Litorale Russo, ma non dormo Ultim'ora

L’ERGASTOLO NON BASTA

di Ugo Russo 

Certo, alludiamo al recente incidente di Casalpalocco, suggerendo la pena da dare a quei cinque criminali che hanno ucciso un bambino, gettando nello sconforto perenne una famiglia intera e la stessa parte buona di quel quartiere che conosceva Manuel (il bimbo morto), oltre alla sua mamma, il padre e la sorellina. Invece si parla di accusare di omicidio stradale solo chi guidava in quel momento, tra l’altro risultato positivo ai cannabinoidi (che, come è risaputo, riducono di molto i riflessi) e non pure gli altri quattro, colpevoli alla stessa maniera, visto il “bello e ammirevole gruppo” che hanno costituto. Omicidio stradale, che vuol dire? 5 anni di reclusione, diminuiti, come sappiamo, nel tempo o non fatti addirittura? Ritiro patente per un  po’ di anni? NO!!! Per quello che racconteremo e ricorderemo ai nostri amici lettori, neppure l’ergastolo basta in questi casi: li devono ammazzare tutti e cinque! Per cose del genere, e tanti altri casi che stanno aumentando a dismisura (dai femminicidi, ai rapimenti di bambini, dalle violenze sessuali che minano per tutta l’esistenza, a chi fa del male agli anziani che a volte finiscono per essere uccisi senza pietà. Io ammazzerei pure quel professore che ha stuprato il suo cane “perché aveva bisogno di sfogarsi”!!!!! ma questo è un suggerimento agli americani che hanno escluso la pena estrema in alcuni stati, come la pennsylvania, dove si è svolto il fatto, di ripristinarla) devi immettere la pena di morte, questa gente la devi eliminare, non è recuperabile, è capace solo di delinquere ai massimi e più biechi livelli!!!!! Ma torniamo a questi cinque “eccellenti” ragazzi di cui sopra. Conosciutisi a scuola (ecco il male più grande di una società senza valori, con la costituzione dei branchi dove se sei un bravo ragazzo non ti fanno entrare, semmai ti vessano e ti sottopongono ad atti di bullismo) hanno cominciato subito a capirsi. La scuola è inerme, con bidelli, professori e gli stessi presidi che si lamentano degli stipendi che non ritengono adeguati e hanno paura delle minacce degli studenti che arrivano pure a mettere loro le mani addosso, ergo se ne fregano di intervenire e sistemare le cose. E pensare che quando il tempo ti permetteva di vivere in maniera seria e onesta erano proprio i bidelli i primi confidenti dei ragazzi… Insomma questi cinque (continuiamo a chiamarli così, quasi per marchiarli) avevano formato il gruppo “The borderline” (facile capire la traduzione) e vivevano di sfide social che meticolosamente filmavano per far godere il loro milione di seguaci anch’essi irrecuperabili. E pare che questo sistema, che poteva, come ahinoi successo, coinvolgere vite umane, rendesse loro non pochi soldi!!! Così avevano sfidato situazioni delicate, su una barca in mare, in una specie di foresta con lupi e serpenti, ma la loro specializzazione era diventata passare 50 ore ininterrotte a guidare una macchina (hanno cominciato con una piccola per poi, andando per gradi, l’ultima volta, noleggiare per oltre due giorni un Suv di una marca tra le più costose. Il modello usato costa oltre 250 mila euro e non lo possono guidare tutti, e per il costo e per una certa qual difficoltà nella guida, figuriamoci dei ventenni. E di chi gliela ha noleggiata ne vogliamo parlare?); bugia: e quando dovevano pisciare o defecare facevano tutto nell’auto? Hanno dichiarato di aver guidato un po’ per uno, poi, dopo un giorno che erano in piena sfida… Manuel morto sul colpo, madre e sorellina gravi all’ospedale, tornate a casa, fortunatamente, un po’ di ore dopo. Tante ipotesi ancora al vaglio degli inquirenti: che al momento dello schianto fatale (pare che il suv andasse molto forte), intorno alle 15.30’, i cinque stessero tutti filmando quanto avveniva intorno, in tal modo perdendo, il conducente, la dovuta concentrazione mentre gli altri potrebbero averlo incitato ad andare sempre più forte (da molti metri prima di dove è avvenuto il tragico impatto non c’è alcun segno di frenata); che, a detta di un testimone, dopo lo scontro sarebbero scesi dalla macchina, certamente non rattristati, continuando a riprendere le vetture incidentate per la gioia del milione composto dai loro bastardi follower. Ed ecco che bisogna parlare delle famiglie: come, questi mancavano ogni volta tre giorni da casa (quante volte…) e i nuclei familiari non insorgevano mai? Si poteva pensare che, con lo scadimento dei valori, quindi pure il netto declassamento della famiglia, padre e madre non contassero più un ben amato piffero, soggiogati dai figli e nella sopravvenuta impossibilità di negare loro qualcosa, per evitare come si sente sempre più spesso, di essere pure uccisi. E volevamo collegare tale cosa anche a questo episodio. Ma non sembra essere questo il caso. Un altro testimone avrebbe raccontato di aver sentito i genitori di qualcuno dei cinque, sopraggiunto sul posto dopo l’incidente, affermare: “È stata solo una bravata. Si risolverà tutto”!!!!! Raggelante! E come lo risolvi, pagando?

