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Laura Antonelli ci lasciò 7 anni fa, vi raccontiamo una storia che pochi conoscono

di Gianni Palmieri

Sette anni fa ci lasciava Laura Antonelli. Era il 22 giugno del 2015, calò il sipario su un’attrice che ha lasciato un segno importante nella storia del cinema italiano. Dedichiamo a Laura un articolo che rievoca ancora una volta una storia che pochi conoscono. Ebbi la fortuna di conoscere l’attrice nel 2012 quando, sola ed abbandonata, si rifugiava nella sua casa di via Napoli a Ladispoli, sempre braccata da paparazzi o curiosi a caccia di una foto eclatante. Precedentemente aveva abitato nelle campagne di Cerveteri ma anche lassù era inseguita dai mass media. La storia è tristemente nota, Laura Antonelli avrebbe meritato rispetto anche nella fase finale della sua vita, invece morbosa curiosità e voyeurismo la costringevano a nascondersi. Inizialmente furono chiacchierate telefoniche, lei preferiva evitare il contatto, soprattutto con i giornalisti. Ma quando comprese che al sottoscritto non interessava nulla di scrivere su di lei, bensì era soltanto animato dall’intento di capire perchè una brava attrice che aveva incantato intere generazioni fosse stata crocifissa da stampa ed opinione pubblica in quel modo barbaro per un errore nemmeno commesso visto che fu prima ammanettata come una delinquente e poi assolta dopo un processo diventato un circo mediatico. Telefonate tra due amici delle quali ovviamente non sapeva nessuno se non la redazione del giornale. E già parlando al telefono mi resi conto di non avere davanti quella farneticante pazza che in troppi si erano affrettati a descrivere, gettando ancora fango su una donna fragile. Poi accadde l’imprevedibile. Un giorno squilla il telefono, era Laura Antonelli che non usava il cellulare, rimanendo fedele alla cosiddetta linea fissa.

“Vieni a prenderti un caffè con tua moglie, così parliamo, ho un’idea”.  Ci accolse nella sua frugale abitazione di Ladispoli, Laura aveva pochi mobili, nemmeno un televisore, ascoltava solo la radio. Altri oggetti, tra cui dipinti di livelli, erano scomparsi rapidamente, ma questa è un’altra brutta storia che prima o poi qualcuno dovrà raccontare a conferma che attorno all’attrice istriana volteggiarono tanti avvoltoi. La chiacchierata durò quasi due ore, insieme a Felicia Caggianelli comprendemmo di aver davanti una donna che ragionava, che non parlava con la Madonna e che aveva soltanto dei momenti di smarrimento a causa delle tante vicissitudini trascorse. Vorremmo ricordare, tanto per citare un esempio che renda l’idea, che andare in carcere da innocenti ed essere massacrati sotto gli occhi della pubblica opinione spesso può distruggere una vita. O fisicamente, come nel caso dell’indimenticabile Enzo Tortora, ucciso dal dispiacere trasformato in cancro, oppure abbattere la psiche, gettare nello sconforto e nella ricerca di una salvezza emotiva e spirituale come nel caso di Laura Antonelli. Non sapremo mai se l’attacco cardiaco che la stroncò esattamente 7 anni fa fosse frutto anche di dispiaceri a lungo covati nell’animo. Ma torniamo a quel giorno di marzo 2012.

“Vorrei raccontare la mia storia dopo venti anni di silenzio – ci disse la Antonelli – e far capire realmente chi sono. Non sono quella pazza che tutti hanno descritto, vi chiedo aiuto per uscire dal tunnel e lasciare un giorno un ricordo di me più bello e realistico”.

