Litorale Racconti

“La voce” il nuovo racconto di Mauro Coni per i lettori di Ortica Social

di Mauro Coni

Mi trovavo su una larga piattaforma, una specie di zattera, le costole nere di un enorme cetaceo. La sensazione che avevo era di essere molto in alto, come se quella struttura fosse installata su una montagna o sulla cima di un grattacielo. Mi mossi alla ricerca di un passaggio o di una scala che mi portasse fuori di lì. Attorno a me solo cielo, smisurato cielo, merlettato da nuvole rare; anche il mio corpo sembrava diverso, più alto e quasi viola. Finalmente vidi un’apertura: sotto la botola aperta si snodava uno scivolo di legno, coperto di edera e altre piante a me sconosciute. Mi sembrava familiare, un sogno da tempo dimenticato. Un luogo sospeso in un presente assoluto, in attesa che torniamo a visitarlo, per trovarlo identico a come lo abbiamo lasciato. Come quell’isola galleggiante, al crepuscolo, dove un piccolo Pegaso planava sulla scacchiera… Mi calai nello scivolo e fu una gioia incontenibile! Ridevo come un bambino, per la leggerezza, il piacere di quel moto senza sforzo. Una voce echeggiava: “Questa è la vita”. Era come volare! Sì perché quello scivolo era piantato in cielo, sospeso eppure fermo, oltre ogni legge terrestre. “Questa è la vita”. Il finale a becco mi lanciò nel vuoto e atterrai su un’altra piattaforma. Ormai conoscevo quel gioco, trovai la botola e mi fiondai nello scivolo. Questo era fatto di legni odorosi e inghirlandato di fiori stupendi, di tutti i colori. Aveva più curve del primo ed era ancora più divertente. Mentre lo percorrevo mi sporsi e guardai giù: una teoria di scivoli, sempre più lunghi, sempre più belli, a perdita d’occhio. Aveva ragione la voce, sarebbe durato per sempre

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