Litorale Russo, ma non dormo Ultim'ora

IL MONDO SI E’ CAPOVOLTO!

di Ugo Russo

Mezzanotte tra il 31 dicembre 2021 e il primo gennaio 2022: eravamo tutti a brindare sperando di aver esorcizzato due anni completamente negativi, che avevano portato tragedie, devastazione, povertà e morte. Con quei cialtroni che ci facevano capire che la pandemia era ormai alle spalle ci auguravamo di poter tornare al sorriso, agli abbracci, a una vita normale che ci potesse ridare un minimo di ritrovata spensieratezza. Niente di più falso; per come è cominciato questo 2022 sembra non solo che le cose non siano cambiate ma che è in atto un peggioramento che promette nulla di buono. E noi, in attesa di un altro Eschilo, famoso drammaturgo greco, che ci spieghi perché l’uomo è destinato costantemente a soffrire, vediamo che, una volta tramontati definitivamente i valori, il mondo agisce sempre nel modo contrario a quello che dovrebbe essere, un mondo completamente rivoltato nel suo incedere e che si va a capare le brutture anche quando non sarebbero assolutamente necessarie. Così. dopo un “sentito” ringraziamento alla cina per aver diffuso in tutto il pianeta il covid-19 (e leggeremo in un capitoletto a parte che, almeno qui da noi, il pericolo non solo non è scampato ma ogni giorno ci sono ancora un sacco di morti) ci mancava questa assurda e già troppo sanguinosa guerra. Scoppiata così, per caso, quasi in modo che nessuno se ne fosse realmente accorto. E siamo arrivati al DODICESIMO GIORNO DI GUERRA. No, questo non vuole essere un angustiante diario di bordo, è solo per rammentare quanto sta durando e quanto è destinato ancora a durare il conflitto. Qualcuno ha asserito che il capo russo sia un dittatore spietato che vuole ricorrere ad ogni mezzo (già sfiorata, tra l’altro, una catastrofe nucleare) per riannettere alla russia tutti quegli stati ex sovietici che hanno ottenuto l’indipendenza e l’Ucraina sarebbe probabilmente il più ambito. Così, o uccidendoli sul campo o facendoli emigrare avrebbe terreno fertile nel rioccupare tutti i territori ucraini. Ma avendo fatto i conti senza l’oste non si aspettava che la resistenza del popolo che ha come capitale Kiev fosse così fattiva e determinata. Il presidente Zelens’kyj si è rivolto in primis alla realtà occidentale dell’europa, chiedendo pure l’annessione alla ue, e a seguire attende il sostegno delle altre forze nato. Il fatto è che non è molto sostenuto da disegni unilaterali e convinti dei possibili alleati: l’europa continua a marciare a camere stagne e non congiunte e si trova pure in gravi difficoltà per le forniture di gas e petrolio di cui deve rifornirsi dalla russia. Invece di parlare a vanvera in tutti questi anni, adoperati per lo più a rifornire, sì, qualcosa ma soprattutto le tasche degli euro-parlamentari, si sarebbe potuta disegnare un’alternativa attingendo dalle risorse energetiche che ognuna poteva mettere sul piatto per formare un contraltare pronto proprio in casi come questi e senza sentirsi presi per il collo; gli stati uniti per ora non si sono sentiti, se non per qualche infruttuoso colloquio, e sono retti, forse, dal più insignificante e inconcludente presidente della loro storia (e dire che per decenni ne ha respirata, a vari titoli, di aria della casa bianca…). Chiaro che non va fatta in alcun modo la guerra ma almeno dimostrare di avere la situazione sotto controllo: te capì, biden?; altri stati si danno da fare, sempre diplomaticamente, s’intende, ma trovano dall’altra parte una barriera che sembra invalicabile; il Santo Padre, dopo due domeniche in cui all’Angelus ha invitato alla preghiera, ha finalmente mandato due cardinali a rappresentarlo nelle zone di guerra per una mediazione cristiana. Siamo convinti, che come avevamo auspicato nell’articolo precedente, pur se anziano e infermo ma tante volte ha viaggiato nel segno della pace, se dovesse servire sia anche nella volontà di andare lui stesso e a quel punto se ti rifiuti di sentire pure Papa Francesco vuol dire che… Mi si dirà: tante volte hai voluto gettare acqua sul fuoco, commentare in maniera meno grave le cose. E che dovrei fare salti di gioia per quello che stiamo vivendo? Piuttosto prendetevela con quelli che da anni ci stanno ammorbando con notizie sempre peggiori. Tanto per tirarci su il morale… Adesso sui social sta girando pure la foto di un orologio recante data e ora di un’ipotetica fine del mondo. Io non l’ho letta e non lo fate neanche voi, anzi indirizzate un bel paio di corna puntate su questo delinquente, apostrofandolo con una frase napoletana: “puozze schiattà”!!!