Qualunque cifra non potrà mai bastare, non potrà mai servire di fronte alla creatura che tuo figlio ha tolto all’affetto di una madre, di un padre e di una sorellina che lo cercherà ancora per chissà quanto tempo non avendo più, tra l’altro, il suo amato fratellino e il suo abituale compagnuccio di giochi. Fossero vere certe dichiarazioni anche i genitori di quei cinque che dovessero averle dette dovrebbero essere accompagnati al patibolo. Nel punto dove è morto Manuel c’è da giorni, come mostra anche la foto a sinistra, una gara, stavolta buona ed encomiabile, a portare fiori e letterine. Il dolore è tanto e non solo per i componenti della sua famiglia. Tonando, poi, al linguaggio che bisogna adoperare in questi casi, ai sostantivi, ai sinonimi da usare rileviamo che molti colleghi continuano a sbagliare. Faccio il nome di uno per tutti, proprio perché l’ho molto stimato per ciò che ha fatto in carriera, per la sua cultura, per il suo modo di porsi: Milo Infante. Non puoi continuare a usare la parola ragazzino, non puoi fino a una certa età usarlo. Così anche stavolta hai detto e ripetuto: “Un ragazzino di 20 anni (!!!!!), con a bordo altri quattro ragazzini suoi coetanei, alla guida di un Suv ha ucciso un bambino di 5 anni”. Non continuiamo a prenderci per… i fondelli, neanche nella nostra gioventù a 20 anni eravamo più ragazzini, oggi a 12 anni scopano e se ti sentono che li chiami ragazzini ti menano pure… Diciamo, invece, che il mondo è cambiato e che in mano ai giovani d’oggi il nostro futuro porterà alla catastrofe. A meno che… cosa si potrà fare?

COSA C’ENTRA LA BAMBINA? – A meno che, e lo speriamo, siano emerse in questo tempo prima della pubblicazione dell’articolo novità sull’eventuale ritrovamento di  Kata, 5 anni, la povera bambina peruviana rapita a Firenze, ci troviamo a parlare di questo caso a dieci giorni dalla scomparsa della piccola. E solo quando emergono situazioni come queste scopriamo quanto degrado, quante actio criminalis vengano perpetrate nel nostro paese per opera di immigrati senza scrupoli. Di hotel Astor, l’albergo occupato da un centinaio di famiglie di nazionalità peruviana, per l’appunto, e rumena, dove vivono genitori e parenti di Kata, ce ne saranno almeno decine di migliaia in tutto il nostro Paese e lì impera la delinquenza.

Così, per il discorso fatto prima della mancanza assoluta dei valori, dei sentimenti, per vendicarsi di una lite si può arrivare a prendersela con una bambina che ha la sola colpa di appartenere ad una certa famiglia? C’è stato un cambio di passo nelle ultime ore: padre, fatto uscire dalla galera solo per cercare di dare una mano a risolvere la questione, madre e parenti della bimba sono stati trasferiti in gran segreto in altra parte della città toscana. Potrebbe essere la conferma che gli inquirenti si siano ormai indirizzati lungo la pista di un rapimento per ritorsione nell’ambito di un regolamento di conti tra bande all’interno dell’ex hotel dove vi è un contesto di illegalità diffusa, relativo al racket degli affitti abusivi. Ore sempre più convulse durante le quali anche l’avvocata della mamma ha detto di aver rinunciato all’incarico per reiterate interferenze esterne. In genere non si pubblicano foto di bambini: in questo caso lo facciamo volentieri, così come tanti giornali e siti e tutti i tassisti di Firenze che ne hanno messa una sul cruscotto delle loro autovetture, nel caso dovessero servire ad aiutare a ritrovarla.

Lascia un commento

WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com