di Alberto Sava
C’è un angolo d’Inghilterra a Roma: è nel quartiere Flaminio, È via Bernardo Celentano, una strada che collega via Flaminia a via Vignola. La piccola Londra si nasconde tra i vicoli di Roma. Qui ogni casa ha un colore diverso: rosso, giallo, arancione, rosato. Un po’ come i quadri del pittore napoletano dell’Ottocento che dà il nome alla strada. Poi ci sono i lampioni vittoriani in ferro battuto, le cassette della posta, sulle ringhiere e i sei gradini in pietra che conducono alle porte, rigorosamente di legno. Tutto è in perfetto stile Piccadilly e Oxford street. Anche le case all’interno lo sono e in alcune risiede una piccola comunità inglese che ha scelto di vivere a Roma.
In queste villette la notizia della scomparsa del Duca di Edimburgo è arrivata all’improvviso, ma non inattesa. Il dolore è stato comunque intenso, tanto quanto il legame di questa comunità all’isola Britannica ed ai Reali inglesi. A Londra nessun funerale di Stato, ma solo una cerimonia privata, pur con gli onori del caso, “nel rispetto delle consuetudini e delle volontà” del defunto. Una semplice cerimonia religiosa nella cappella di St George – dove si sono sposati fra gli altri Harry e Meghan – alla presenza della famiglia reale e di una rappresentanza di ospiti. Filippo, ricorda la stampa britannica, usava definirsi un nobile “con nessun merito particolare”, tuttavia viene oggi ricordato per essere stato la “salda figura al fianco della regina Elisabetta” e per aver contribuito a “modernizzare la monarchia”, sottolinea il Guardian. Al pari della regina Elisabetta, il principe Filippo era molto noto nella nostra penisola che ha visitato più volte in forma ufficiale, ma anche in forma privata. In occasione di un suo viaggio nella Capitale, la principessa di Cerveteri ha conosciuto Sua Altezza Reale il Principe Filippo, Duca di Edimburgo. Di seguito l’intervista, rilasciata al quotidiano romano ‘Il Tempo’ in cui Donna Maria Pia Ruspoli approfondisce i ricordi di quell’incontro, avvenuto all’inizio del terzo millennio.
Lei ha conosciuto il principe Filippo d’Inghilterra?
“Sì, l’ho conosciuto a Roma circa venti anni fa. Era sceso in Italia per un evento, all’Aranciera dell’Aventino. Una persona di charme. Un gran signore”.
Principessa, cosa ricorda di più di lui?
“Quando me lo hanno presentato mi ha colpito subito il suo stile inconfondibile. Con me è stato molto carino e gentile”.
Con lui scompare una memoria del nostro Novecento. Cosa resterà di lui nella storia?
“Il principe Filippo ha segnato uno stile di vita unico. La Regina ha scelto il meglio come principe consorte. Era una persona straordinaria. Quando me lo presentarono, a Roma, io mi emozionai. Un uomo che ha fatto la storia d’Inghilterra, da principe consorte. Una figura reale, anche se non aveva il titolo di Re. La storia di amore con la regina poi è qualcosa che ancora ci fa sognare tutti. Lui ed Elisabetta una storia da fiaba. Da favola. Anche se avranno attraversato periodi difficili Filippo è sempre stato un grande supporto per la regina Elisabetta. Una coppia straordinaria. Consideri poi che la regina Elisabetta è una figura eccezionale, dopo la regina Vittoria si pensa a lei nella storia inglese. Una donna che ha fatto la storia del mondo e non solo dell’Inghilterra”.
L’aristocrazia appartiene alla nostra memoria o ha ancora il sapore del nostro presente?
“L’aristocrazia è molto attuale. Come lei può vedere i personaggi che si succedono in politica oggi non sono mai all’altezza dei reali. E le aristocrazie, la monarchia inglese insegna, hanno un feeling con il popolo che dura da secoli”.
Crede che Re, Regine, Principi e Principesse potranno resistere al XXI secolo delle rete e dei miti social?
“Si possono resistere. Sono all’altezza dei tempi, vivono al passo con il loro presente. Certo, c’è l’aspetto della nobiltà, a si tratta di uomini e donne in carne ed ossa con ottimi studi, circondate da persone che portano avanti la tradizione ma che sanno anche adeguarsi al giorno di oggi ed all’epoca in cui viviamo. Stanno con i piedi per terra, ma restano appesi ai ritratti sulle pareti appesi nei loro palazzi. Ancorati alla tradizione, ovviamente. E questo è un bene perché oggi c’è una grande dissacrazione dei valori. Ma ben coscienti del presente. Certo, la tecnologia ci ha invaso in tutti i modi possibili, ci siamo trovati –pensi alla pandemia del Covid 19- sprovveduti, non sapendo come curarci da un virus. Saremo avanzatissimi ma i valori restano fondamentali perché anche gli uomini e le donne sono anche il loro passato e la monarchia inglese tiene alti tutti quei valori”.
Concludiamo con sua un epitaffio per il principe Filippo?
“Resisto a tutto tranne che alla tentazioni”. Una citazione di Osacar Wilde adatta ad un Principe. Dove le tentazione sono soprattutto la gioia di vivere e la sua naturale eleganza”.
(dal quotidiano La Voce)
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