intervista al vip Spettacolo Ultim'ora

Alessandro Preziosi racconta ad Ortica Social il suo Van Gogh

Ai microfoni di Ortica Social uno degli attori più amati dal pubblico per la sua duttilità artistica, il talento, la capacità di trasformarsi sia davanti alla telecamera che sul palcoscenico. Da Elisa di Rivombrosa alla soap opera Vivere, da Mine vaganti alla Bella e la Bestia, fino alle numerose performance teatrali di successo, Alessandro Preziosi rappresenta uno degli artisti italiani della generazione nata negli anni settanta che hanno conquistato un posto nel cuore del pubblico. Lo abbiamo incontrato al teatro Vascello di Roma in occasione della prima della rappresentazione “Vincente Van Gogh, l’odore assordante del bianco”, opera nella quale Alessandro Preziosi si cimenta nei panni del tormentato pittore, fermando il tempo nel fotogramma più drammatico della vita dell’artista, chiuso in una stanza del manicomio di Saint Paul. E la coreografia del palcoscenico, bianco ottico, austero, triste, rappresenta lo scenario perfetto dove l’attore regala al pubblico una sorta di thriller psicologico attorno al tema della creatività artistica.

Questo spettacolo è la sfida più difficile nella sua vasta carriera artistica?

“Il palcoscenico è sempre una sfida. Interpretate Van Gogh ha sinceramente richiesto una accurata preparazione fisica ed intellettuale, un grande sforzo è stato l’approfondimento delle spinte filosofiche dell’artista nel corso della sia tormentata esistenza. Forse non è la più difficile delle mie performance, di Van Gogh si conosce tanto, ho potuto attingere alle molte fonti che ricostruivano la sua vita”.

Cosa le resterà di questa rappresentazione quando si spegneranno i riflettori del tour teatrale?

“Tratterrò dentro di me la sua morale che si liofilizzerà nella mia vita. Spesso un attore non vive più per se stesso ma per quello che porta in scena sul palcoscenico. La morale del pittore sarà il bagaglio che mi porterò dietro per tanto tempo, del resto Van Gogh – prosegue Alessandro Preziosi – assoggettato e fortuitamente piegato dalla sua stessa dinamica cerebrale si lascia vivere già presente al suo disturbo. È nella stanza di un manicomio che ci appare. Nella devastante neutralità di un vuoto”.

Lei interpretò nel 2006 la fiction “L’uomo che rubò la Gioconda”, ora porta in scena Van Gogh. Quale è il suo rapporto con i grandi pittori che hanno scritto la storia dell’arte?

“Confesso che mi avvicinai all’arte con lo scopo di vampirizzarla trasformandola nella mia spinta creatività. Col tempo l’arte è diventata non solo uno strumento della mia professione ma anche una vera esigenza. A mio parere la pittura si ferma a Picasso, tutto quello che è arrivato dopo non lo comprendo, la profondità non mi emoziona, quando giro per il mondo spesso mi interessano più i musei, ovvero la casa che accoglie arte, rispetto alle opere esposte”.

Quali sensazioni si vivono ogni sera che sale sul palco? Non c’è il rischio della ripetitività?

“La recitazione non è mai scontata, il pubblico è sempre diverso, il teatro è affascinante perche non si decide mai a tavolino. La magia del teatro è proprio la situazione che cambia ogni sera, come il pubblico. Deve essere sempre buona la prima, è come un tuffo dal trampolino, devi sperare di impattare bene con l’acqua, altrimenti sono guai. Per questo motivo amo il teatro che rappresenta il padre della televisione e del cinema”.

Lei è figlio di avvocati, quando ha capito che la sua strada era il palcoscenico e non le aule di tribunale?

“Ve lo dico alla prossima intervista che rilascerò ad Ortica Social”.

Alessandro Preziosi sarà in scena fino al primo dicembre al Teatro Vascello in  Via Giacinto Carini 78 al quartiere Monteverde di Roma. Info line 06 5881021 – 06 5898031

Lascia un commento

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com