Litorale Russo, ma non dormo Ultim'ora

MA CONTA ANCORA L’ITALIANO?

di Ugo Russo

No, non l’italiano inteso come lingua, quella – forse e unica cosa- resta una delle più belle, se non la più bella, del mondo. Qui a essere messo in discussione è il valore dell’italiano come persona fisica che hanno fatto diventare di entità vicina allo zero, sballottato come una banderuola ai comodi di un governo che non dà alcuna affidabilità e che, quando si tratta di giustificare certi suoi e permetteteci di dire ricorrenti errori e magagne se la prende, infierendo sulla Croce rossa, sul popolo. Che, inebetito, non pare avere più la forza di reagire e subisce, subisce… Non può dire nulla, non può suggerire, deve solo abbassare sempre il capo e sottostare a quello che gli dice di fare un gruppo di reggenti che tali non dovrebbero farsi chiamare anche perché si sono eletti da soli. Non solo: questi “padroni del vapore” prima dicono una cosa, poi ne materializzano un’altra. L’ultima riguarda il caro-bollette; anche per una convenienza elettorale, è stato detto che sarebbe stato annullato o quanto meno differito a tempi migliori, successivamente, invece, è stato confermato e sono state fatte delle stime per cui ogni famiglia dovrebbe rimetterci di tasca propria circa 4-500 euro l’anno di media in più. A meno che non si abbia un Isee tale che un poveraccio del terzo mondo al contrario è un riccone. Presi pure per i fondelli, capito?

Molti, poi, chiedono notizie sul bollo. Vi ricordate che avevano detto che il pagamento non si doveva più fare? Sì? Andate a chiedere e se non lo pagate scattano pure le more. Che se fossero delle belle ragazze meridionali, per la serie “anche l’occhio vuole la sua parte”, farebbe piacere guardarle, no sono gli interessi! Non ci regalano proprio niente, state sicuri, per contro vogliono, vogliono, vogliono. Sono tornati assidui in televisione gli spot su argomenti che, in tema di aiuti economici, dovrebbero essere di assoluta competenza dello stato e, invece, facendoti creare pure degli scrupoli di coscienza, dicono: “Versa nove euro al mese” “Versa dieci euro al mese” “Fai un vitalizio”! ecc. Grazie. Quest’ultima parola, per la verità, non manca mai ma è detta da voce imperitura, bacchettante. Tutto questo mentre il nostro caro governo ha proferito: “A fine anno regaleremo quattro milioni e mezzo di dosi di vaccino al terzo mondo” (per noi ci sono?) ma ora vediamo uno spot che recita: “Regala un vaccino ai bambini africani”. Uno resta un attimo interdetto e poi capisce: “Quei 4,5 milioni li dobbiamo pagare con i soldi nostri!!!”. Aho!!!??? Questo fatto di continuare a considerare l’italiano un magnate, l’abitante della nazione più ricca della terra, che può spendere e spandere senza problemi non è mai stato e a maggior ragione ora non sta più né in cielo, né in terra. Ci avete rovinati, milioni e milioni di nostri connazionali vivono in regime di assoluta povertà e questo lo considerate o no? Da mesi, da anni contestiamo certi politici, certe psudo-istituzioni e ce li ritroviamo sempre là.

Con ancora le incertezze sulla pandemia, con i virologi che nonostante il divieto di apparire in televisione continuano ad imperversare smentendo uno le parole dell’altro e, quel che peggio, smentendo sé stessi in giorni diversi, il subentrato autunno, con alle viste tasse, pagamenti, lavoro sempre più traballante, sarà la vera cartina di tornasole del nostro stato di cose. Quel che è certo è che non si potrà programmare a priori il nostro futuro come si poteva fare una volta. Lo scopriremo solo vivendo, recitava una canzone del mitico Lucio Battisti.

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