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L’intelligenza artificiale, nuova società, quale sviluppo

di Pietro Zocconali, Presidente naz.le ANS, giornalista professionista

Nella Sala Maggiore, presso il Comune di Pistoia, il 10 maggio 2024, sono intervenuto sul tema dell’IA. La sera stessa su Toscana TV è uscita una mia intervista sul tema e, il giorno successivo il quotidiano La Nazione, titolava così: Intelligenza artificiale, quanti dubbi. I sociologi a confronto con gli studenti. Alla destra del titolo: Pietro Zocconali “Macchine sempre più intelligenti potrebbero non avere bisogno dell’intervento dell’uomo”.

All’interno dell’articolo, di Patrizio Ceccarelli: “Il rischio – sottolinea il presidente nazionale Ans, Pietro Zocconali – è che tra qualche anno, così come abbiamo sostituito gli operai nelle catene di montaggio e ora stiamo sostituendo anche gli impiegati e i dirigenti, macchine sempre più intelligenti siano in grado di progettare e sostituire da sole altre macchine senza alcun intervento da parte dell’uomo, e lì forse potrebbe essere la nostra fine”

Di seguito il mio intervento, in una sala gremita di studenti e addetti ai lavori:

Nel futuro che ci aspetta, dobbiamo stare attenti a non farci fagocitare dalle macchine, sempre più sofisticate, che stiamo costruendo e inserendo nel mercato, il più delle volte non a sostegno del lavoratore ma al posto suo.

Queste attrezzature innovatrici, un giorno, essendo ormai più intelligenti di noi, potrebbero ribellarsi, soprattutto quando riusciranno ad avere un’autocoscienza e impareranno a riprodursi e a migliorarsi senza più il controllo umano.

Ricordiamoci del computer assassino Hal 9000 di “2001 Odissea nello spazio” del 1968 prodotto, scritto e diretto da Stanley Kubrick, basato su un soggetto di Arthur C. Clarke.

Non parliamo poi del robot gigante di Robert Wise in “Ultimatum alla Terra”, del 1951, che con i raggi distruttivi scaturiti dagli occhi ha terrorizzato e cinefili di allora.

A proposito di Intelligenza artificiale, vi riporto quanto ho scritto nel mio ultimo libro “Nel futuro tra futuro e futuro”, saggio in uscita a fine maggio 2024, edito da Kairos, Napoli.

Quello che ho scritto può sembrare una provocazione, ma non vorrei inculcarvi pensieri negativi. Purtroppo quello che succederà nelle prossime decine di anni, nessuno lo può sapere. “Dai tempi della rivoluzione industriale, iniziata in Inghilterra a fine ‘700, è successo che, negli anni, i capannoni industriali pieni di operai si svuotassero per ospitare i macchinari; oggi, con l’intelligenza artificiale, si stanno svuotando anche gli uffici, e, computer e robot, tecnologie digitali sempre più sofisticate, con mansioni esecutive, controllano i macchinari che, sempre più sofisticati, portano avanti la produzione. Le strade delle città, anche nelle ore cosiddette lavorative, sono sempre più percorse, a piedi e in auto, da gente che va a passeggio, per la maggior parte con cani al guinzaglio; i centri commerciali sono sempre più affollati, e lavorano a pieno regime piscine, palestre, istituti di bellezza, campi di padel e calcetto.

Vediamo quali sono le differenze sostanziali tra uomo e macchina: così si esprime il prof. Franco Ferrarotti (che mi onora della sua amicizia), Sociologo di fama internazionale, Presidente onorario dell’Associazione Nazionale Sociologi ANS, nel suo saggio “Macchina e uomo nella società industriale”, Arcadia ed. 2024.

“L’uomo pensa, esiste, dubita. La macchina la si può accendere, spegnere, riaccendere.”

….. Esiste una possibilità che crescendo in modo esponenziale l’Intelligenza Artificiale, come afferma John Casti nel suo “Eventi X – Eventi estremi e il futuro delle civiltà”, il Saggiatore Mi 2012, si arriverà ad ottenere una forma di intelligenza superumana:

“…una macchina superintelligente che sfugge a ogni possibile controllo dell’uomo…… una specie di tecnologia “ostile”, i cui interessi confliggono con quelli di noi umili umani. In questa battaglia planetaria, potremmo essere noi a spuntarla, ma sarebbe meglio non provarci. ….. Una tecnologia che diventa violenta, dopo essersi evoluta oltre il controllo umano”.

Per finire, e spero di non avervi impressionati, dico che così va il mondo: noi esseri umani con la nostra intelligenza dobbiamo saper cavalcare la tecnologia; se non serve più l’apporto dei nostri muscoli, per sopravvivere bisognerà sempre più adoperare il cervello, studiare sempre e non soltanto in età scolare, essere attratti dalle novità e, a prescindere dall’età, non perdere nessun treno del progresso scientifico e tecnologico.

Guai; guai a chi, sentendosi arrivato, rifiuta gli aggiornamenti e lo studio, in breve verrà messo in un angolo e tenuto fuori dal progresso, fino a farlo sentire antiquato, superato e non più utile alla società in cui vive, della serie: “Fermate il mondo; voglio scendere”.

 

 

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