Litorale Notizie Italia Russo, ma non dormo Ultim'ora

CHIUDONO I RISTOR(ant)I, ARRIVANO (quando?) I RISTORI

di Ugo Russo 

 Fa ridere la parola ristori che il governo ha scelto per definire le sovvenzioni da erogare ai poveri commercianti o ai gestori di attività di varia ragione sociale gravemente colpiti economicamente da questo maledetto periodo della nostra vita che stiamo vivendo. Dici ristori e pensi ai “posti di ristoro” presenti nella nostra nazione, per intenderci, limitandoci alle zone limitrofe al nostro territorio, le belle fraschette ai Castelli romani dove ti appropinqui e ti accomodi per consumare un bicchiere di vino ed un bel panino con la porchetta. No, non è quello, in questo caso, il senso di questa parola, anche se l’effetto di quanto daranno potrebbe non farti permettere più di quello per mangiare nell’arco della giornata.

Altra ipotesi suggestiva potrebbe essere una abbreviazione di quanto disposto di recente: cioè, chiudono i ristoranti, arrivano i ristori. Una parola infamante verso chi li riceverà anche perché seguita da “a fondo perduto”, quasi a far vergognare costoro e qualcuno lo potrebbe interpretare come “prendete morti di fame! Avete visto come gravate sullo stato?”.

Diciamo che forse non è stata usata la parola più felice, e poi a patto… Sì, a patto che questi soldi non siano miserie, ma permettano ai fruitori, che se ne dovranno fare una ragione finché non finirà questo flagello della pandemia che pesa come una enorme spada di Damocle sopra le teste di noi tutti, non di vivere come ai tempi migliori ma, comunque, abbiano la possibilità di sfamare loro e le relative famiglie. E soprattutto che arrivino, questi soldi, in tempi brevissimi perché già si sono sentite date superate da altre più lontane. Perché dicono in moltissimi: “E’ da marzo che aspettiamo i soldi della cassa integrazione!”. Qualche malignetto è pure arrivato a pensare: “Ci mettono questi soldi sui nostri conti correnti per controllare quanto abbiamo”. Cosa non si pensa in un momento come questo…

Comunque, accontentando queste categorie che, giustamente, si lamentano, allora sì che potresti pensare per un certo tempo di lockdown totale per riabbassare i dati spaventosi che sono in continua crescita: numero dei contagiati, i decessi, i ricoverati in terapia intensiva e nelle corsie di ospedale.

E’ pur vero che le tante ciarle che abbiamo sentito negli ultimi mesi non depongono verso uno spiccato ottimismo su come le cose possano andare nella direzione auspicata. Al riguardo lapalissiane sono le dichiarazioni di quegli imprenditori che, sollecitati da chi ci comanda che assurge a garante, vanno in banca per chiedere dei prestiti agevolati per poter salvare le loro attività economiche. Per molti di loro la risposta delle banche (e non del pizzicagnolo!) è sempre la stessa: “Non ve li diamo perché non ci fidiamo delle promesse dello stato”. Poveri noi…

Intanto, in attesa di altri dpcm, sfornati, ormai, con assiduità impressionante, emigriamo a livello planetario perché pare stringersi sempre più il cerchio su chi ha diffuso per prima il virus, tra l’altro artificiale e batteriologico: la Cina. Lo ha affermato proprio una virologa orientale, Li-Meng Yan, affermando che “il virus è stato creato in laboratorio proprio nella ormai famigerata Wuhan e che, dopo un periodo straripante di contagi e decessi in quel paese, ora si va in giro tranquillamente, senza mascherina”; e questo per una forma di superiorità sul resto del mondo. All’uopo vengono mandati filmati di propaganda dove si vedono centinaia e centinaia di cinesi in fila, col braccio già pronto e scoperto, per ricevere il vaccino che ancora non è stato testato e di cui non si conosce ancora  l’efficacia!!! “Perché – prosegue la Yan – in Cina l’essere umano conta meno di zero (e non ce lo doveva dire la virologa, l’avevamo capito da tanto tempo, ndr), viene imposto di fare il vaccino qualsiasi cosa ci mettano dentro per far vedere al mondo che gli scienziati di qui sono stati i primi. Diventa anche una questione commerciale, magari diranno fra poco tempo che nell’assumerlo non è morto nessuno, che anzi, vedete?, non c’è più traccia di Covid e così cercheranno di bruciare gli altri, e fare un’infinità di soldi”. Ora non sappiamo dove risieda questa virologa (sicuramente più coraggiosa e competente di molti dei suoi pari grado nostrani) ma certo avrà scelto un posto sicuro…

Insomma, avanza a grandi passi anche il discorso economico e di guadagnare con ingordigia magari gran parte della torta, con le potenze, l’una contro l’altra schierate. Altro che coesione, altro che unità di intenti. E altro che europa unita. Ognuno pensa a sé stesso, se ne fotte degli altri, anche nell’ambito della stessa nazione. Tutto questo quando ancora, dal punto di vista sanitario, ormai quasi ad un anno di distanza dalle prime manifestazioni del virus, si vede sempre meno vicina (anzi…) una soluzione dei problemi.

Lascia un commento

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com