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Abbandono dei rifiuti nell’ambiente, alcune riflessioni

di Pietro Zocconali, giornalista, Presidente Ass.ne Naz.le Sociologi

Mi è stata chiesta una riflessione sull’abbandono dei rifiuti nell’ambiente. L’ambiente, lo spazio che circonda i luoghi in cui viviamo, è rispettato un po’ da tutti; ci piace avere un bell’appartamento, sistemato per bene, un bel balcone o un bel giardino, una bella automobile che soddisfino le nostre esigenze e che fungano da biglietto da visita verso le persone che frequentiamo. Ma, per molti di noi, tutto ciò che è fuori dei confini della nostra proprietà non è di nostra competenza! E’ questo il fenomeno chiamato “Non nel mio giardino” Gli statunitensi hanno coniato una nuova parola NIMBY, acronimo di “Not In My Back Yard”. Il fenomeno è il seguente: escluso ciò che ci appartiene, gli spazi condominiali appartengono a tutti i residenti, conoscenti e non, simpatici e antipatici, e non è di nostra competenza tenerli ordinati, ci dovrebbe pensare l’amministratore. Per gli spazi all’interno del nostro comune, della nostra regione, del mondo intero, vale la stessa cosa, la competenza è delle varie amministrazioni con gli addetti alle pulizie che, con le tasse che paghiamo, hanno il dovere di lavorare al meglio e mantenere l’ambiente pulito, anche per evitare l’insorgere di numerose malattie. Seguendo questa filosofia, molte persone, credendosi pulite e ordinate, salvando la propria residenza, considerano i luoghi pubblici, che teoricamente in percentuale appartengono anche a loro, come discariche; se i secchioni dei rifiuti risultano pieni, un po’ anche per protesta, lasciano il sacchetto per terra, quando sono in auto, gettano tutto dal finestrino, fazzoletti di carta, buste di plastica, contenitori di cibo, pannolini di bimbi; l’importante è la pulizia all’interno dell’auto. Fuori casa, fuori dall’auto, non è “il loro giardino” e, rimangono in pace con se stessi. Sulle belle spiagge della nostra penisola, che sono pubbliche, superano loro stessi; i più bravi, prima di lasciare la postazione occupata per lo svago, inseriscono il materiale di scarto in un sacchetto di plastica lasciandolo sul posto in balia di animali e delle intemperie; gli altri lasciano tutto sul posto, magari infilando gli scarti sotto la sabbia. Pochissimi sono coloro che non lasciano traccia del loro passaggio, avendo smaltito il tutto negli appositi contenitori o caricando in auto la spazzatura per smaltirla successivamente. C’è poi una piccola percentuale di disadattati, di giovani contestatori, di teste calde, che a dispetto dei benpensanti, lasciano, a mo’ di sfida, oggetti, anche ingombranti, sul ciglio della strada o sui marciapiedi, scaricandoli con circospezione, magari nottetempo, da auto o furgoni. Il giorno successivo si potranno ammirare materassi, frigoriferi, lavatrici e affini, esposti pericolosamente, tanto da poter causare veri e propri incidenti, ad es. ostacolando il passaggio ai disabili o alle mamme con carrozzine. Riguardo il rispetto per l’ambiente c’è molto da lavorare; una volta stavo camminando dietro una coppia di graduati, non ricordo di quale forza armata, appena usciti da una tabaccheria; uno dei due ha aperto un pacchetto di sigarette e con noncuranza ha gettato a terra il pezzetto di plastica che aveva in mano. I fumatori sono ancora numerosi e pochi di loro si tengono in tasca gli scarti del loro vizio: plastichette, pacchetti vuoti e cicche; quel pezzetto di plastica, unito ad altri detriti analoghi, è destinato a intasare un tombino sulla strada e, con un po’ di pioggia, l’acqua non potendo defluire, allagherà la strada ed entrerà nei garage e nelle cantine dei nostri appartamenti. In certi gabinetti pubblici a volte si può leggere un cartello con su scritto “Caro cliente, sei pregato di lasciare il bagno così come lo vorresti trovare tu la prossima volta”. Questa frase bisognerebbe esporla dappertutto come monito per le persone, e spiegarla ai bambini per sensibilizzarli fin da piccoli riguardo questo semplicissimo concetto. Riguardo la pulizia dell’ambiente, girando il mondo si imparano molte cose. In Giappone ho visto avvisi di divieto di gettare i mozziconi di sigarette nelle strade. A New York ho visto persone che per guadagnare qualcosa, con dei bustoni vanno in giro per la città a raccogliere lattine di metallo. Si usa anche in alcune nazione del nord Europa. In effetti, sarebbe bello diffondere veramente contenitori automatici in appositi spazi per raccolte di bottiglie di vetro, lattine di metallo, bottiglie di plastica, carta, dietro un compenso, anche se minimo, o sotto forma di buoni per la spesa in determinati negozi. Qualcosa si sta facendo al riguardo, ma troppo poco e lentamente. Vorrei chiudere con una provocazione. In certi luoghi, ad esempio presso stazioni ferroviarie o terminal di bus, aleggia un acre odore di urina. Purtroppo sono quelli i luoghi frequentati dai senzatetto ma anche da viaggiatori incontinenti, e se per poter usare i  bagni pubblici c’è bisogno di pagare un Euro, il cattivo odore ci sarà sempre e bisognerà pagare persone per tentare di eliminarlo, ma inutilmente. Il rimedio è semplice: in quei bagni pubblici, invece di far pagare, si potrebbe donare ai clienti una cifra simbolica, dieci centesimi, e in questo modo si risolverà il problema. In definitiva: dieci centesimi per i bisogni fisiologici più impellenti, un tot per chi raccoglie e porta in luoghi designati la plastica, le lattine vuote, le bottiglie di vetro, la carta, ma anche i materassi, i frigoriferi e le lavatrici, e gli addetti allo smaltimento dei rifiuti, alla pulizia e all’igiene delle strade, potrebbero lavorare più serenamente, a tutto vantaggio nostro e dell’ambiente in cui viviamo.

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