Ladispoli Litorale Racconti

“Che queste parole siano per te una preghiera”, il racconto di Mauro Coni dedicato a Papa Francesco

di Mauro Coni

Il papa è in ospedale da giorni. Le sue condizioni sono critiche ma la speranza va oltre tutto, oltre qualunque risoluzione. In momenti così tesi, in cui chiunque avrebbe occhi solo per piangere, egli affida ai social questa frase: “Non abbiate paura di rischiare l’amore!”. Esorta al coraggio. Vuole, fino all’ultimo istante, provare a trasformare il mondo. Un mondo che ricambia con uno tsunami d’affetto, di vicinanza, preghiere, disegni di bimbi. Ricordo con precisione dov’ero al momento della fumata bianca: a casa di un’amica, con la tv accesa in cucina. Per quanto entrambi distanti dalla chiesa e i suoi rituali eravamo elettrizzati, leggermente euforici. Il nome era benaugurante, Francesco, come il santo che più di tutti incarnò la purezza evangelica, e che anzi fu costretto dalle istituzioni ecclesiastiche a “moderare” il suo messaggio. Nei mesi successivi l’entusiasmo continuò, per alcune sue scelte sobrie e fuori dall’etichetta. Poi la situazione si normalizzò. Disse qualcosa di controverso, fece qualcosa di controverso ma rimase comunque un papa sanguigno e verace. Ma chi è un papa? Non per me o per un cristiano, per tutti. Un papa è una luce enorme, un predestinato. Ha un peso politico che schiaccerebbe chiunque. A me non dispiacerebbe una teocrazia radicale, darei il potere solo a chi pensa in senso morale, sarebbe una bella sfida, affidare la Repubblica a un uomo di Dio. Ma lui vola più basso e insieme molto più in alto: “Non abbiate paura di rischiare l’amore!”. Si rivolge a ognuno di noi, nel suo piccolo ma possibile. Ci chiede coraggio, la virtù più importante. Senza coraggio non può esserci vera bontà. Io valuto l’uomo non la chiesa che rappresenta. Ed ho sempre visto un uomo che qualunque cosa dica è nello sforzo di fare più luce, di espandere questa luce. Un uomo che anche nell’ora più dura cerca di dare sostegno a noi! Non lo chiamo eroe ma lo è. Di certo è abitato da forze più grandi, regni distanti e al contempo immanenti, presenti nell’uomo. Gli ultimi bollettini non danno certezze ma qualunque cosa accada, in qualunque momento giungano queste parole, io sono certo che un soffio d’eterno muove quell’uomo, come muove tutti noi.

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