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Così è troppo!!!

di Ugo Russo

Immagini di devastazione, disperazione, povertà e morte. Così è ridotta l’Italia in una delle regioni ritenute da sempre tra le più floride e prive di problemi, l’Emilia-Romagna. Ricordate gli epiteti affibbiati nel tempo a Bologna? La dotta, perché ricca di storia e di cultura in ogni suo vicolo (oltre che per il fatto di ospitare la più antica Università del mondo occidentale); la grassa per la bontà della sua cucina conosciuta in tutto il mondo. Tutto svanito in un amen, perché anche il capoluogo ha dovuto interrompere per almeno un paio di giorni tutte le attività, impreparato a una catastrofe simile. In trenta ore è caduto un numero di millimetri di pioggia, 200, riscontrabile in tutta l’intera primavera e oltre, con i sindaci delle varie zone colpite che continuano a lanciare un appello dopo l’altro. Un’alluvione mai vista prima in tutta la regione, tutti i fiumi sono esondati, frane, smottamenti continui che hanno portato sulle case, oltre alla paurosa quantità di acqua, fango e detriti.

Dice musumeci, ministro della protezione civile: “Una tragedia di assoluta gravità, più di mezzo milione di persone sono anche rimaste senza elettricità per giorni e giorni centinaia di paesi sono rimasti isolati. Sono almeno 400 le strade sprofondate e bloccate che non permettono alcun collegamento. Tra la prima di dieci giorni prima e la seconda ondata decine di morti e dispersi”. Fin qui la cruda disamina dei dati e dei danni, Non ci piace, il ministro, quando prosegue puntando il dito su pericoli e responsabilità: “Delle vittime siamo tutti responsabili (!!!), noi che abbiamo rovinato l’ambiente; e nessuna zona d’Italia  è sicura, domani quanto capitato in Emilia-Romagna potrebbe succedere ovunque”!!!!!!!!!!!!!! e ancora: “In due tranches, tra la prima e la seconda volta abbiamo deciso lo stanziamento prima di 10, ora di 20 milioni per riparare i primi danni e avviare la ricostruzione”. E che sono, petecchie???!!! Facciamo a capirci, ministro (per la serie: si allunga il numero delle persone che la Meloni ha sbagliato ad affiancarsi), può succedere ovunque, dice: cos’è un cominciare a togliersi di dosso responsabilità? Personalmente non mi sento affatto responsabile (io, ma assieme a tutti gli altri italiani) di un disastro simile e poi non le sembra di stare a parlare di terzo mondo?

 

Allora facciamo dei distinguo: abbiamo grossissimi problemi e dobbiamo risolverli per rispetto IN PRIMIS a tutti i nostri connazionali. Ergo, tutti i soldi a disposizione cominciamo a erogarli per mettere in sicurezza il nostro territorio  e basta far venire gente dall’estero. Ricordiamoci che ogni migrante che arriva ci costa 130 euro al giorno (che paghiamo noi!) e quelli che lavorano o si danno da fare sono al massimo il 10% (per eccesso). La rimanente percentuale la trovi seduta sui muretti, a sentire musica, a fumare canne, se non a fare qualcosa di molto peggio. Rimandiamoli dove sono partiti e PENSIAMO A NOI!!! Ma non va bene alla porca unione europea… Se è il caso facciamo un’azione dimostrativa forte, minacciamo di uscire, poi vedrai come si caleranno le braghe! Intanto vedremo chi ci aiuterà per questa ennesima tragedia. Perché solo l’Italia è capace di aiutare tutti, di ospitare tutti pur non potendoselo permettere. Ma ora BASTA!!!!!

 

E dei meteorologi (altra categoria inutile, semmai dannosa, come i virologi) ne vogliamo parlare? Nessuno che abbia previsto che in meno di due settimane ci sarebbe stata un’altra alluvione peggiore della precedente. Non si assumono responsabilità e si dicono vicini alle famiglie dei morti? Vergogna. Per i migranti che arrivano (e scappano dai luoghi di accoglienza) i posti negli alberghi (anche nella stessa Emilia-Romagna, come successo fino al recentissimo passato) si trovano, eccome! E allora dopo la prima alluvione non si potevano allontanare tutti i residenti a rischio e metterli negli alberghi vicini alle zone colpite fino a momenti migliori? Un detto popolare recita che non si fa niente fino a che non ci scappa il morto.Ma qui i morti sono stati troppi e più passa il tempo e più è incerta la sicurezza della nostra terra.

 

GIRO D’ITALIA NON CON LE BICI MA COI TAMPONI – Quell’immagine virtuale che si qualifica come direttore generale dell’oms, Ghebreyesus -dopo averci ammorbato per tre anni con notizie terrificanti sulla pandemia, i suoi effetti nel tempo, i morti- non ha fatto in tempo a dire che l’epidemia da covid era finita che ogni giorno al Giro d’Italia la classifica generale la fanno i… tamponi. Una cifra sbalorditiva è quella dettata dai corridori ritirati perché risultati positivi al covid e tra questi protagonisti tra i più attesi. La direzione della corsa rosa ha cercato di prendere provvedimenti elargendo nuove direttive come “i corridori devono tenersi a debita distanza tra loro” (ma avete visto solo in partenza come sono schierati?), nulla da fare. Casi aumentati a dismisura e prime illazioni. Come mai il virus (in tal modo tornato prepotentemente alla ribalta) colpisce solo i ciclisti e non, ad esempio, direttori sportivi e giornalisti? Qualcuno è anche arrivato a ipotizzare: “non è che la pandemia non c’entra niente, questi che hanno la coscienza sporca hanno paura che ci siano controlli antidoping a sorpresa e, d’accordo con la propria squadra, inventano tamponi positivi? Il ciclismo, soprattutto quello italiano, non attraversa un bel momento, anzi… Lo vogliamo far precipitare nel baratro?

 

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