Arnaldo Gioacchini*
Il lago di Posta Fibreno è un luogo straordinario che è stato considerato tale fin dall’antichità e ne è testimone quanto scritto a suo tempo sia da Cicerone che da Marco Terenzio Varrone che da Plinio il Vecchio. Questo piccolo lago, che è una delle oasi naturalistiche più belle ed incontaminate di tutta l’Italia centrale, è situato nella Valle di Comino che è nella parte nord della provincia di Frosinone ove il Lazio confina con l’Abruzzo ed il Molise ed in passato veniva chiamato anche il lago della Posta. Il lago è di forma sinuosa che ricorda quella di un boomerang e chiude la sua forma con il suo emissario che è il limpido e puro fiume Fibreno (che finisce nel Liri poi affluente del Garigliano il quale sfocia nel Tirreno) detto anche “il fiume di Cicerone” che amava questi luoghi particolarmente ameni essendo nato nella vicina Arpino (la quale fu fondata dai Volsci), Cicerone il quale in proposito scrisse ( ovviamente tradotto dal latino): “Amo questa salubrità e amenità. Da quando sono giunto qui non mi posso saziare di tanta amenità e meraviglia”. Per comprendere meglio questo delizioso lago val la pena di entrare di più nel dettaglio: Il lago di Posta Fibreno è un lago collinare infatti si estende ad una altezza che non supera i 300 mt. ed è lungo appena più di un chilometro, con una larghezza media che è di c.a. 260 mt. con una punta di meno di 600 mt., con un perimetro totale di 5 km. ed una superficie lacustre che non supera il mezzo chilometro quadrato, con una profondità che va da un minimo di due metri e mezzo fino a 16 metri in località Carpello in quella che viene chiamata “la fossa di Cordigliane” sul quale fondale è stata collocata una croce che, data la limpidezza delle acque, quando il sole la illumina è ben visibile dalla superficie. Il crocefisso è in acciaio e platino ed è stato fatto dallo scultore Pino Bonavenia di Isola Del Liri e fu collocata nel fondale nell’anno 1977 dal Centro Sub di Sora e viene portato in superficie dai sub ogni anno ai primi di agosto in occasione della “Festa del Crocefisso del Lago e del Subacqueo” (durante la quale viene esposto sulla terraferma per la durata di un mese) che quest’anno 2025 conta la trentaquattresima edizione. La cerimonia prevede, insieme ad altri festeggiamenti, anche una affascinante processione notturna sul lago, illuminata dalle lanterne poste sulle imbarcazioni, con il crocefisso che viene portato su una “naue” una tipica imbarcazione, a punta quadra, di origine molto antica la quale, nonostante le sue dimensioni piuttosto contenute, può portare carichi anche di 4/5 quintali. Nel dettaglio: La“naue” è una piccola barca dal fondo piatto con la prua e la poppa rialzate costruita con assi di roverella incollate, la sua dotazione remiera è costituita da la “pala” un remo di tre metri di lunghezza e dal “palone” che è un remo più corto a forma di cucchiaio che serve anche per svuotarla dall’acqua; quando non viene utilizzata la“naue” viene tenuta sommersa nell’acqua del lago per evitare che il sole ne deformi il legno. Il lago di Posta Fibreno, che viene alimentato da sorgenti carsiche che, in certi momenti, hanno addirittura la straordinaria portata di 9.000 metri cubi al secondo! è circondato da bellissimi sentieri – natura ed è un vero e proprio “paradiso” per il birdwatching oltre che per i pescatori (la pesca,molto fruttifera, è permessa solo ai locali) i quali usano pure delle nasse intrecciate in vimini ed anche per i sub (che provengono non solo dal Lazio) i quali si immergono, ben contenti di farlo, nelle sue trasparentissime acque che sono però sempre molto fredde visto che, sia d’inverno che d’estate, hanno una temperatura costante di soli 11 gradi. E veniamo alla meraviglia delle meraviglie che connota e stupisce tantissimo tutti fin dal tempo di Gaio Plinio Secondo (detto Plinio il Vecchio) che per primo ne fece una dettagliata descrizione nel suo capolavoro ( che fra l’altro è l’unica sua opera pervenutaci) la famosa Naturalis historia, una sorta di vastissima enciclopedia costituita da ben 37 volumi, un’opera mastodontica e di grande bellezza, non comune ad opere del genere che tratta di geografia, antropologia, zoologia, botanica, medicina, mineralogia, lavorazione dei metalli ed, addirittura di storia dell’arte. Un’opera, la Naturalis historia, che ha quasi dell’incredibile con le fonti storiche le quali ci dicono che Plinio il Vecchio si avvalse, nell’opera di preparazione, della consultazione di ben 500 testi scritti da 2.000 autori! E veniamo al tratto “superdistintivo” del lago di Posta Fibreno ( che fra l’altro, come è facile immaginare, possiede una flora ed una fauna eccezionale e costituisce, di per se, uno splendido “affaccio” sui Monti Ernici) quella incredibile, bellissima e naturalissima “Rota”, l’isola di quaranta metri di diametro che così viene chiamata, dall’antichità ad oggi, per la sua forma circolare che ha affascinato, nel tempo, anche i viaggiatori e gli artisti del Gran Tour fin dal XVII° secolo comprendendo fra questi anche due personaggi piuttosto famosi: il pittore Jakob Philipp Hackert e lo storico Ferdinand Gregorovius. L’isola galleggiante, formatasi migliaia di anni fa, è posizionata in una dolina ben compresa nello specchio lacustre, ed è composta da un intreccio naturale fatto di cannucce di palude, torba e sfagno (il muschio della torba) il tutto di forma circolare sulla cui superficie crescono salici e pioppi e quando il vento soffia e l’acqua viene a modificare consistentemente il suo volume anche a seguito della forte immissione dalle sorgenti sotterranee nella grande quantità succitata, la “Rota”, non essendo radicata al suolo, fluttua sulla superficie muovendosi, in maniera importante, sull’acqua considerando anche il sicuro “effetto vela”, che sotto l’impulso del vento, fanno le rigogliose chiome dei suoi salici e dei suoi pioppi. Un fenomeno così raro che fa del lago di Posta Fibreno, già molto bello per suo conto, un luogo incantato che sembra, per lo straordinario fenomeno della “Rota”, si avvalga di una particolare magia tutta naturale, cosa che invece non avviene per le isole galleggianti ad esempio del grande lago (andino) Titicaca costruite dagli Uros usando la sovrapposizione della canna totora, isole che, oltre ad essere totalmente artificiali, ogni tre mesi vengono revisionate e rinforzate anche perché su di esse la suddetta popolazione ha costruito, in forma di capanne, le proprie abitazioni. Ovviamente, e ci mancherebbe il contrario, il lago di Posta Fibreno è Riserva Naturale della Regione Lazio.
* Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale

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