di Arnaldo Gioacchini
Si fa tanto un gran parlare Hasekura Tsunenaga e dei suoi “percorsi” come se il suddetto fosse scoperto ora ed attualmente parlare di lui vada molto di “moda” ed allora chi scrive il quale, da vari decenni conosce il personaggio, tanto da inserirlo in uno dei suoi otto libri che ha scritto, desidera dettagliarne la storia raccontando anche cosa che riguarda il giapponese ed è accaduto concretamente, di rilevante, ai nostri giorni. Nel 2019, dal 15 al 31 agosto, con il patrocinio dell’Ambasciata del Giappone presso la Santa Sede e la visita dell’ambasciatore nipponico in Italia, per ricordare l’evento del soggiorno di Hasekura Tsunenaga presso il castello di Santa Severa si tenne una mostra dal titolo: “ La Luce ed il Sole” curata dal bravissimo storico Dr. Giuseppe Riccio.
Già all’epoca, dimostrando l’ennesima lungimiranza giornalistica, stando esattamente sul “pezzo” come si dice in gergo giornalistico, il quotidiano “La Voce” pubblicò un mio articolo sul tema considerando che chi scrive conosce bene e stima molto il suddetto grande storico ed ha svolto approfondite ricerche storiche su quanto accadde nel 1615 con Hasekura Tsunenaga quale fondamentale protagonista degli eventi. L ’Amministrazione Comunale di Civitavecchia si è impegnata, con il convinto patrocinio del Ministero del Turismo, torna (il Giubileo si avvicina) sul tema, del che ci fa solo un grande piacere considerando le ricerche che il sottoscritto esercitò in proposito. Per cui al fine di dettagliare quanto scritto perché racconta, anche nel dettaglio, l’andata ed il ritorno del suddetto Hasekura e del suo seguito, anche attraversando gli oceani (Pacifico ed Atlantico) ed il Mar Mediterraneo, descriviamo, con esattezza, i fatti: Nel lontano 24 ottobre 1615 Tsunenaga Hasekura Rokuemon venne accolto nella, allora fortezza, del castello di Santa Severa, prima di incontrare il Papa il quale come è noto dimorava nel Palazzo del Quirinale. Hasekura è stato il primo ambasciatore giapponese in Europa ed era un samurai, oltre ad essere anche un esploratore, al servizio di Date Masamune, il daimyō ( che era la carica feudale più importante in Giappone fra il secolo XII ed il XIX – ndr) di Sendai. Si conosce poco sulla vita precedente di Hasekura Tsunenaga, eccetto il fatto che fu un samurai veterano della invasione giapponese della Corea sotto il Taiko Toyotomi Hideyoshi nel 1592 e nel 1597, mentre invece tramite le fonti storiche spagnole, giapponesi e l’archivio segreto del Vaticano si è riusciti a ricostruire il viaggio di Tsunenaga Hasekura Rokuemon il quale prima di giungere in Italia attraversò l’oceano Pacifico e quello Atlantico per poi navigare nel mar Tirreno fino a giungere a Civitavecchia per poi essere ospitato, dalla Santa Sede, nel castello/fortezza di Santa Severa di proprietà pontificia. Il lungo viaggio del samurai ambasciatore vale la pena di essere narrato anche perché vide coinvolta, per la prima volta, anche la Francia (inizio anno 1600) mentre per quanto concerne la Spagna la “frequentazione” risale ad un secolo prima con, a monte di ciò, i periodici naufragi delle navi spagnole sulle coste giapponesi e la rivalità commerciale che divideva la Spagna dal Portogallo e dall’Olanda, che vedevano molto male l’inizio del commerciare spagnolo con il Giappone. Necessiteremmo di molte pagine (che non abbiamo) per parlare di questa sorta di primazia che gli spagnoli stabilirono con il Giappone e del trattato che fu firmato il 29 novembre 1609 fra i due stati sovrani in base a cui gli spagnoli avrebbero potuto costruire un’industria nell’est del Giappone, ed i loro specialisti in mineraria sarebbero stati importati dalla Nuova Spagna ( il Messico – ndr) ed alle navi spagnole sarebbe stato permesso di visitare il Giappone in caso di necessità e un’ambasciata giapponese sarebbe stata mandata alla corte spagnola. Va detto, in breve, anche come gli spagnoli, all’epoca grandi navigatori, iniziarono i viaggi attraverso il Pacifico tra il Messico (la “Nuova Spagna”) e la Cina, attraverso la loro base territoriale di stanza nelle Filippine, ciò a seguito dei viaggi di Andrés de Urdaneta nel XVI