Mi corre l’obbligo di darvi una ferale notizia: dovete sapere che proprio nella nostra bella Italia, hotspot di biodiversità, nutrite legioni di ecoscettici stanno infoltendo sempre di più le loro elette schiere.
Mi riferisco a chi ci tiene a ridicolizzare l’UE e il nostro Paese che a mezzo del PNRR ha realizzato il National Biodiversity Future Center (NBFC), un centro di ricerche dedicato alla biodiversità, attributo fondamentale attraverso cui la natura assicura gli equilibri ambientali necessari per la vita sulla Terra ( anche quella del nostro Mario Giordano, pensate un pò…). In estrema sintesi qualcuno fa di tutta l’erba un fascio “coglionando” (lo giuro, non è espressione inventata dal sottoscritto, l’ho trovata anche sul Vocabolario della Lingua Italiana Garzanti) UE, NBFC e tutti coloro che vi collaborino attraverso il monitoraggio dei lepidotteri, le mie amatissime farfalle, strategia questa che per essere ancora più efficiente richiede naturalmente una conoscenza più accurata dei taxa presenti in ciascun ecosistema. Probabilmente hanno preso spunto da chi identifica con “l’andare a farfalle” il comportamento d’uno sciocco fannullone e perditempo. Al contrario, le farfalle sono considerate dalle comunità scientifiche mondiali (non solo UE) indicatori ecologici “perfetti”, i più efficaci in quanto si scorgono facilmente in natura, sono gli insetti più studiati in assoluto e, soprattutto, con la loro presenza o meno rispondono velocemente ai cambiamenti ambientali che l’uomo moderno con le sue molteplici attività produce giorno per giorno in “quantità industriale”. E non è tutto: proprio i lepidotteri rientrano tra le “specie ombrello”, cioè ogni azione introdotta in natura per la loro tutela crea un efficace “effetto a catena” di esiti positivi per moltissime altre specie, sia invertebrati che vertebrati, incrementando la biodiversità di cui dianzi: un miracolo ecologico cui qualcuno potrebbe contribuire se solo la smettesse di scrivere inutili facezie e avesse a cuore la sopravvivenza sua e dei suoi figli, comprese le generazioni che verranno su questo Pianeta sempre più minacciato. Come abbiamo visto l’esistenza ha bisogno di equilibrio nonostante i cambiamenti, così qualsiasi organismo come pure i diversi ecosistemi e persino le comunità umane devono mantenere i loro equilibri se vogliono continuare ad esistere, pena le guerre e gli eccidi sanguinosi cui dolorosamente assistiamo ancora oggi. Gli ecosistemi poi, di cui le nostre farfalle sono componenti fondamentali, sono costituiti in primis da piante le quali attraverso la fotosintesi rendono fruibile l’energia del sole, seguono gli erbivori che si cibano di quelle, poi i carnivori che possono nutrirsi a loro volta di erbivori esercitando controlli qualitativi e quantitativi sulle loro popolazioni, e infine i decompositori (batteri, funghi, insetti, ecc.) che decompongono la sostanza organica rendendola così riutilizzabile dalle piante, e il ciclo della vita meravigliosamente si ripropone. Tornando al sottoscritto e avendo raggiunto ormai un’ “età”, diciamo pure che non sono nuovo a questo tipo di esternazioni giornalistiche rilevate durante la mia lunga “carriera” di entomologo innamorato “pazzo” delle mie farfalle (come non esserlo,,, perché loro non mordono, non pungono, non trasmettono malattie, sono stupende e rappresentano l’unica, autentica “poesia del mondo”…). Perciò confesso d’aver sostenuto altri incontri e scontri, sia fisici che epistolari, con giornalisti. Tra i tanti vorrei ricordare un certo Aldo Zappulla, un “giornalista” che una decina d’anni fa mi telefonò chiedendomi un’intervista dedicando poi la nota al sottoscritto, all’indomito “Cacciatore di Farfalle”. Tra l’altre cose il Zappulla così conclude: “Cosa ne sarà di Taranto, si chiede il Valentini, fino ad ora seconda provincia pugliese per ettari di boschi presenti sul suo territorio? Grazie a cave-discariche, aree industriali e palazzine a cinque piani che dilatano il concetto di periferia, manca solo una spanna prima che giardini incolti e farfalle diventino un tenero ricordo. Ma Valentini vorrebbe anche inaugurare a Taranto un Museo di Storia Naturale, una piccola Arca di Noè, che imbarchi mammiferi e uccelli, pesci e insetti: dalle Api alle Farfalle, Zanzare comprese. Già lo immaginiamo intento a convincere i visitatori più schifiltosi dell’ “utilità sociale” delle zanzare: nell’ecosistema che vogliamo difendere non piacciono a noi umani. Tutti gli altri ne sono ghiotti: pipistrelli, ragni e lucertole…
Valentino Valentini
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