di Ugo Russo
Lo sport italiano ha un nuovo re e tanti fattori contribuiscono a pensare che lo resterà a lungo. Intanto la giovane età, 22 anni, con la possibilità di migliorarsi ancora e diventare presto una macchina pressoché perfetta; il modo straordinario che ha di intendere il tennis, con colpi di una efficacia, precisione e potenza raramente visti in precedenza. Questo perché dimostra di leggere un attimo prima degli avversari la soluzione migliore da produrre tanto da scatenare bordate imprendibili; chiedete a Djokovic, che resta il numero uno del ranking mondiale (peccato che nell’ultimo mese le gare disputate non abbiano portato sostanziali punteggi che abbiano modificato le cose perché altrimenti l’azzurro, quarto al momento ma nel finale di stagione il più forte di tutti, lo avrebbe sensibilmente avvicinato) se quella sua intenzione di rimanere a lungo, nonostante gli attuali 36 anni, nel circuito, ritenendosi imbattibile, non cominci da qualche settimana a vacillare viste le “randellate” subite dall’altoatesino. Ma Jannik Sinner è grandissimo e dimostra con la testa di essere molto più maturo della sua età anche fuori dal campo, con consigli, responsabilità che si prende senza alcun timore, parole e fatti rimarchevoli nel sociale. Insomma, in tutto e per tutto, un ragazzo d’oro. Tornando al giocatore Sinner due cose lo identificano e ne fanno un personaggio: quel pugno alzato della mano destra ad ogni punto, specie quelli più importanti, conquistato e quel saltellare prima di battere quando è al servizio. Modi eleganti che si contrappongo, ad esempio, a quelli per nulla belli da vedere di un Nadal che si tocca davanti, di dietro e si ritocca…Nadal che di recente ha dichiarato di voler tornare: staremo a vedere. “Riprendiamo da dove eravamo rimasti” disse il grande Enzo Tortora quando ricominciò la conduzione di Portobello dopo la vergognosa parentesi giudiziaria. Ebbene, nella prima parte di questo articolo vi avevamo lasciato alla conclusione delle Atp finals di Torino, una settimana in cui gli occhi di tutti si erano riempiti e impreziositi del vero spettacolo che non tutti gli sport sanno offrire. Sinner per eccesso di cortesia, dopo averlo stracciato, aveva fatto in modo di far rientrare nei quattro semifinalisti il citato Djokovic che così ringalluzzito si era ritrovato vincendo un trofeo che poteva essere del nostro tennista. Ma quei giorni erano bastati per farci capire che anche noi, in casa, avevamo trovato un grandissimo campione. Avevamo trascurato, perché non davamo molto credito alla squadra Italia, quello che sarebbe successo di lì a qualche giorno: la conquista, dopo 47 anni dal primo alloro, della Coppa Davis!!! Sempre con Jannik protagonista a fare anche da chioccia allo stesso capitano non giocatore Volandri, a Sonego, Arnaldi, Musetti e Bolelli, mai impiegato, quest’ultimo, dai quarti in poi. E dunque, riprendiamo da qui. C’è chi ha fatto polemica per le scelte di Volandri sul primo giocatore da mandare in campo contro Olanda, Serbia e anche nella finale con l’Australia, quasi che il capitano azzurro pensasse che si dovesse vincere solo per 2 a 1 e non anche senza dover ricorrere al doppio.
