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Fermate subito il calcio!

di Ugo Russo

​Come si temeva, oserei dire si prevedeva, il Covid 19 continua a farsi largo a grandi falcate nel nostro campionato: dopo i non pochi giocatori fermati in avvio di stagione dal virus, l’ecatombe dei tanti calciatori e di alcuni membri dello staff del Genoa. In più si comincia a discutere e a temere fortemente per gli atleti delle squadre che hanno affrontato quei giocatori infetti. E ogni settimana potrebbero uscir fuori altri casi Genoa fino a che…

Se ne discute soltanto, però, perché per far entrare nelle tasche degli ingordi padroni di questo sport bei soldoni “the show must go on” a tutti i costi magari fino a quando un calciatore non ci rimetterà la pelle e forse anche allora si continuerà ad andare avanti (ricordate l’episodio della morte dell’Ispettore Raciti?) in un momento in cui i numeri dei contagi si sono ampliati a dismisura e considerate, poi, che non sono quelli reali. Per contro si continua a parlare a sproposito: si dice che dopo un gol non bisogna lasciarsi andare a facili entusiasmi, ad abbracci pieni di trasporto e come tali altamente pericolosi (ma questo era stato già detto in estate ma nessuno ha dato retta a ciò e non è stato ripreso. Del resto ai giocatori, ai quali è stato pure ridimensionato l’ingaggio, levate pure questo ed è come se non entrassero neppure in campo). Ma lo scenario era tanto prevedibile quanto grottesco, posto che il contatto fisico, componente fondamentale del calcio, è un elemento che di per sé espone al rischio del contagio per cui si sapeva che abbracci, atteggiamenti muso a muso potessero portare i giocatori al rischio di infettarsi.
Intanto, però, si levano voci di imbecilli che dicono che non si può fermare nulla però si devono mantenere le distanze quando si gioca!!! Sì, così se stanno tutti a minimo di un metro l’uno dall’altro le partite finiscono 55-28! Già si segnano tanti di quei gol, più della metà regalati, mai come in passato…

Quindi non ci inventiamo fregnacce: non si può giocare E NON SI GIOCA! SI FERMA TUTTO fino a quando non ci saranno un po’ di serenità, tranquillità e sicurezza in più.

Si rendono conto questi signori che siamo in piena terza guerra mondiale per gli effetti che tende a procurare, ancora più pericolosa perché è una battaglia​ batteriologica, ancor peggio di quella decisa da colpi di mortaio o di fucile. Nei due precedenti tragici eventi il calcio si fermò, perché era necessario così, per anni;​ qui speriamo di parlare di molto meno ma si deve sempre fermare!

Si obietterà che c’erano altre condizioni, che oggi attorno al mondo della pedata c’è un grande business, uno straordinario indotto che dà da mangiare a tantissime persone, ma, a parte che ci sono quelli che mangiano come porci e la maggior parte il giusto per garantirsi un piatto di pasta a pranzo, la salute deve contare e venire prima di tutto. In qualche modo si farà ad andare avanti economicamente, stoppiamo qui! Anche perché come si fa ancora ad infervorarsi per spettacoli così miseri come quelli che offrono le partite di oggi?

La cosa si paventa ancor più grave se ci rendiamo conto nelle mani di quali deficienti (per fortuna, non tutti) siamo: i nostri cari e super pagati virologi, perché per intervenire alle varie trasmissioni si fanno pure pagare per dire cazzate! Non si sa ancora, ad esempio,quanto tempo passa tra un contatto e lo sviluppo di una positività in altra persona; se siamo entrati o stiamo per farlo in una seconda ondata ovvero se si spera di uscire presto dal troppo oscuro tunnel; ​ se il rimedio SICURO sarà il vaccino e quando si potrà usufruirne (perché non si parla di un mese o del successivo ma ognuno parla di un anno diverso…). Comunque, è vergognoso, schifoso che loro, spesso, alle varie domande, si rifugino in un “A saperlo”!!! Schifo! E a chi lo devo chiedere al (con tutto il rispetto per le categorie) norcino? Al caldarrostaio? Al fabbro?

E’ il caso di fermarsi, dunque, e anteporre la salute al calcio, perchè lo sport e il calcio non sono contesti sociali a sè stanti ma facenti parte di una società che deve essere sempre e comunque tutelata.

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