Non vogliamo salire in cattedra ed insegnare il mestiere di giornalista a qualche giovane collega. Quanto però accaduto in queste ore a Ladispoli conferma che sarebbe sempre il caso di effettuare maggiori verifiche prima di lanciare notizie ad effetto che poi si rivelano fake news. E non fanno fare una bella figura alle testate che cadono nella trappola di pubblicare presunti clamorosi fatti che in realtà sono boomerang. Cosa è accaduto? Stamane alcune testate sia on line che cartacee hanno sparato a tutta pagina che il sindaco Alessandro Grando avrebbe inviato a Roma, negli uffici del Provveditorato agli studi, una lettera in cui chiedeva l’allontanamento immediato dalla scuola di Ladispoli del direttore didattico Riccardo Agresti. Reo, secondo queste testate, di remare contro l’amministrazione comunale e di comportarsi molto da politico e poco da preside. Una notizia che ha fatto il giro della città, sui social si è scritto di tutto e di più, noi di Ortica Social da vecchi cronisti avevamo intuito che la vicenda fosse strana. Conoscendo il modo in cui il sindaco Grando si muove nel suo ruolo istituzionale, appariva davvero bizzarro che fosse corso a Roma per chiedere la testa del direttore Agresti. Dopo poche ore lo scoop è diventato una falsa notizia, a smentirla in modo categorico ed annunciando anche denunce per diffamazione, è stato il sindaco Grando in persona. Ecco le parole del primo cittadino di Ladispoli.
“Ennesimo spiacevole episodio in cui mi vengono attribuite azioni che non ho compiuto. Questa volta, secondo quanto scritto su una testata locale, avrei chiesto l’allontanamento, non solo dalla scuola ma addirittura dalla città, di un dirigente scolastico. Nell’articolo si legge che a comunicare il fatto al giornalista sarebbe stato lo stesso dirigente.
Inutile evidenziare quanto queste false affermazioni siano lesive della mia immagine pubblica e della mia persona.
Chiedo quindi che venga pubblicata immediatamente una smentita, con tanto di scuse da parte dei soggetti interessati. Qualora ciò non avvenisse mi vedrò costretto ad adire le vie legali nei confronti di chi, in maniera così superficiale, ha voluto far circolare questa notizia”.
Parole che la dicono lunga e ci permettono una riflessione professionale. Noi non sappiamo realmente come la notizia sia arrivata ai colleghi che l’hanno pubblicata con tanto scalpore, però non sarebbe stato deontologicamente più corretto contattare anche il sindaco Grando per chiedere conferma? E’ vero che ormai il giornalismo per alcuni colleghi è diventato simile ad una corsa in cui conta arrivare primi aldilà della fondatezza o meno della notizia, però crediamo che comportarsi così e vedersi smentire seccamente dopo poche ore faccia un serio danno alla professionalità di tutta la categoria. Fino a che le stoltezze le scrivono sedicenti giornalisti di mass media ormai alla deriva lo possiamo anche comprendere, ma da altre realtà più serie ci aspetteremmo maggiore attenzione.

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