Arnaldo Gioacchini *
I papiri di Ercolano sono un corpus di oltre 1800 papiri rinvenuti nella cosiddetta Villa dei Papiri ( in realtà era la Villa dei Pisoni appartenuta a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino suocero di Gaio Giulio Cesare – ndr) carbonizzati o semicarbonizzati dalla nota eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 dopo Cristo. Fu nel 1752 che operai della famiglia reale dei Borbone scoprirono casualmente quella che è oggi nota come Villa dei Papiri. Gli scavi, a quei tempi, sembravano più attività minerarie che archeologiche e ciò, purtroppo, danneggiò molti ritrovamenti. I papiri rinvenuti e non andati distrutti sono per lo più conservati presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III al Palazzo Reale di Napoli e studiati presso la sezione chiamata Officina dei Papiri Ercolanesi ed è qui che, nel maggio del 2018, l’esame e la ricomposizione dei frammenti semicarbonizzati di un antico papiro ha portato la filologa Valeria Piano alla scoperta della loro paternità, ed al riconducimento di questo all’unica opera storica del retore Seneca il Vecchio. Un Lucio Anneo Seneca detto il Vecchio oppure il Retore che fu un famoso scrittore antico romano, appassionato di storia e di retorica (che molto la studiò ma mai la insegnò); padre, a sua volta, dell’ancora più illustre Seneca il Giovane che, addirittura, lo superò nella fama. La suddetta bravissima filologa e papirologa d.ssa Valeria Piano ha riconosciuto il testo delle Historie di Seneca il Vecchio nel P. Herc. 1067, uno dei più noti papiri di Ercolano conservato nell’Officina dei Papiri Ercolanensi. Il titolo completo dell’opera storica di Seneca padre considerata a lungo (fino al suddetto ritrovamento) totalmente perduta è Historiae ab initio bellorum civilium (Le Storie dall’inizio delle guerre civili). Vi è da dire che l’unica opera di Seneca il Vecchio finora pervenutaci venne da lui stesso riunita sotto il titolo di Oratorum et rhetorum sententiae, divisiones, colores, cioè “Le tesi sostenute nelle opere degli oratori e dei retori, la distribuzione della materia, il colorito e lo stile dell’esposizione”. Della Historiae ab initio bellorum civilium non esisteva finora alcuna notizia diretta di tradizione manoscritta. La Piano ha impiegato un anno nella ricomposizione degli scampoli, tutti catalogati con lo stesso numero di inventario e dunque provenienti dallo stesso rotolo. Gli studi e le analisi eseguite sui 16 pezzi, sul loro contenuto e sui calcoli cronologici, hanno condotto alla certa attribuzione dell’opera di Seneca il Vecchio che racconta i primi decenni del principato di Augusto e Tiberio (27 a.C.n. – 37 p.C.n.). L’attribuzione a Seneca il Vecchio, oltre a restituirci parte di un’opera finora ritenuta persa, conferma quanto la Villa dei Pisoni con la sua eccezionale biblioteca, costituita per la maggior parte da opere scritte su preziosi e delicati papiri, fosse un vitale centro di studi fino a poco prima dell’eruzione del Vesuvio. Sugli eccezionali papiri della Villa e sulla loro decrittazione si sono cimentati in varie epoche, oltre agli italiani, équipe spagnole, francesi ed americane utilizzando tecniche e strumentazioni sempre più evolute ma incontrando sempre varie difficoltà: Nel 2009 l’Institut de France in collaborazione con il Centre National de la Recherche Scientifique, ottenne l’immagine di due papiri ercolanesi intatti utilizzando la microtomografia a raggi X (micro – CT). Nel 2015 una équipe dell’Istituto di Microelettronica e Microsistemi del Consiglio Nazionale delle Ricerche(CNR – IMM), annunciò che: “ Il microscopico rilievo delle lettere sui papiri (un decimo di millimetro) sembra sufficiente per produrre un contrasto di fase osservabile mediante scansioni con tecnica XPCT”. Al fine di rendere queste scansioni utilizzabili, alcuni studiosi stanno collaborando con la National Science Foundation e Google per sviluppare un software che possa rimettere nel giusto ordine all’interno del rotolo le lettere che sono state spostate per effetto della deformazione degli strati. Nel 2016 un altro gruppo di ricercatori disse di risultati incoraggianti ottenuti sempre impiegando la suddetta tecnica XPCT. Sempre nel 2016 un ricercatore dell’Università del Kentucky utilizzò, con successo, un nuovo metodo per svelare il testo di un rotolo carbonizzato rinvenuto sulla costa occidentale del Mar Morto un metodo che, sembra, potrebbe essere applicato anche ai rotoli carbonizzati di Ercolano rendendone possibile la lettura. Comunque indipendentemente dalle difficoltà di srotolare e leggere i famosi papiri della straordinaria biblioteca della Villa dei Pisoni di Ercolano, va ulteriormente sottolineato come la nostra bravissima studiosa d.ssa Valeria Piano è riuscita ad identificare con certezza, grazie ad un lavoro di studio lungo, certosino ed estremamente difficile, le Historie di Seneca il Vecchio una importantissima opera che dall’antichità, fino a poco tempo fa, era data come interamente perduta.
* Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale
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