𝑼𝒎𝒂𝒏𝑰𝑨
Ricordi come era ieri,
a digiuno sull’altare delle prediche
pur di far volare l’immaginazione,
d’un modo che sembra ora scontato
col progredire leva per il successivo istante,
ora invece quel ticchettio di inimitabilità
che l’algoritmo tiene vivo senza sosta,
pur di incunearsi chissà dove
tra politica, economia e usi comuni,
d’un presente sempre meno realista
fatto coi calcoli in una stanza amorfa,
col domani sera progredito nella perfezione.
Intelligente e inarrivabile l’umano
che si chiamava solo per nome,
ora di artificiale c’è un qualcosa
diventato la soluzione migliore,
senza capire perché lo sia
per davvero.
Maurizio Spreghini (Rubiath70)

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