Litorale Russo, ma non dormo Ultim'ora

CONVIENE O NO?

di Ugo Russo 

Continuano a susseguirsi e semmai ad aumentare le notizie brutte, terribili, sui telegiornali, sui giornali radio, riportati da ogni organo di informazione e c’è sempre meno spazio per quelle allegre, spensierate che, invece, in un periodo del genere, che sembra non volere finire mai sarebbero gradite, eccome!!!, per stemperare le tensioni.
E torna periodicamente il quesito se certe, di queste notizie, andrebbero diffuse con grande risalto, oppure se converrebbe appena divulgarle o addirittura ignorarle. Perché, specialmente tra i nostri sempre meno affidabili giovani, si va a grandi passi diffondendo lo spirito di emulazione ma di che cosa? Delle cose belle, da prendere ad esempio, o di quelle deplorevoli, che hanno la morte altrui come “straordinario” traguardo da raggiungere? Ma queste ultime, naturalmente… Così c’è chi ha preso a seguire con ingiustificato interesse le stragi nelle scuole americane (sotto al titolo o in basso immagini relative alle stesse), o in qualche altra parte del mondo, non per farne motivo di biasimo o di disprezzo ma per approvare le gesta dei criminali che le hanno messe in atto; inoltre, per copiarne alcuni intendimenti e, insomma, per farne dei veri e propri eroi. E nel loro piccolo imitarli col solo proposito di far male. E’ di questi ultimi giorni la vicenda di Abbiategrasso, nelle vicinanze di Milano, dove in una scuola, un delinquente di 16 anni (non un ragazzino come hanno provato a dire certi giornalisti che, deontologicamente parlando, non sanno neppure cosa significhi fare la loro professione) ha provato ad uccidere l’insegnante di italiano e storia che aveva detto che lo avrebbe interrogato perché, avvicinandosi la chiusura dell’anno scolastico, voleva che recuperasse in queste materie dove era largamente insufficiente.

Allora, da buon vigliacco come sono tutti quelli che premeditano simili atti abominevoli, ha aspettato che la donna, 52 anni, si girasse di spalle per colpirla con un coltello, con una lama di 30 centimetri, procurandole gravi lesioni alla testa, alla spalla e al braccio destro, mandandola in ospedale in condizioni critiche. Poi, tirando fuori una pistola (e qui le versioni sono ancora contrastanti: completamente giocattolo o ad aria compressa, e questa può fare molto male perché, comunque, spara pallini) ha minacciato i compagni di classe che sono riusciti a fuggire in fretta. Accanto la foto delle due armi al vaglio dei Carabinieri.

A scuola le armi gliele aveva passate qualcuno o le aveva nascoste lì? Macché, se le era accuratamente portate da casa. I reati contestati dalla Procura per i minorenni di Milano sono tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e detenzione di armi finalizzata alla commissione del reato di tentato omicidio. All’esito dell’udienza il giudice per le indagini preliminari ha disposto nei confronti dell’indagato la misura della custodia cautelare in carcere. Inascoltabili le parole del legale della famiglia del 16enne che ha detto: “Siamo stupiti (!!!!!), ci aspettavamo sì una pena restrittiva ma di tipo sanitario non il carcere”. E invece noi ci aspettiamo che marcisca per tanto tempo in galera per riflettere su quello che ha fatto”! I problemi grossi, però, arrivano adesso. Pare che già centinaia di imbecilli abbiamo scritto sui social al delinquente con parole di apprezzamento per quello che ha fatto. Un altro pseudo-eroe di questo mondo malato. Appunto per questo, attenti che non si verifichi un’ escalation dei casi.