secolo, tanto è vero che Manila diventò la loro base definitiva per la regione asiatica nel 1571. Fatto questo necessario inciso storico vediamo perché e per quale motivo il samurai Tsunenaga Hasekura Rokuemon venne in Europa e particolarmente ad incontrare il Santo Padre a Roma. Nel 1611 lo Shogun (Shogun era un titolo ereditario conferito ai dittatori militari che governarono il Giappone tra il 1192 ed il 1868. Il titolo, equivaleva al grado di generale ed era riservato alla carica più alta delle forze armate del paese) decise di far costruire un galeone con l’intento di riportare in Messico (Nuova Spagna) il famoso esploratore Sebastián Vizcaíno ed il Daimyo di Sendai, Date Masamune, venne incaricato di condurre il progetto. Egli nominò uno dei suoi inservienti il samurari Hasekura Tsunenaga, a capo della missione. Il galeone, chiamato Date Maru dai giapponesi e successivamente San Juan Bautista dagli spagnoli, richiese 45 giorni per la costruzione, con la partecipazione di esperti tecnici dal Bakufu, 800 operai navali, 700 fabbri, e 3 000 carpentieri. Dopo il suo completamento, la nave salpò il 15 settembre 1613 (28 ottobre 1613) per Acapulco in Messico per poi proseguire il viaggio in terra ed in mare (attraversamento dell’oceano Atlantico) fino a giungere a Siviglia il 23 di ottobre del 1614 con il “nostro” Hasekura Rokuemon che nella sua veste di ambasciatore era accompagnato da 30 giapponesi con le spade, il loro capitano della guardia, e 12 arcieri e alabardieri con lance pittate e spade da cerimonia. Hasekura il 30 gennaio 1615 incontrò a Madrid il re di Spagna Filippo III consegna dogli una lettera del suo signore Date Masamune e l’offerta di un trattato. Il re rispose che avrebbe fatto quello che sarebbe stato in suo potere per venire incontro alle richieste. il 17 febbraio Hasekura fu battezzato dal cappellano personale del re e rinominato Felipe Francisco Hasekura. Dopo il viaggio attraverso la Spagna, l’ambasciata salpò nel Mar Mediterraneo a bordo di tre fregate spagnole verso l’Italia. A causa del cattivo tempo, le navi dovettero far sosta nella baia francese di Saint-Tropez e questa inaspettata visita di Hasekura Tsunenaga a Saint Tropez risulta essere il primo esempio documentato di relazioni tra Francia e Giappone. Successivamente l’ambasciatore giapponese ed il suo seguito si imbarcarono di nuovo per sbarcare poi a Civitavecchia, porto dello Stato Vaticano, e poi subito alloggiato, con tutti gli onori, al castello di Santa Severa il 24 ottobre per essere poi ricevuto, in speciale udienza, dal papa Paolo V a Roma, nel novembre 1615. Hasekura, nell’occasione, consegnò al papa una preziosa lettera decorata d’oro, contenente una formale richiesta di un trattato commerciale tra Giappone e Messico, oltre che l’invio di missionari cristiani in Giappone. Il papa accettò senza indugio di disporre l’invio di missionari, ma lasciò la decisione di un trattato commerciale al re di Spagna. Il papa scrisse poi una lettera per Date Masamune, della quale una copia è a tutt’oggi conservata in Vaticano. Il Senato di Roma conferì a Hasekura il titolo onorifico di Cittadino Romano, in un documento ch’egli successivamente portò in Giappone e che oggi è ancora visibile e conservato a Sendai. Comunque Hasekura e la sua delegazione rientrarono in Giappone solo nell’agosto 1620, con il samurai Hasekura Tsunenaga, primo ambasciatore giapponese venuto in Occidente, che morì poi il 7 agosto 1622 con la sua tomba che è ancora visibile nel tempio buddista di Enfukuji. Nel 2019, dal 15 al 31 agosto, con il patrocinio dell’Ambasciata del Giappone presso la Santa Sede e la visita dell’ambasciatore nipponico in Italia, per ricordare l’evento del soggiorno di Hasekura Tsunenaga presso il castello di Santa Severa si tenne una mostra dal titolo: “ La Luce ed il Sole” curata dallo storico Giuseppe Riccio il quale fece ottimo riferimento, e fu la prima volta in assoluto, anche ai documenti riguardanti le cronache della visita di Hasekura in Italia e del suo soggiorno presso il castello di Santa Severa conservati presso l’ Archivio Segreto Vaticano.
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