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Il Campionato degli infettati

di Ugo Russo 

Uno, due, dieci giocatori al giorno tra tutte le squadre; ormai non si contano più quelli che dall’inizio della seconda ondata (hai voglia a dire, è molto peggiore della prima) sono risultati positivi al maledetto virus che sta affliggendo l’umanità.

Questo non è più un campionato di calcio, alla fine, ammesso che avranno ancora il coraggio di mandarlo avanti e di non fermarlo come doveva essere fatto da tempo, vincerà la squadra che avrà dovuto sopportare meno defezioni, per positività (oltre a meno infortuni), durante tutto l’arco dell’annata, soprattutto se non coinvolgeranno i propri uomini più rappresentativi; vincerà chi avrà più fortuna, sia per il ragionamento fatto sopra, sia perché magari in qualche partita sarà dominata dall’avversario, che colpirà pure 3-4 pali, e vincerà per l’unico tiro effettuato nella porta della compagine oppositrice; vincerà perché aiutata da arbitri incapaci (e quanti ce ne sono nell’ultima “squadra”) che poi non saranno sostenuti da quell’autentico fallimento che è stato finora il Var, l’infernale marchingegno per il quale sono stati spesi un’infinità di soldi ed avrebbe ragione di continuare ad esistere solo se venisse radicalmente modificato il suo utilizzo. Ecco, in tutto questo non avete letto: per il bel gioco o per manifesta superiorità; allora, per tutti questi motivi ci aspettiamo che non vincerà l’undici ipoteticamente più forte o uno di quelli candidati dalla stampa specializzata (dove è più?) a primeggiare ma potrà succedere di tutto. Attenzione, però: continuando a farli giocare per forza, quando diciamo potrà succedere di tutto cosa altro ci dobbiamo aspettare, che ci resti secco qualcuno? E anche in quel caso, che ci auguriamo mai realizzabile, si continuerebbe ugualmente a scendere in campo?

Anche perché, parliamoci chiaro, il tutto si regge su un protocollo ridicolo, o meglio, che ognuno interpreta a modo suo. Premettiamo che ogni settimana il calciatore fa un’infinità di tamponi tale da farlo rimanere più nell’ambulatorio/laboratorio medico designato dalla società che sul terreno di gioco ad allenarsi e il cui numero è pari, assieme a quelli usati dai compagni, solo a quelli in dotazione ai migranti quando sbarcano a Lampedusa (pronti e assegnati, mentre i poveri italiani, che fra un po’ saranno loro a sbarcare in africa, devono fare 12 ore di fila e non sempre riescono ad averli a disposizione ).

Il protocollo in questione, siglato da lega calcio, figc, società calcistiche, governo con i rappresentanti sanitari, iss prevedeva che solo se una squadra, pur con tantissimi positivi (guarda il Genoa) ha fino a 13 giocatori disponibili (compreso un portiere) può scendere in campo. Se c ‘è una prima impossibilità a presentarsi scatta il rinvio, alla seconda occasione si applica (grande cazzata, perché non voluta) lo 0-3 a tavolino. In tutti gli altri casi ti devi presentare. Poi esce fuori una asl che decide e il Napoli, con “soli” due positivi non va a Torino. 0-3 a tavolino, come da protocollo e perché il giudice del calcio ha stabilito, tra l’altro, che la società partenopea aveva disdetto l’aereo per il capoluogo piemontese prima dell’intervento della asl. Ma ora sembra tornare tutto in discussione.

Poi, cosa più importante, se un giocatore viene trovato positivo deve (doveva) affrontare un periodo di quarantena di 14 giorni (poi portati a 10). Perché doveva? Perché uno viene trovato con l’infezione oggi, lo “massacrano” con altri due tamponi e il giorno dopo (negativo: possibile?) gioca!!!!! Non c’è, poi, come afferma qualcuno, uniformità tra i tamponi Uefa e serie A ed escono fuori strani responsi: debolmente positivo, positivo con alta carica ma, dice la asl, sempre di positività si tratta.  Si crea una grande confusione, molte squadre cominciano ad essere spaesate, alcune, come la Lazio, vivono un momento difficile e non sanno come devono comportarsi. Continuando di questo passo capiterà di vedere anche giocatori positivi al Covid- 19 in campo? Per la verità, ci siamo già arrivati: a Pamplona, in Spagna, non c’è soltanto la corsa dei tori. Un imbecille ha organizzato una partita tra sani da una parte e infetti dall’altra (vedi foto in alto). E’ stato solo denunciato e multato di 3 mila euro e gli è andata molto, ma molto bene.

La soluzione per risolvere tutto c’è e l’abbiamo urlata e sbandierata in più occasioni: fermate subito questo orribile calcio! Anche perché di pubblico (ridicole le mille persone), la vera essenza di una partita di pallone, non si parla almeno fino al termine del campionato. E i contagi aumentano, aumentano…

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