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A Cerenova divampa la polemica per i gatti nel centro commerciale di largo Tuscolo

Divampa la polemica a Cerenova sui gatti che scorrazzano nel centro commerciale di largo Tuscolo. Ad innescare la miccia tra animalisti e commercianti è stata la comparsa di numerosi cartelli in cui si impone il divieto di lasciare cibo per i gatti delle colonie feline che popolano i due piani dell’edificio nel centro della frazione balneare di Cerveteri. Numerosi angoli dei viali del centro commerciale ospitano infatti ciotole con croccantini e bocconcini di carne, insieme a recipienti per l’acqua. Un fenomeno che, secondo l’amministrazione del condominio ed i negozianti, sarebbe sfuggito di mano, creando una situazione igienico sanitaria non più accettabile. Altra ragione della proibizione di sfamare i gatti randagi sarebbe il timore che i cumuli di cibo disseminati in largo Tuscolo possano attirare i branchi di cinghiali che da tempo imperversano per le strade di Cerenova, invadendo anche il centro abitato. Gli autori dei cartelli di divieto non avevano probabilmente tenuto conto della ferma reazione degli animalisti che suo social hanno lanciato una vera e propria crociata contro quella che ritengono una imposizione ingiusta e vessatoria nei confronti dei mici e delle “gattare” che li mantengono.

«Non c’è dubbio – afferma la signora Anna, una delle promotrici della protesta – che gli avanzi di croccantini e scatolette creino sporcizia e non restituiscono una bella immagine del centro commerciale. Ma non sono decorosi nemmeno questi avvisi, la riqualificazione di un luogo non può mai partire a scapito di indifesi animali come i gatti randagi. I frequentatori della struttura si sarebbero attesi la stessa solerzia nel chiedere la bonifica della zona retrostante del centro commerciale dove ci sono montagne di rifiuti. Sarebbe stato più bello leggere cartelli in cui si invitano gli amanti degli animali, i commercianti ed i clienti dei negozi a collaborare tutti insieme per tenere pulito un luogo frequentato giornalmente da centinaia di persone. Come accaduto in vari quartieri di Roma, non sarebbe impossibile individuare uno spazio dedicato ai mici, incaricando le cosiddette “gattare” come la sottoscritta a mantenerlo costantemente pulito. A Cerenova forse qualcuno ha dimenticato la frase di Gandhi quando diceva che la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui vengono trattati gli animali».

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