Una cappa di profondo dolore e tristezza è scesa in queste ore sul giorno di Pasquetta. Tradizionalmente dedicato alle gite, al divertimento, all’allegria nello stare tutti insieme. La notizia della scomparsa di Papa Francesco ha raggiunto tanti di noi questa mattina mentre stavano consumando in famiglia la classica colazione pasquale, un momento di aggregazione raro in un momento storico in cui tutti vanno di fretta. Improvvisamente il Lunedì dell’Angelo è diventato un giorno di costernazione, sapevamo tutti che prima o poi il Santo Padre sarebbe tornato da Dio per le gravi condizioni di salute, ma speravamo sempre che quel momento arrivasse il più lontano possibile. Papa Francesco ci ha lasciato nel modo a lui più congeniale, non ha voluto “offuscare” la Pasqua, il giorno della Resurrezione, ma se ne è andato all’alba della Pasquetta, in silenzio, al primo sorgere del sole. Un Pontefice ma soprattutto un uomo amato dal popolo, venuto dal popolo, un gesuita particolare che ha saputo catturare l’amore della gente per la sua semplicità ed umanità. Un Papa che è intervenuto in questioni delicatissime, non ha mai nascosto sotto il tappeto del Vaticano la polvere delle nefandezze compiute nel corso dei decenni da alcuni ecclesiastici, ha sempre dichiarato che la verità dovesse essere al primo posto. Un Papa che aveva un rapporto diretto con la stampa, memorabili le sue conferenze sull’aereo al ritorno dai tanti viaggi in giro per il mondo. In questa triste Pasquetta ci lascia un grande personaggio, degno rappresentante di Dio sulla terra, ma anche uomo vero che ha saputo costruire la sua grande umana dalle umili origini. Papa Francesco era uno di noi, amava il calcio ed il suo San Lorenzo nel campionato argentino, speravamo di poterlo avere con noi ancora tanti anni. Ora il Pontefice è salito in cielo da lassù auguriamoci che sappia proteggere il suoi fedeli. E che soprattutto illumini i Cardinali che tra qualche settimana dovranno scegliere il successore. Il mondo ha bisogno di un Papa forte e deciso che sappia parlare ai potenti che sembrano avere tanta voglia di giocare alla guerra. Servirà un Papa che fermi le tante mani che, dagli Stati Uniti alla Russia, dall’Europa alla Cina, hanno già le dita sul grilletto delle armi. Ciao Papa Francesco, ci mancherà quel tuo sorriso che regalava speranza e fiducia.
Gianni Palmieri
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