E non sarebbe male pensare ad un metal-detector sotto il quale dovrebbero passare gli studenti al momento di entrare a scuola e che rileverebbe subito la presenza di oggetti metallici che hanno addosso o negli zaini. Poi altre notizie che fanno rabbrividire, come quello che ha ammazzato la fidanzata incinta di sette mesi (dunque ha eliminato anche un’altra creaturina che era prossima alla vita) perché lei aveva scoperto la sua relazione con un’altra (questo deve vedere le sbarre fino all’ultimo dei suoi giorni; la sua stessa madre lo ha definito un mostro); oppure fanno capire quanto sia stupida, cretina, imbecille una buona fetta degli esseri umani che arrivano a gesti estremi senza considerare le conseguenze, come quel giovane (e ci risiamo!) influencer che accettando una sfida letale e far vedere il suo coraggio di affrontare qualunque cosa ha ingerito in diretta su tik-tok (che rincoglionisce e porta a volte a giocare con la propria esistenza), in pochi minuti e in grande quantità, una sostanza troppo aggressiva ed è morto. Ma perché vi ostinate a considerare zero la vita umana?

E CHISSENEFREGA!!! – Con tutti i problemi che ci attanagliano, fin troppo si è parlato di un argomento che interessa nessuno: l’uscita di fabio fazio dalla rai. Così da più parti hanno telefonato anche a me se volevo esprimere la mia opinione essendo stato 40 anni nell’emittente di stato. Pensate se dovevano sfruculiare proprio me che da un grave danno, da una indecente infamità perpetrati nei miei confronti é nata la sua ascesa. Non ho detto nulla in passato perché in fondo la mia carriera la sto ancora portando avanti nella maniera migliore ed onesta possibile. Restano due testimonianze importantissime perché partorite da persone di grande lignaggio. Mi disse Sacerdote, che con Falqui firmò i più grandi programmi di intrattenimento rai per almeno venti anni, e che era il Presidente della giuria che doveva eleggere i vincitori del “Volto nuovo per gli anni ‘80”, che poi doveva portare a uno show di 12 puntate in prima serata su rai1 mai realizzato: “Ho detto che come imitatore hai stravinto tu, ma ti hanno voluto anteporre un ragazzino, che sa fare solo 3-4 voci e neanche bene. Sei un professionista, quello non è degno di allacciarti neppure le scarpe. Allora sappiano che con la rai ho chiuso”. L’altro è Magliaro che in questi ultimi giorni ha tirato fuori un’altra sua verità: “Per aver espresso certi miei giudizi, sono stato per lungo tempo ad annaffiare la pianta sul davanzale dell’ufficio assieme a Luca Giurato e non bisognava fare altro. In rai c’è chi dispone che uno deve andare avanti e l’altro si deve fermare”. Forse alludeva, tra gli altri, a bv?

C’E’ DA VERGOGNARSI? – La scorsa settimana sono stato invitato a roma, come relatore, ad un importante convegno. Visto che molto del percorso con la macchina lo avrei dovuto effettuare all’interno della famigerata zona ztl ho deciso, dopo tanti anni, di agevolarmi di autobus e metro. Ho pensato di vestirmi a modo con giacca, camicia e cravatta (naturalmente anche i pantaloni!) e ho visto che non c’era nessuno!!! nel lungo tragitto e anche in strada che era vestito in tal modo. In giro per lo più giovani con jeans strappati con ampi squarci, magliette sozze e con stampate sul davanti frasi irripetibili, tatuaggi a non finire, orecchini e nasi devastati da cerchietti anche tra i maschietti, in più quando si incontravano alzavano il braccio “Scialla!”, “Bella zi” ecc. e cominciava a diffondersi dalle ascelle un odore non certo gradevole. Ma non è che pure le persone di mezza età o gli anziani mostrassero abbigliamenti da segnalare come eleganti. E poi capisco le critiche che si sentono nei servizi che realizzano su quelli che prendono gli autobus: ne passa uno ogni ora e sono sempre stracarichi. Erano circa le 11 di mattina ed eravamo stipati sull’H. Ad un certo punto dal fondo della vettura si alza una voce rivolta all’autista: “A testa de’ c…., voi accenne l’aria condizionata che se stamo a schiattà de callo”! Aria condizionata che ovviamente non funzionava e l’autista ha proseguito serafico, come se non avesse sentito. Ma tornando a prima: visto che erano gli altri a guardarmi per come ero vestito, quasi a volermi far sentire ridicolo!!!!!, cos’è, mi dovevo vergognare io? Allora scendo al loro livello: ma andate affan…!

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