria sono state vomitate sui social, a conferma di quanta gente sciocca ci sia in giro. Ovviamente abbiamo risposto come dovevamo, chi ci conosce professionalmente da tanti anni ben sa che non siamo quelli che si nascondono o evitano il confronto quando sono offesi. Una cosa sia chiara prima che qualche altro leone da tastiera sbavi il proprio veleno: Ortica social accetta le critiche, siamo sempre pronti a correggere i nostri errori, ringraziamo i lettori educati che segnalano eventuali sbagli che possono accadere a chi lavoro. Certo non accadono a chi passa la vita davanti ad un display, roso da invidia e rancore col mondo intero. Ben vengano dunque le critiche costruttive ed il confronto. Quello che non accettiamo sono le offese, gli insulti, gli attacchi alla professionalità. Alla gentilezza risponderemo sempre con garbo e ringraziamenti per le segnalazioni, alle offese risponderemo sempre in modo molto fermo e deciso. Denunciando nei casi più estremi chi scrive in modo volgare e lesivo della nostra dignità professionale. Siamo profondamente cattolici ma non veniamo dalla scuola del porgi l’altra guancia. A chi ci rifila un ceffone, beh noi ne diamo due. Metaforici ovviamente. Un consiglio a questi leoni della tastiera, spesso anche mandati da qualcuno che ha compreso come la propria barca sia affondando: non venite a fare gli spiritosi su ortica social, andate a riversare il vostro vomito altrove. Non fate i leoni perchè qua trovate i domatori. Un grazie a tutti i nostri lettori, e sono davvero tanti, che in modo educato e gentile ci seguono, esprimono le proprie opinioni quando non sono d’accordo, aprono un dibattito garbato e costruttivo. Gli altri possono andare a cliccare altrove, ci sono profili e siti dove sarebbero a loro agio. Chiudiamo come sempre con la celebre frase del grande scrittore Umberto Eco: “I social permettono alle persone di restare in contatto tra loro, ma danno anche diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”.

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