L’architetto Giorgio Vasari lo realizzò nel 1565 ed è lungo 750 metri ed ovviamente si chiama Corridoio Vasariano. Negli anni novanta dell’altro secolo nel corso di un riallestimento di stile settecentesco 47 busti antico romani rappresentanti Augusto, Antonino Pio, Commodo ed imperatrici quali Sabina e Faustina furono tolti e messi nei magazeni degli Uffizi ed ora sono tornati ad ornare il Corridoio che i regnanti usavano per transitare sull’Arno dalla loro reggia a Palazzo Pitti a Palazzo Vecchio senza essere disturbati in qualsiasi ora del giorno e della notte. Abbiamo scritto più volte che basterebbe una piccola parte di quanto è allocato nei sotterranei degli Uffizi per allestire all’estero un gran bel museo. Ora Simone Verde direttore degli Uffizi, nella cui giurisdizione ricade anche il Corridoio Vasariano, ha ripristinato quanto suddetto, nell’ambito di “Futuro nell’Antico”, in modo di restituire alla fruizione pubblica quanto di ritrattistica archeologica (ovviamente all’epoca si usavano i busti) era già nel possesso delle collezioni medicee, una meraviglia di busti, come già sottolineato, dell’antica Roma, ponendoli di nuovo in bella vista nel Corridoio Vasariano, che chi scrive ha visitato, in varie occasioni, prima della sua chiusura la quale è durata anni, sia ornata dai suddetti busti che senza. Ora, con uno speciale biglietto, si entra dagli Uffizi e si esce nel Giardino di Boboli che è il magnifico giardino di Palazzo Pitti. Ovviamente, ed è più che giusto considerando l’afflusso il quale deve essere contenuto nel Corridoio Vasariano ed altrove nei siffatti storici e meravigliosi luoghi, che sia obbligatoria la prenotazione.
Arnaldo Gioacchini
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