di Arnaldo Gioacchini *
Il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito a Nuova Delhi per la 46/a sessione, ha vaticinato, il 27 luglio 2024, che la Via Appia Antica è il Sessantesimo Sito UNESCO italiano. La prestigiosa nomina era già “nell’aria” da alcuni mesi come scrivemmo già tempo addietro e come chi scrive, da esperto, sostiene da molti anni. In questo modo l’Italia rafforza la sua supremazia mondiale in materia tenendo, attualmente, a quattro distanze la Cina. La “Regina Viarum” è stata candidata dal Ministero della Cultura nel 2022 e questo notevolissimo risultato è il frutto di un lavoro congiunto di quattro Regioni (Lazio, Campania, Basilicata e Puglia), 13 fra città metropolitane e province, 74 comuni, 14 parchi, 25 università e numerosissime rappresentanze delle comunità territoriali, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede. Questa Strada,semplicemente meravigliosa che, da sempre, è un vero e proprio “ponte verso l’oriente” fu iniziata nel suo tracciato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per collegare Roma a Capua e fu poi prolungato fino a Benevento, Venosa Taranto e Brindisi. Nata per esigenze militari, come quasi tutte le strade antiche romane, man mano che l’impero della Città Eterna si espandeva anche la Via Appia fu “ritoccata” e migliorata tanto è vero che nel 109 d.C. dall’imperatore Traiano fu fatta realizzare, per agevolare il percorso nel tratto da Benevento a Brindisi, la variante cosiddetta Via Appia Traiana. La Via Appia è servita, come notevolissimo modello, di tutte le successive vie pubbliche antico romane migliorando ulteriormente la strutturazione di alcune reti stradali di rotte di scambio anche con le vie d’acqua come accadde benissimo con essa. Il primo Sito che ottenne il nostro Paese fu con i Petroglifi ( le incisioni rupestri – ndr) della Val Camonica che fu il 94° Sito di tutto il pianeta, correva l’anno 1979. l’Italia ha aderito alla Convenzione dell’UNESCO (come è noto si tratta dell’ Agenzia ONU dedita alla Educazione, alla Scienza ed alla Cultura – ndr) il 23 giugno 1978 con il suddetto primo Sito riconosciuto nel 1979 durante la terza Sessione del Comitato dell’UNESCO (Comitato dell’UNESCO di cui, fra l’altro, l’Italia, a tutt’oggi, non fa neppure parte). I 60 Siti attribuiti al nostro Paese, ovviamente includendo la Via Appia sono: 54 di tipo culturale e 6 di tipo naturale. Va detto anche che 7 di essi sono parte di Siti Transnazionali (condivisi con altre nazioni). Detto dell’Italia e della sua assoluta primazia in materia, va ricordato come, attualmente, sicuramente in evoluzione, con il Comitato del Patrimonio Mondiale, come suddetto, riunito in questi giorni a Nuova Delhi per la sua 46/a sessione, sono 1154 i Siti riconosciuti dall’UNESCO ed iscritti nella World Heritage List ed appartengono a 167 Paesi del mondo. Ovviamente il riconoscimento mondiale ottenuto dalla Via Appia ha avuto i sentiti complimenti e le migliori felicitazioni oltre che dal Ministro dei Beni Culturali Gennaro Sangiuliano anche, ovviamente sia nelle succitate altre realtà comunali e regionali,anche dal sindaco di Roma Gualtieri che dal Presidente del Lazio Rocca. In proposito ci è giunto, come di consueto avviene da molti anni, il comunicato stampa del Ministero dei Beni Culturali che dice: “Mercoledì 31 luglio 2024 (ore 19.00), a Roma, avrà luogo l’evento celebrativo per l’iscrizione del sito “Via Appia. Regina Viarum” nella Lista del Patrimonio dell’Umanità UNESCO, alla presenza del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, del Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi e di tutte le istituzioni pubbliche e private coinvolte nel percorso di candidatura. “Fino all’ultimo abbiamo tenuto le dita incrociate ma ora è giusto celebrare questo importante risultato che porta a 60 i siti UNESCO presenti in Italia – riferiscono dagli uffici ministeriali – Nelle prossime ore sarà reso noto il luogo dove si svolgerà l’iniziativa insieme a tutte le realtà che hanno contribuito a ottenere questo risultato“.
*Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Siti Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO
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