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La Zona Lazio

di Ugo Russo
Per i più vecchi come lo scrivente, e che comunque lo sapevamo perché lo avevamo a nostra volta letto e non certo perché lo avevamo vissuto,  esisteva una volta, dunque un tempo molto lontano, la “zona Cesarini”, a significare la moda di segnare e quindi decidere il risultato di una partita negli ultimissimi minuti. In particolare si faceva preferire in questa “specialità” Renato Cesarini, oriundo argentino che vinse i cinque scudetti con la Juventus dal 1930 al 1935 e giocò alcune partite, allora era ammesso, sia nella nazionale albiceleste che in quella italiana. Questo vizietto di personalizzare non pochi incontri con sue realizzazioni valse già all’epoca l’introduzione di un neologismo, la zona Cesarini per l’appunto, in omaggio al suo cognome. Un pò come i famosi “cinque minuti del Grande Torino”, una sorta di riscossa granata chiamata dallo storico capitano Valentino Mazzola. Zona Cesarini che rimane tuttora in auge, senonché… Esistono delle annate in cui sembra girare tutto per il verso giusto per una squadra e ci si può arrogare il diritto di attribuirsi nomignoli o pretese vari. E’ il caso della Lazio (che, a mio parere, assieme all’Atalanta é la più bella realtà dell’attuale campionato di serie A) che vuole fortemente spodestare Cesarini e creare “la zona Lazio”. Un solo giocatore contro un’intera formazione, anche se poi molti di questi gol “extratime” nella maggioranza dei casi sono stati realizzati da Ciro Immobile.
L’undici di Simone Inzaghi ha ottenuto dieci vittorie consecutive, record assoluto per le formazioni partorite da Formello, proponendosi con non  più celate ambizioni nella lotta per lo scudetto. Un mix di bravura, fortuna (sempre necessaria in questi casi), meno infortuni e arbitraggi che finalmente non la penalizzano come nelle annate precedenti. Molti dei successi ottenuti, dei punti conquistati sono arrivati quando in genere i tifosi abbandonano gli spalti. Ecco, la Lazio ha creato una nuova moda: obbliga i suoi tifosi, tutti, a rimanere fino al triplice fischio finale. Può sempre succedere qualcosa!
Il calcio è anche mito e “la zona Cesarini” resterà sempre ma la squadra biancoceleste, continuando così le cose, può ambire alla costituzione di una nuova frase: la zona Lazio! Lo meriterebbe.
Pochi lo hanno rilevato ma permetteteci questa considerazione: il mondo dell’italica pedata non finisce mai di fabbricare VERGOGNA. Come se non bastassero le angosce provocate dall’inutile e dannoso Var, dal basso livello degli arbitraggi, dai tanti scalzacani che giocano nella massima categoria che non fanno altro che garantire uno spettacolo  sempre più miserrimo nella quasi totalità delle partite; una delle poche certezze rimaste era che quando una città ha due squadre e che scendono sullo stesso campo, nella medesima tornata di campionato una giocava in casa e l’altra in trasferta. Ed invece é scemata anche questa certezza!!! Nell’ultimo turno si sono giocati due incontri di cosiddetto cartello all’Olimpico di Roma a distanza di sole 24 ore: Lazio-Napoli e poi Roma-Juventus. D’inverno, con le temperature rigide serali, chiaro, e soprattutto chi ha giocato a pallone lo sa, che il fondo del terreno di gioco si danneggia non poco. E non bastano le cure degli addetti ai lavori. Chissà che anche gli infortuni a Zaniolo e Demiral siano stati motivo anche di questo o, quantomeno, ci sia stata una concausa non indifferente. A nostro parere é stato scandaloso, che ne dite? Ma l’importante é che questo calcio marcio vada comunque avanti. Così come un bell’applauso a chi ha fatto giocare la gara tra giallorossi e bianconeri con maglie che, come avrebbe detto Di Pietro, non c’azzeccavano nulla con i colori sociali!
Calcio che ci vogliono far digerire in  tutte le salse…

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