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I Mille, non di Garibaldi ma negli stadi

di Ugo Russo
Tra una incongruenza e l’altra vanno avanti (male) le cose nella nostra disastrata Italia. Così, mentre del Covid 19, gestito come peggio non si potrebbe scriveremo dopo, é già ricominciato il campionato di calcio.

Bisogna far mangiare in maniera opulenta un pò di persone e la macchina non si può fermare fino a tempi migliori, che scherzi! Quando si era un pochino allentata, un paio di mesi fa, la morsa dei contagi si era parlato di riaprire gli stadi del calcio, sia pure in maniera parziale e il ministro Spadafora, giustamente potremmo scrivere, aveva annunciato che non se ne parlava neppure, non era il caso, non eravamo ancora fuori dal virus e pitipim, patapam. Anzi, ancor prima, era stato tra quelli più in disaccordo sulla ripresa delle partite.

Adesso che, vuoi o non vuoi, c’é stata una recrudescenza del numero dei contagi (che ballano sempre su valori alti, tenendo poi presente che non sono i veri valori che ci dicono ma molti di meno) e che i decessi sono tornati a salire in maniera davvero preoccupante, no, riapriamo magari solo ad un numero di mille persone, che si uniscono ai 500 addetti ai lavori (giornalisti, tecnici, operatori, steward, …qualche infiltrato) già presenti. Detto che mille unità all’interno di un impianto sportivo da 60-70 mila persone non solo non si sentono ma neppure si vedono e comunque, senza un canale ideale di accesso possono risultare deleteri a livello di possibili contatti. E poi le quattro-cinque squadre che vanno per la maggiore non vendono biglietti (ergo, non fanno entrare veri tifosi) ma privilegiano gli sponsor con biglietti omaggio. Per le piccole realtà il discorso é diverso e lì sono mille tagliandi venduti on line per incassare “comunque utili miserie”.
C’è pure il rovescio della medaglia: compagini che giocano in impianti storici, come il Luigi Ferraris, o Marassi che dir si voglia dal nome della zona della città, non si sono dichiarate pronte a far entrare persone e chissà quanto ci vorrà (magari dopo la sosta). Così Genoa-Crotone si é giocata ugualmente a porte chiuse. No, non sono mille spettatori che possono ridare credibilità a questo sport, meglio aspettare quando sarà possibile far affluire sugli spalti un numero cospicuo di presenze.
I rimedi sono ben altri e vanno trovati in fretta, seguendo poi, di pari passo gli sviluppi di questa maledetta pandemia. E non rendiamo ancor più ridicolo il mondo dell’italica pedata inventando di volta in volta, senza dare i tempi necessari per una eventuale attuazione, nuove regole atte a sconvolgere il meccanismo che ha fatto tanto amare il calcio nelle case degli italiani. Ritirare fuori la storia che questo campionato si potrebbe decidere con i play-off e i play-out é assolutamente vergognoso. Una squadra ottava alla fine della regular season a 40 punti dalla prima, perché si trova nel periodo migliore della stagione e con tutti i titolari disponibili e in gran forma, che fa? Vince lo scudetto? Non ci fate ridere, non é proprio il momento.
Tiriamo le prime somme? Esperimento mille spettatori, FALLITO anche perché, come scritto sopra, non c’é neppure chi sa organizzarsi per fare entrare quelli!
CORONAVIRUS – Manica di cialtroni (tranne rari casi) che vi fate belli ad apparire in televisione per raccontarci un cumulo di cazzate e vi pagano pure?  Ancora non ci sono certezze di tempi e rimedi, nessuno sa dire quanto ancora durerà, l’Oms (organizzazione mondiale della sanità) pare tutto un gruppo di orchi che sanno solo spaventare. Inoltre, continuate a pensare che abbiamo tutti l’anello al naso per farci infinocchiare da voi? Oppure pensate che l’italiano é un popolo cui escano i soldi dalle orecchie e continuate a tempestarci di richieste di soldi per la protezione civile (sic!), ospedali, organizzazioni umanitarie, villaggi in Africa per bambini e altro ancora. Dando retta a tutte le “voci proposte” partirebbero 200 euro al mese a persona. Ma una richiesta di soldi (che però andrebbero proprio per quel fine…) quando la facciamo per tutti quei milioni di italiani che muoiono di fame? 
La situazione delle mascherine continua a creare problemi e dissapori con quella gente becera che non vuole proprio saperne di indossarle; tutto, e lo ribadite, però, all’infinito, é sotto controllo. Anche quando, poco tempo fa, in un paio di giorni i contagiati erano saliti da 900 a 1800. Non servono comici da cabaret ma gente coscienziosa che possa farci capire realmente le cose. Mettiamo da parte quelli che si sono proposti finora ed escano fuori quelli realmente competenti.
Pensierino finale nel primo giorno d’autunno perché poi é proprio l’italiano ed in particolare i giovani a meritare quello che abbiamo: movide, rave,  accalcamenti hanno fatto degli ultimi mesi la Sardegna l’isola del sole, sì, ma anche dei contagi facili.

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