E’ la 3° reinterpretazione di opere caravaggesche da parte del pittore Pietro Sarandrea ed è la 2° decollazione in cui l’ artista si identifica con vittime in entrambi i casi simboli di male estremo secondo le dominanti interpretazioni storiografiche. La 1° è la decapitazione di Golia da parte di Davide, la 2° ( questa ) è la decapitazione di Medusa da parte del mitologico Perseo.Che cosa ha spinto l’ artista a vedere nelle due teste mozzate la propria testa per quanto poi ( dirò dopo ) la somiglianza risulti problematica? Pietro Sarandrea da qualche tempo sta cavalcando un percorso interiore di crescita spirituale e morale che lo induce a giudicare severamente gli errori passati conseguiti da livelli di coscienza più bassi o ancora immaturi e la sua ansia di purificazione si esprime in una simbolica, netta e terrificante autopunizione del tutto indifferente al fatto che Golia e Medusa rappresentino una negatività assoluta certo non riscontrabile nelle delicate pieghe della sua coscienza.
E’ stato Caravaggio a ispirargli non solo il soggetto ( la decapitazione ) ma anche la sua interpretazione. Come la critica più sapiente anche Sarandrea vede e anzi ‘’ sente ‘’ a istinto che Caravaggio, sempre inseguito o braccato per le sue trasgressioni, in realtà veda in quelle teste mozze la propria testa e nel gesto pittorico investa emozioni personali e totali.
Sarandrea si identifica dunque non solo con i due decapitati, ma anche con Caravaggio. La potenza della decapitazione trova nella ‘’ testa di Medusa ‘’ la sua espressione più adeguata. L’ opera è di grande impatto emotivo sia nella protagonistica cornice dei capelli che sembrano vivi e veri del volto di Medusa – Sarandrea in cui le penombre degli occhi e della bocca esprimono però l’ oscurità di un male sia consumato che subito. C’è uno smozzamento del disumano in questa ambiguità e si pone anch’ esso come ‘’ reinterpretazione ‘’ dell’ opera di Caravaggio. E’ come se, nel corso della sua simbolica auto espiazione, il pittore si rendesse conto che chiunque può essere Golia e chiunque può essere persino Medusa: Medusa è l’ unica mortale delle tre sorelle, bellissime fanciulle trasformate in mostri ( le tre gorgoni ) per punizione divina a causa delle loro perversioni ( perversione sessuale una, morale l’ altra e intellettuale la terza, Medusa appunto, e punita proprio da Atena, la dea della sapienza! Dopo la crudele punizione conservano solo il potere difensivo di pietrificare chiunque con lo sguardo, ma la sfortunata Medusa , unica mortale delle tre sorelle, è vinta dell’ astuzia e dalle protezioni divine di Perseo che riesce a ucciderla senza incrociarne lo sguardo. Perseo agiva per un fine giusto in sé: recuperare il diritto al trono da cui era stato escluso alla nascita a causa di una profezia; causa giusta in sé ma perseguita in modo crudele e cinico. La testa mozza di Medusa conservava il potere pietrificante degli occhi e Perseo se ne avvalse per sconfiggere i nemici. Non c’ è senso etico in questo misfatto mitologico come invece si può ancora dedurre dalla vittoria di Davide su Golia letta con gli occhi della nostra tradizione ebraico – cristiana.
Ricadute di ambiguità interpretativa si trovano anche nella storiografia connessa al mito. Lo scudo con la testa mozza di Medusa, ora agli Uffizi di Firenze, era destinato ai Medici nella cui cultura tale rappresentazione è simbolo di prudenza e sapienza senza che si capisca se tali virtù siano riferibili a Perseo o alla stessa Medusa.
A mio parere l’ ambivalenza è presente anche nella reinterpretazione di Sarandrea in ambedue le ‘’ auto decapitazioni ‘’. Nella prima ( Davide e Golia ) la testa mozza assomiglia troppo alla testa mite del decapitatore, per di più ingentilita da un corpo di fattezze più femminee che maschili: sia nel volto che nell’ insieme è difficile riconoscere le apparenze virili del pittore che pure sa ben eseguire ritratti e autoritratti. Se un’ interferenza inconscia è sospettabile nel 1° quadro, un ‘interferenza nettamente paranormale è invece testimoniata dal pittore stesso durante l’ esecuzione del suo ritratto nello scudo di Medusa: una forza non controllabile ha guidato la sua mano rendendo problematica, tranne per alcuni dettagli, la somiglianza del volto con il suo. Io a colpo d’ occhio vi ho riconosciuto una persona nota e simbolicamente significativa anche se la mia opinione non è condivisa con altrettanta sicurezza e in più il pittore mi chiede di non scriverla. E questo comunque che la componente paranormale arricchisce e complica l’ interpretazione di tutte le opere di Pietro Sarandrea.
Irma Latina

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