E IL COVID? Uno dei pochissimi effetti di cui non lamentarsi troppo di questa maledetta guerra è che da un po’ di giorni non si parla più di pandemia; ma non perché la cosa faccia alzare il morale (che vuoi stare tranquillo…) o perchè le cose siano migliorate, come vorrebbero farci credere gli incapaci che reggono le sorti della sanità italiana (numero tamponi ridicolo e dunque il tasso di positività continua ad oscillare tra il 9,5 e il 10,5%; i ricoverati negli ospedali e in terapia intensiva diminuiscono perché la gente non ci vuole andare, non per chissà quale miglioramento; a spiegare il motivo per  cui non va meglio per niente le centinaia e centinaia di morti ogni giorno. Ma maledetti che non siete altro, dove le trovate ancora queste altre persone decedute? Non vi sono bastate tutte quelle che sono mancate fino ad ora, e il cui numero avete dato con colpevole difetto; quando scenderemo abbondantemente a poche decine come negli altri paesi? Qualche “grande” virologo è ricicciato fuori con mascherine sì, mascherine no, quarta dose sì, quarta dose no, ma certo altre vittime del conflitto sono proprio i rappresentanti di questa categoria che dovevano confortarci con certezze e invece sono stati un’autentica delusione: sono vittime dal punto di vista economico in quanto non li chiama più nessuno e non possono mettere in berta altri soldi oltre quelli che hanno già messo al pizzo; in molti, poi, per raccontare fregnacce! E il governo riapre tutto senza aver trovato lo straccio di un rimedio, ma non vanno erogati i ristori che ha promesso in più occasioni e mai ha elargito; bisogna rendere di nuovo corposi i consumi (quando non gira più il becco di un quattrino e non c’è lavoro); necessario rimettersi in macchina e andare dal benzinaio, solo che ora un litro di benzina costa, e rifacciamolo il conto con le care vecchie lire, 4500 lire al litro!!! Quasi e a volte più di un litro d’olio d’oliva. Attenti quando cucinate a non confondervi e a non fare gli spaghetti aglio, benzina e peperoncino! Intanto, però, abbiamo un governo talmente debole che continua a farsi consigliare dalle altre potenze (penose) europee su quello che bisogna fare in questo momento di inaspettata e del tutto ingiustificata guerra. Poi va a finire, lo sapete il giochetto, no?, come nel butta il sasso e nascondi la mano: è stata l’italia! Tornando ai decessi è spaventoso il numero di morti, e non solo per covid, che ci racconta questo periodo. MAI così alto!!! Ogni due-tre notizie c’è il riferimento a un deceduto, vecchio, giovane, più o meno o per niente conosciuto. Non ci si capisce più niente. E la cosa colpisce la gran parte degli italiani il cui esborso più grande, a livello di spesa, è attualmente quello di comprare fiori per i funerali. Muoiono parenti, amici, con varie patologie e certe volte non si sa neppure perché. Ma c’è un motivo atroce: da anni, ormai, i settori degli ospedali sono stati quasi tutti modificati in “accoglienza per malati covid” e chi è affetto da altre malattie, sia pure gravissime, viene rinviato “alle calende greche”. E continuano a mancare dottori e infermieri. Con tutti i soldi sperperati, anche qui non si è dato seguito alle promesse fatte (“amplieremo gli ospedali”, “faremo un grande concorso per specializzati in campo medico”, ecc.) però, quando è in gioco la vita della gente non ci si può permettere di sbagliare, ma gli eventi, purtroppo, continuano a insegnarci che l’uomo è diventato soltanto un numeretto dal valore infinitesimale alla mercé di un manipolo di “senza vergogna”.

ADDIO, PINO – Mentre stiamo completando l’articolo giunge questa terribile notizia perché è morta un’altra persona che molto ha rappresentato per quello che da tutti è stato sempre considerato il vero calcio, quello di una volta: Giuseppe “Pino” Wilson se l’è portato via un ictus a soli 76 anni. 324 partite con la Lazio, di cui è stato un’autentica bandiera, e anche 3 presenze con la nazionale italiana, con cui ha partecipato alla sfortunata partecipazione al mondiale del 1974. E’ stato uno dei più grandi difensori della sua generazione, eppure allora il calcio sfornava fior di campioni non emerite pippe come oggi. Il nostro lavoro ci ha dato la possibilità di conoscerlo, frequentarlo e di raccontarne le gesta. Una gran persona, sempre disponibile alle interviste e che, da capitano, guidò la Lazio al suo primo scudetto. Ci uniamo al cordoglio della famiglia; a tutti i tifosi laziali vogliamo regalare una sua immagine felice dopo una vittoria: è assieme a Maestrelli e Chinaglia, con papà Lenzini indubbiamente i quattro simboli di quella squadra tricolore. Ora li ha raggiunti in cielo ed insieme, da lassù, guarderanno e commenteranno le partite di questo campionato, non potendo fare a meno di dire: “Che noia, il nostro era tutto un altro calcio, sì che regalava spettacolo, amore e passione!”.

 

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