Ora, considerando che Laura Antonelli non usciva pubblicamente da oltre 4 lustri, è palese che fummo spiazzati dalla proposta, addirittura in un surreale scambio delle parti fummo noi a chiederle più volte se fosse sicura di uscire allo scoperto e parlare alla gente attraverso un giornale. Lei fu irremovibile e, tempo dopo, mi confessò di aver apprezzato enormemente che due giornalisti avessero tentennato davanti alla sua proposta di regalare quello che in gergo si chiama scoop. Altri, forse tutti, si sarebbero gettati come sciacalli sulle spoglie dell’attrice, dipingendola in chissà quale modo. Ma l’amicizia che ci legava a Laura era qualcosa di speciale, nata per caso, diventata molto solida fino all’ultimo giorno della sua vita. E così realizzammo una lunga intervista, lei parlò di tutto, dallo scadimento dei programmi televisivi ai ricordi più belli della carriera, dalle vicissitudini giudiziarie che le impedivano perfino di gestire i propri soldi, all’impossibilità di andare a trovare la nipote in Ungheria visto che per ogni azione doveva chiedere il permesso al suo tutore. Era stata giudicata incapace di gestirsi da sola, un’altra storia questa che un giorno speriamo possa trovare la verità dei fatti. Avemmo l’impressione di non parlare con quella squinternata pazza in preda a crisi mistiche che in tanti descrivevano, bensì una donna lucida, fragile, talvolta preda delle sue paure. E fu proprio lei ad approvare la nostra proposta di titolare “Non sono pazza” sulla copertina. Per considerare l’impatto mediatico dell’intervista, la prima rilasciata dopo un ventennio di silenzio ed isolamento, occorre tenere conto della realtà del 2012. I social non erano fortissimi come adesso, la moda di leggere i giornali on line era alle prime luci, l’intervista suscitò molto interesse, alcuni grandi giornali la ripresero. Probabilmente, se l’avessimo pubblicato nel 2021, Laura Antonelli avrebbe avuto maggiore possibilità di penetrazione per raccontare la sua storia. Ma varie cose belle accaddero lo stesso. Ad esempio, la convincemmo a creare una rubrica con i lettori, chiamata “Dillo a Laura” in cui poteva interagire con le persone. Fu un successo strepitoso. Arrivarono centinaia di mail da tutto il mondo, lettere, testimonianze di affetto. Non dimenticheremo mai gli occhi di Laura quando le portavamo i pacchi di lettere e le stampate delle mail, le leggeva e rileggeva. Avevamo centrato un piccolo grande obiettivo: si era riappropriata dell’affetto del suo pubblico che non l’aveva mai smessa di amare. Nemmeno quando fu descritta come una debosciata. Laura ci ha regalato, nel conoscerla privatamente, delle emozioni forti per la sua sensibilità e dolcezza che nemmeno il decadimento fisico poterono intaccare. Noi le donammo momenti di serenità e di gioia, restituendola per come potevamo all’amore della sua gente.

 

La tomba di Laura Antonelli a Ladispoli

Poi, 7 anni fa, arrivò la triste notizia che mai avremmo voluto ricevere.  Laura morì a 74 anni nella sua casa di via Napoli a Ladispoli per un attacco cardiaco, frutto probabilmente di una fase finale della vita densa di amarezza e delusione per essere stata abbandonata. Ed anche al funerale capimmo che veramente tanti colleghi e sedicenti amici si erano dileguati da tempo, solo l’amico Lino Banfi, la collega Claudia Koll e l’attore Tony Scarf parteciparono ai funerali. Però per Laura quel caldo giorno di sei anni fa venne tanta gente con gli occhi lucidi, uno scrosciante applauso salutò l’attrice nel suo ultimo viaggio verso il cimitero di Ladispoli dove riposa da sei anni. E dove ancora tante persone si recano per lasciare un fiore, un bigliettino o semplicemente per salutarla. Sono passati sei anni, ma il ricordo non lo potrà mai cancellare nemmeno il tempo, ci riteniamo privilegiati ad aver conosciuto e parlato con Laura Antonelli nella fase più delicata della sua vita. Sarebbe stato facile essere suoi amici quando Luchino Visconti la definiva “la donna più bella dell’universo” o quando interpretava film di successo. Noi c’eravamo quando i riflettori erano spenti, gli opportunisti si erano dileguati, parte della stampa non perdeva occasione di definirla una donna vittima del delirio. La professione di giornalista certamente non è facile, ma poi ti regala momenti di vita che non dimenticherai mai. Laura è sepolta nel cimitero di Ladispoli, se volete, andate a posare un fiore davanti all’immagine di questa artista che ha fatto sognare intere generazioni.