E’ andata bene, però, perché nel più brutto incontro mai visto giocare in una finale per l’Insalatiera Arnaldi è riuscito a piegare Popyrin, due giocatori scarsi che giocavano non a fare punti ma a chi sbagliava di più. Due cose, però, in favore di Arnaldi, anch’esso ventiduenne: a inizio dello scorso anno era 363mo del mondo, poi con due buone stagioni ha scalato posizioni fino ad arrivare ad essere 44mo (e Popyrin 41mo, sic!); e poi tra i due è stato il più lucido nel momento che contava per portare a casa il match. Tra l’altro, Matteo Arnaldi è fidanzato con una australiana, Mia Savio, che pare però, nella circostanza, aver tifato Italia. A lei, che ha perso da poco il papà, ha dedicato la vittoria. Poi ci ha pensato super Jannik a ridicolizzare tira-molla De Minaur che ha potuto reggere per una trentina di minuti salvo poi crollare miseramente sotto le “cannonate” dell’italiano. Ed è arrivata la Coppa Davis: che meraviglia. Nella finalissima non c’è stato bisogno dell’apporto di Lorenzo Sonego, che ha costituito un ottimo doppio con Sinner. C’era chi lo vedeva primo singolarista contro Popyrin ma una volta tanto la dea bendata ha guardato dalla nostra parte… Oltre allo stratosferico Sinner, in proiezione futura, bisogna lavorare soprattutto e proprio su Arnaldi e Sonego. All’atto della premiazione si è presentato pure Nicola Pietrangeli, capitano di quella nazionale che fino a domenica scorsa aveva conquistato l’unica Davis nel 1976 e a sua volta grandissimo tennista. Commovente l’attimo in cui ha alzato l’Insalatiera. La bellissima domenica per il nostro sport si è conclusa con il bis di Pecco Bagnaia nel mondiale della motoGP: tallonato in classifica da Martin si è permesso il lusso di ribadire la sua supremazia vincendo pure l’ultimo Gran Premio della stagione. Ecco le cose stupende, le soddisfazioni che ci regalano tante altre discipline agonistiche ma non il calcio, come scriviamo da tempo immemore. Volete un termine di paragone? Nel tredicesimo turno del campionato del pallone la gara clou (!!!), la partita più attesa (da chi?) era juventus-inter un biscotto legalizzato nel senso che tutte e due per un’ora buona si sono accontentate del pareggio!!!!!!!!!!!!!! La seconda contro la prima della classifica!!!!!!!!!!! Una partita inguardabile. E lo spettacolo? Trovatelo negli altri sport.
Per effetto della vittoria in Davis la nazionale italiana è passata al primo posto nel ranking per nazioni di tennis. Un risultato storico che ci vede primeggiare davanti a Canada, Australia, Spagna e solo quinta la Serbia di Djokovic. Grazie, grazie, grazie, Jannik! A proposito di Nole, il serbo, bisogna spendere altre due parole per raccontare come sia molto diverso dal nostro campionissimo. Nei match è ancora il numero 1, va rispettato, quando è in forma è un extraterrestre, una macchina ma la distanza con Sinner sembra accorciarsi sempre di più e speriamo che presto possa avvenire il sorpasso. Ma è fuori dalle competizioni che Djokovic sembra avere molte lacune. Ha risposto anche verbalmente e con fastidiosi gesti di insofferenza ai tifosi che tifavano per i nostri ragazzi: e che pretendeva che lo sostenessero? Poi, è andato su tutte le furie per essere stato sottoposto a controllo antidoping due ore prima del match con l’inglese Norrie nei quarti di Coppa Davis: e che i controlli li devono fare solo gli altri in questo come negli altri sport? Ricordiamo per tutti, per essere il sottoscritto lì come inviato, il Giro d’Italia 2001, quando a Sanremo i Nas perquisirono fino alle 4 di notte (!!!) gli alberghi delle quadre partecipanti per trovare provette, materiali sospetti e fare prelievi per condannare corridori “irregolari”. E Nole è pure il n.1 come no-vax (anche se lui ha detto di non esserlo ma fare il vaccino è una scelta, non un obbligo): ricordate quando per un certo periodo fu fermato e gli fu pure vietato di entrare nelle città dove si svolgevano certi tornei? Poi è tornato agli Australian open. Comunque, tanti episodi che lo hanno visto sulle prime pagine dei giornali e non certo per lusinghiere recensioni. Tutto l’opposto di Sinner che, a dispetto della giovane età, passa un esame di maturità dopo l’altro e non solo in campo. L’eroe azzurro di Malaga si dimostra un campione anche nella vita, e subito dopo l’assegnazione ai nostri colori della Insalatiera ha speso parole al miele per Tathiana Garbin, capitana della nazionale femminile di tennis che lunedì 27 novembre ha subito il secondo intervento chirurgico per combattere un tumore raro: “Speriamo –ha detto Jannik- che questa vittoria le possa dare forza, saremo tutti con lei. Qui si parla di vincere la Coppa Davis, di fare la storia, ma quello che conta nella vita è tutt’altro. Quindi dobbiamo sentirci molto fortunati di essere qui”. Sei un portento in tutti i sensi, Jannik. Come sarebbe bello se molti dei nostri giovani potessero prendere esempio da te, se non su un rettangolo di gioco per tirare al meglio la pallina da tennis perché le tue doti innate non possono diffondersi facilmente, ma almeno per il modo di comportarsi tutti i giorni.
(GRAZIE, JANNIK – 2 fine)
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