di Mauro Coni
Non che adesso fosse grande! Aveva solo cinque anni ma quei rettiloni lo accompagnavano da sempre. Ne aveva a decine, di plastica, di gomma, snodabili, feroci, e ci giocava senza stancarsi mai. Probabilmente gli dispiaceva che non ci fossero più, forse era stato un errore eliminarli, così belli, così maestosi. L’estate nuotavano nella piscina fino a sporcarla di terra; contenitori enormi li raccoglievano e ne arrivavano sempre di nuovi perché nonni e zii conoscevano la sua passione. I suoi preferiti erano il triceratopo e il collo lungo, o brontosauro. Un giorno con sua sorella Arianna giocavano a palla in giardino. Sentirono uno strano verso. Non era un cane e nemmeno un leone. La testa gigantesca di un tirannosauro piombò nel giardino scuotendo l’albero di limoni! Il mostro protese le braccette e afferrò Flavio, che non sapeva se piangere di gioia o di paura, lo sollevò e corse via. Voi non avete mai visto correre un T.Rex, è uno spettacolo meraviglioso, le lunghe falcate, il suono possente dei piedi che fanno tremare l’asfalto. Mamma e papà erano a fare la spesa, Arianna non aveva tempo per pensare: inforcò la bici rosa e bianca e si lanciò all’inseguimento per salvare il fratellino. Flavio sentiva l’odore di quell’animale, vedeva le scaglie della sua pelle durissima, ed era come volare serrato al petto di quel colosso. Aveva sempre sognato di incontrarne uno vero ma questo era un incubo! La realtà era molto diversa dal sogno. Arianna invece era concreta, piedi ben a terra e volontà d’acciaio, pedalava come Indurain seguendo la puzza di quel rettilaccio. Quando lo ebbe a tiro iniziò a bersagliarlo di pietre. Le sue tasche ne erano piene. Il T.Rex piagnucolava, si profondeva in comici AHI! OUCH! ARGH! I sassi gli colpivano il sederone, la nuca, uno gli entrò in un occhio, un altro gli ruppe l’unghia del piede. Presto si accorse che aveva sfidato un osso troppo duro. Prima di danni ulteriori posò il bambino a terra e fuggì nei boschi cerveterani. Nessuno lo ha più visto e molti pensano sia solo una storia inventata. Ma non lo fu per i due fratellini: quando Flavio vide Arianna scendere dalla bici le corse incontro in lacrime, l’abbracciò e le disse: “Ti voglio tanto bene!”
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