Romaeuropa Festival in corealizzazione con La Fabbrica dell’Attore presenta in prima nazionale al Teatro Vascello, il 18 e 19 ottobre, L’analfabeta nuova produzione di Fanny & Alexandercon Federica Fracassi.Coprodotto da Piccolo Teatro di Milano / Teatro d’Europa, Teatro Stabile di Bolzano in collaborazione con Romaeuropa Festival, AMAT e Comune di San Benedetto del Tronto, lo spettacolo porta in scena, grazie all’adattamento di Chiara Lagani, l’omonimo testo autobiografico diÁgota Kristóf,in cui, la geniale scrittrice ungherese naturalizzata svizzera, insignita del Prix Schiller (2005), del Prix de l’institut neuchâtelois (2009) e del Prix Kossuth (2011), racconta la propria esperienza di esilio e il difficile rapporto con una lingua che non è la sua. «La lingua matrigna è il centro pulsante di questo racconto, che finisce perciò per essere un testo su tutta la sua opera, oltre che sulla sua vita» ha affermato Lagani. Kristóf fu infatti costretta a espatriare nel 1956, a ventuno anni, dopo la repressione dei moti di Budapest e l’invasione dell’Armata Rossa, stabilendosi in Svizzera. Qui dovette ricostruire la propria esistenza, anche e soprattutto attraverso l’abbandono della lingua materna in favore del francese, che definì una “lingua nemica” e sconosciuta. La scrittrice si trovò così a tornare “analfabeta”, nonostante avesse imparato a leggere a quattro anni.
«All’età di ventun anni, al mio arrivo in Svizzera, e assolutamente per caso in una città in cui si parla francese, affronto una lingua per me del tutto sconosciuta. È qui che comincia la mia lotta per conquistare questa lingua, una lotta accanita e lunga, che di certo durerà per tutta la vita» scrive l’autrice. Sulla scena, Federica Fracassi le dona corpo e voce in un’interpretazione dalla fedeltà straordinaria – stessa espressione, stessi occhiali, stessa postura – restituendone un ritratto che alterna fragilità e forza e traghettando la sua figura nella ricerca teatrale che ha reso Fanny & Alexander uno dei punti di riferimento della scena teatrale contemporanea italiana e internazionale. Accompagnata dall’impianto scenico firmato dal regista Luigi De Angelis, che trasforma la fabbrica di orologi dove Kristóf lavorava in un laboratorio mentale e poetico, la figura di Federica Fracassi incarna le identità attraversate dall’autrice, materializzate tra tulle traslucidi, microcamere e proiezioni. Il tempo della memoria e quello meccanico si intrecciano, restituendo il ritmo ossessivo e fragile della sua scrittura, mentre il ticchettio degli orologi della fabbrica si fa battito e respiro, scandendo il ritmo di una memoria che unisce il tempo del ricordo e quello della scrittura.
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