Da anni lottava contro un male inesorabile. Alla fine poche ore fa il lupo ha ceduto alla malattia.
Sono ore di profondo dolore a Cerveteri per la scomparsa di Alessandro Cordelli, l’attaccante che nei primi anni novanta con i suoi goal contribuì in modo decisivo alla promozione in Serie C/2 del Cerveteri guidato dal mister Vincenzo Ceripa. Un calciatore dalla tecnica raffinata, un uomo spogliatoio, un ragazzo sempre disponibile con la stampa prima e dopo la partita. I tifosi non ti dimenticheranno mai, lupo. Il bomber verdeazzurro, tanto amato, quanto innamorato dei colori verdeazzurri, si è spento dopo aver combattuto una malattia rara che ne aveva avuto il sopravvento, portandolo a colpirlo agli organi del corpo. Solo 55 anni, di lui si ricordano le meravigliose stagione del Cerveteri , dal 1990 al 92 a Cerveteri, due stagioni in cui fu eletto il miglior attaccante della storia del calcio verdeazzurro. Di Cordelli , i tifosi, ricordano il goal vittoria nel derby con il Ladispoli nel 1991, e poi tanti importanti come quello in casa contro il Viareggio che valse il primato in classifica. Per Cerveteri è una giornata triste, perde un beniamino che aveva giurato fedeltà e amore verso i suoi tifosi.
Ortica Social per ricordare Alessandro Cordelli vi ripropone l’intervista che qualche anno fa rilasciò al collega Fabio Nori
Distribuiva goal a grappoli, sapeva regalare certe domeniche bestiali. E come regalo, i suoi tifosi, gli intonavano: “ da Anguillara è venuto qui per portare il Cerveteri in serie C”. Lui, Alessandro Cordelli, detto anche il “ lupo”, ha perso il pelo( per modo di dire) ma non il vizio del goal. Ad Agosto festeggerà 41 primavere , sembra che gli anni non siano passati mai. E’ cambiato poco, da quando, sedici anni fa iniziava a giocare con il Cerveteri, squadra che gli ha dato fama e gloria. Il suo nome, a distanza di così tanti anni, è nei cuori e nelle menti dei cervetrani, i quali non ha mai smesso di ringraziarlo. Dice, ogni anno, che sarà l’ultima stagione. Sembra portargli fortuna, perché anche a Ladispoli, caso del destino, ha già fatto sei goal. E, nonostante indossi una maglia, nemica storica del Cerveteri, pare che i suoi ex tifosi lo abbiano perdonato.
D- E’ così Alessandro?
R- “ Certo, non credo l’abbiano presa bene, conosco la rivalità che esiste perché l’ho vissuta di prima persona. A Cerveteri, ancora oggi mi fanno il tifo, si vede che ho lasciato degli ottimi ricordi. Mi sento un professionista, come tale ora sono a Ladispoli e gioco per il bene di questa squadra”.
D- Però Cerveteri fa parte della tua vita?
R- “ Ho trascorso i periodi più felici da calciatore, momenti che difficilmente dimenticherò. Tre campionati meravigliosi, un po’ favolistici se uno li prova a raccontare. Eppure il Cerveteri ha sfiorato la C1: non è mai retrocesso, e quel che più conta, aveva stregato una città. I tifosi impazzivano, firmavo autografi come fossi in serie A”.
Tempi diversi, oggi?
R- “ Non capisco come sia in prima categoria, oggi. La mancanza di un progetto qualificato, probabilmente, sta alla base di tutto. A riguardo, da ex, sono profondamente amareggiato”.
D- Ma cosa ricordi di quegli anni?
R- “ Se provassi a raccontarlo, staremmo qui tre giorni. La finale per l’accesso in C2 con il Giorgione ce l’ho ancora scolpita in testa. Non dimentico gli spareggi per la salvezza a Terni, vincemmo il 12 di luglio davanti a tre mila cervetrani. Roba da brividi”.
D- C’è altro di strettamente personale?
R- “ Il passaggio ad Alessandria, in C1. Il Cerveteri mi lasciò andare, feci una scelta coraggiosa e intensa. Pensavo che mi si aprisse una porta, si è chiuso un portone, invece. Mi infortunai alla caviglia, probabilmente se non fosse accaduto avrei avuto un destino diverso: non dico travolgente, sicuramente rassicurante. Sicché ritornai a Cerveteri, tornai a vivere, ad emozionarmi”.
E oggi?
“ Indosso una maglia, quella del Ladispoli, che onererò fino al momento che sarò un loro giocatore. Qui mi trovo molto bene, a mio agio. Fin quando avrò la forza di giocare sarò in campo, dopodichè deciderò che fare. La fantasia mi dice che vorrei fare l’allenatore, ho anche due figli che giocano a calcio, avrò il compito di insegnargli qualche tattica del mestiere”.
D In ultimo, ritorneresti a Cerveteri?
R- “ Se ci fosse un programma serio, sì. Ho lasciato il mio cuore, lì c’è la mia gente”.
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