“L’Amministrazione comunale di Ladispoli raccoglie il grido di dolore di tutte le famiglie del territorio che hanno un familiare fragile, impiegando ingenti risorse e mettendo in campo ogni iniziativa utile per garantire un’adeguata assistenza. A volte, però, questo non è sufficiente e si deve necessariamente interagire con altri soggetti pubblici e privati che, indipendentemente dalla nostra volontà, non sono in grado di dare risposte con tempistiche accettabili”.
Con queste parole l’Assessore alle Politiche Sociali Gabriele Fargnoli ha annunciato che l’Amministrazione comunale non resterà mai indifferente agli appelli lanciati dai nuclei familiari di Ladispoli che chiedono di essere supportati.
“In questi giorni, insieme all’Assessore alla Sanità Alessandra Feduzi – prosegue l’Assessore Fargnoli – siamo stati raggiunti dalla notizia dell’avvio di una petizione organizzata dai parenti di un ragazzo di Ladispoli, estremamente fragile, che probabilmente molti avranno visto girovagare senza meta per la città. Una persona che necessita di assistenza e cure costanti in strutture attrezzate ed adeguate al suo stato di salute. Per ovvi motivi legati al rispetto della privacy non possono essere divulgati dettagli riguardo questa delicata situazione.
Ciò che invece ci preme evidenziare è che il nostro concittadino è costantemente seguito sia dalla ASL, che comprende il MMG (Medico di Medicina Generale), l’UVMD (Unità Valutativa Multi Dimensionale) ed il CSM (Centro di Salute Mentale) che dai Servizi Sociali, ciascuno per le proprie competenze, e che ci siamo già da tempo attivati per individuare soluzioni residenziali idonee alla sua accoglienza.
Successivamente sono sopraggiunte delle sentenze emesse dal Tribunale di Civitavecchia che hanno confermato quanto già improntato dall’Ufficio Tutele del Comune di Ladispoli.
Purtroppo in Italia attualmente è difficile individuare Strutture Terapeutiche Riabilitative o RSA, che siano in grado di accogliere ed assistere persone fragili affette da gravi patologie psicofisiche. E inoltre dobbiamo amaramente constatare che alcune strutture sanitarie che avevano accolto il nostro concittadino, non sono state in grado di gestirlo, non riuscendo ad impedirne le continue fughe, oppure lo hanno rimandato a casa affermando di non essere in grado di prendersi cura del paziente. Naturalmente i familiari sono al corrente di tutto e si relazionano con cadenza regolare con l’assistente sociale delegata all’amministrazione di sostegno. Non è una vicenda di facile risoluzione, si scontrano il dolore e la disperazione di una famiglia con la logica della burocrazia che dovrebbe affrontare ogni caso in modo differente e con particolare attenzione. Ci auguriamo – ha concluso l’Assessore Fargnoli – che tutte le istituzioni coinvolte sappiano comprendere a fondo ed umanamente la gravità della situazione segnalata, accelerando al massimo i tempi per individuare in qualsiasi regione italiana una struttura sanitaria che possa accogliere il nostro concittadino”.
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