 

9 commenti

  • È un racconto struggente ma anche un bellissimo omaggio ad una grande Attrice ingiustamente dimenticata, una Donna con una storia che è giusto divulgare con la delicatezza che merita.🌹 Complimenti a voi e Grazie!

  • Ho conosciuto Laura Antonelli perché lavorando per la ASL per lavoro la andavo a trovare la mi resi subito conto delle sue fragilità e mi fece effetto vedere quegli occhi meravigliosi riempirsi di lacrime pensando alla tanta cattiveria che aveva conosciuto …ci scoprimmo con tanti lati comuni e lei provo per me una simpatia tanto da chiamarmi spesso ..a volte voleva farmi dei regali ma che io puntualmente e sempre con garbo rifiutavo …..era una donna generosa ed è bello come la avete descritta …grazie a nome di quanti come me hanno avuto la fortuna di conoscerla grazie

    • Laura è stata una splendida attrice…..ho visto tutti i suoi film….Nel 2004 le telefonai e lei con mia sorpresa mi rispose con dolcezza. …la sua voce era pacata ma colma di tristezza…..io ero emozionatissimo e lei capi subito e mi mise a mio agio…la telefonata durò una decina di minuti e lei educatamente mi fece capire di attraversare un periodo difficile ma che stava cercando una serenità che aveva tanto desiderato. Io le dissi che ero ammirato dalla sua bravura ma non volli disturbarla più di tanto e poi l’emozione che avevo parlando con lei mi toglieva la parola. La salutai con molta dolcezza e lei mi ringraziò scusandosi continuamente per non essere stata più a lungo al telefono a parlare con me….Laura veramente è stata una grande attrice e una donna meravigliosa….

  • era una donna di una sensualita fisica ed anche di un inteligenza molto fine ed anche profanica nel suo modo di essere veramente seducente ,mamma mia quante difronte a lei quando ero piccolo,mamma mia ….,pero ho capito mai giudicare le perosne solo dal fisico ma anche da dentro ,lei era fuori straordinaria e dentro fantastica ,ciao laura

  • Mia carissima, carissima Laura, ti parlo usando il tu perché ti sento molto vicina. Ahimè, non t’ho potuta conoscere quando vivevi dove io vivo, non ci siamo mai parlate, da donna a donna, ed è stato un vero peccato, ma io sono credente, e potrà un giorno accadere lì dove tu ora ti trovi. Voglio dirti che ho sempre detestato l’ignobile squallore creato intorno a te, penso che avresti dovuto essere più forte, o essere guidata da qualcuno che si fosse preso cura di te come una sorella (io sono figlia unica, mi sarebbe stato di conforto, dopo tutto ciò che ti è accaduto, poterti proteggere, come se davvero avessimo fatto parte della stessa famiglia). Sei stata una fulgida stella, ma troppo fragile e tenera per sopravvivere in un mondo di iene. Ti penso con tantissimo affetto, e voglio credere che nel mondo dove ora sei, tu possa aver trovato la serenità assoluta che ti è mancata nell’ultimo ventennio della tua vita. Ci rincontreremo tutti, quando sarà, e allora potrò abbracciarti e dirti le mille cose che non ho fatto in tempo a raccontarti su questa Terra. A rivederci, mia bellissima creatura! Teresa

  • veramente bello e commovente, io sono un ammiratore da sempre e anche se abito a Palermo, quando posso, faccio un scappata a Ladispoli per dare una pulita alla tomba e mettere un fiore, specialmente il 22 giugno e 28 novembre. gradirei, se possibile, avere una copia di questo vostro articolo inviandomela nella maniera che riterrete più opportune. ci terrei tanto. grazie Renato Cusce’

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