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LA STRAGE SILENZIOSA

Ci sono stragi visibili e quelle invisibili : tra le prime annoveriamo quelle orrende delle guerre tra umani, poi ci sono quelle sulla scomparsa quotidiana di specie animali di vertebrati di grande taglia. Poi ci sono quelle silenziose, delle quali non ci accorgiamo anche, ma delle quali verificheremo in futuro le tragiche conseguenze.

Alludo a quelle degli insetti, piccoli, schivi, nascosti, disprezzati, sterminati, sconosciuti eppure indispensabili per il corretto funzionamento degli Ecosistemi.

Tutti gli animali sono utili, gli insetti sono indispensabili. Purtroppo da alcuni decenni stiamo assistendo alla sistematica scomparsa di moltissime specie una volta comuni.

Da alcuni anni stavo evidenziando questo fenomeno, ma venivo tacitato come una inutile Cassandra, un profeta di sventure, oggi una miriade di entomologi denunciano il fenomeno: semplici cittadini,  entomologi dilettanti, universitari, apicoltori etc.

Ma era tanto difficile da prevedere questa catastrofe? Assolutamente no! Era sotto gli occhi di tutti, bastava saper guardare e collegare il cervello. E’il così detto fenomeno del parabrezza. Cinquanta o sessanta anni fa dopo un viaggio in auto di 100 Km, il nostro parabrezza era completamente ricoperto dagli insetti uccisi .

Oggi dopo un percorso di 1000 Km il nostro parabrezza è pulito come alla partenza e ne siamo felici, invece di esserne preoccupati. Stanno sparendo gli insetti. Che bello dicono gli ignoranti e gli imbecilli: zero zanzare, mosche, pulci cimici e altri fastidi.

E chi impollinerà i fiori in futuro, quando api, sirfidi, maggiolini e farfalle non esisteranno più. La conseguenza: niente più frutta, verdura, foraggio, un vero disastro. Solo allora scopriremo l’importanza degli insetti, ma sarà troppo tardi!

Albert Einstein (Carneade chi era costui?) asseriva che dopo la scomparsa degli insetti sarebbe seguita a breve quella dell’uomo.

Facciamo qualche altro esempio di queste stragi in atto. La farfalla  Monarca in U.S.A. che compie migrazioni fino in Messico, per svernare, dal 1998 al 2018è diminuita del 90%, con una perdita di 900.000.000 di esemplari. Siete ancora vivi? Bene vi assesto un’altra mazzata. Il Bombo, impollinatore straordinario, diffuso in 28 stati degli U.S.A. è diminuito dell’87 %. Questo in America, e in Europa? Lo stesso fenomeno, solo che non lo consideriamo, oppure lo riteniamo una bizzarra nostalgia.

Ma quali possono essere le cause di queste stragi? Molteplici e concomitanti. L’antropizzazione, l’uso smodato di insetticidi erbicidi e pesticidi, l’Inquinamento del terreno, dell’aria e dell’illuminazione notturna , le onde elettro magnetiche dei ripetitori, la scomparsa della vegetazione spontanea, i cambiamenti climatici e tanti altri sconosciuti.

Con gli insetti scompaiono anche le specie insettivore di uccelli, mammiferi, rettili e pesci.

Quali sono stati i primi a lanciare questo grido di dolore? Non di certo gli accademici, impegnati solamente in ricerche a breve-medio termine, per ovvi motivi, ma i dilettanti di una piccola Società Entomologica a Krefeld, vicino Dusseldorf, dove Mr.Sorg ha raccolto dati sulle api, farfalle e coleotteri, per 60 anni.

Nel periodo tra il 1989 e il 2017, in alcune riserve naturali tedesche, ha raccolto insetti mediante trappole Malaise e pesandoli, ha constatato una perdita del 75% in biomassa. Sono questi oscuri eroi che hanno tenuto d’occhio la Terra al posto di tutti noi!!!!!

L’impoverimento degli insetti anche nelle aree protette ? In queste dovrebbero essere sottoposti a una minore pressione, in assenza di pesticidi o degrado degli habitat. Eppure scompaiono le api, le farfalle, le lucciole e molti coleotteri.

E’stato dimostrato che l’aumento della temperatura di un solo grado e mezzo, provoca sterilità nei maschi dei coleotteri. Quelli che ci hanno affascinato da ragazzi, con queste loro corazze, che li rendeva simili a piccoli guerrieri medioevali, non li vedremo più nelle nostre passeggiate di “primavere silenziose”.

                                                                                                                                                  Enrico Migliaccio

 

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