Litorale Russo, ma non dormo Ultim'ora

Mamma, mormora la bambina… (2)

di Ugo Russo 

La scorsa settimana ci eravamo occupati, nostro assoluto malgrado, delle mamme assassine, che arrivano ad uccidere nelle modalità più efferate i loro bambini anche di pochi mesi di vita. Lo abbiamo dovuto fare perché è un fenomeno che sta montando in modo disarmante come se anche qui, alla stregua di altre vicende che una volta sopite sono uscite prepotentemente fuori, si creasse una moda sulle cose più brutte. Tutto questo in un mondo in cui tantissime donne farebbero carte false per avere un bambino, ci provano per anni e poi capita che vi devono rinunciare e invece ci sono genitori (anche i padri fanno ignobilmente la loro parte) che se ne liberano con efferata crudeltà. Dopo aver scritto di fatti italiani ora andiamo oltre confine, all’estero con accadimenti clamorosi, incresciosi, orribili dove non devi per forza sopprimere il piccolo/a con un’arma, un corpo contundente, mettendolo in un forno o in una lavatrice ma gli devi fare aspramente pagare comportamenti vergognosi del tuo modo di vivere. Come il primo caso che analizziamo e che ci viene riportato da Vénissieux, vicino Lione in Francia. Un bimbo di 6 mesi è stato trovato nudo in strada e i primi esami lo hanno indicato come positivo alla cocaina. Questo perché si è saputo che era stato allattato dalla madre tossicodipendente di 25 anni. Arrestati entrambi i genitori, anche l’uomo di 50 anni pure esso con una storia di tossicodipendenza ancora attiva. Dopo le opportune cure Il piccolo ora sta bene ma è il classico caso in cui si può dire che “è stato preso per i capelli” nel senso che, andando avanti le cose nel loro incedere peggiore Henry, il nome del bimbo, non ce l’avrebbe fatta, ammazzato anche qui in maniera indiretta ed ancor più brutale e dolorosa, impedendogli di affacciarsi, come avrebbe voluto, alla vita. A dare l’allarme è stato un passante che ha visto il padre del bambino, in evidente stato di alterazione, vagare per le strade a piedi nudi. Ciò che lo ha spinto a chiamare la polizia è stato il fatto che il verme teneva per i piedi il suo bambino. Subito trasportato presso l’Hôpital Femme Mère Enfant di Bron, il piccolo pare non presentasse tracce di abusi. Tuttavia, i risultati degli esami hanno rivelato proprio la presenza di cocaina nel sangue. Secondo i primi elementi dell’indagine, il latte materno potrebbe aver avvelenato il neonato.

Una donna di origine filippina che lavorava negli Stati Uniti come responsabile del servizio pulizie in una nave da crociera (per inciso, di quelle di lusso) ha lasciato morire la sua bambina di pochi mesi nascondendola nell’armadio della sua stanza per non far sapere che aveva la bimba, ergo, pensava, per evitare di poter perdere il posto di lavoro. In tal modo facendola restare sola per ore e ore e senza ristorarla e accudirla il giusto. Interrogata, la donna (ma sarebbe piuttosto il caso di chiamarla la macellaia, nell’accezione più schifosa del termine) ha dichiarato: “L’avevo lasciata in uno stipetto con l’armadio aperto, non pensavo potesse morire”. Sembrano le parole della pifferi ma nata nelle filippine! Ignobile scusa come spiegazione ricorrente. Non si pensa di avere un esserino, una meraviglia tra le braccia da accudire al meglio, da dargli tutto quanto e di più è nelle nostre possibilità. Si pensa prima a fare quello che risulta più comodo a sé stesse, il resto, compresi i figli, viene molto dopo. E si ricorre, poi, alla formula “non in grado di intendere e di volere”, le vogliono far passare tutte per matte ma chi lo sa, è l’aria, la vita che conduciamo che ci ha incrudito talmente tanto… Ma qualsiasi forma di giustificazione non c’è e non può assolutamente esserci. Ecco: il problema più grande è non rendersi conto delle conseguenze, in fondo sono creaturine indifese il cui senso di sopportazione è infinitamente superiore a quello di una persona adulta.

Come già raccontato pure in italia anche qui c’entra la lavatrice. Bimbo di 4 anni trovato morto all’interno del citato elettrodomestico: aveva lividi sul corpo. “Disturbava i suoi attuali genitori”. Secondo gli investigatori, il piccolo viveva con la giovane madre che aveva appena 16 anni quando lo ha dato alla luce; successivamente si era unita ad un altro uomo.  A denunciare la scomparsa di Artem è stato il nonno. Le ricerche in Siberia sono andate avanti per diversi giorni fino al drammatico ritrovamento. Il piccolo sarebbe stato ucciso dai genitori e la madre “minacciata di morte” dal compagno (che bella famiglia!) se avesse rivelato cosa era accaduto. Dopo l’omicidio (perché, poi, non si tratta sempre di un gesto istintivo ma non poche volte c’è pure la premeditazione!!!) il corpicino è stato occultato all’interno della lavatrice nel garage della casa. Artem era pieno di lividi quando è stato rinvenuto, due giorni dopo la denuncia di scomparsa da parte dell’anziano parente.

Torniamo negli Stati Uniti per raccontare questo altro orribile fatto. Una madre ha ucciso con un colpo di pistola la figlia di 9 anni per poi annegare l’altro figlio di due in una fontana di un resort. La donna, 36 anni, ha successivamente raggiunto, completamente fradicia, il distretto di polizia di Festus, nel Missouri, dove ha confessato il doppio delitto. «Una tragedia per la nostra comunità», ha detto lo sceriffo, Dave Marshak, il quale ha aggiunto che ci sarebbe anche un terzo figlio della donna (in questo caso non biologico), che è stato rinvenuto sano e salvo. La bambina, Scarlet, è stata trovata immediatamente dalla polizia perché la madre l’aveva portata con sé in macchina, sul sedile posteriore con una ferita di arma da fuoco: vani tutti i tentativi degli agenti di rianimarla. Isaac, il più piccolo, è stato invece dichiarato morto dopo che il suo corpo è stato recuperato a nuoto da un agente di polizia in una fontana del Timber Creek  a Festus. Il movente della tragedia rimane ancora da definire.

A fianco la madre assassina e i due splendidi figli: i piccoli, come tutti gli altri bambini, erano bellissimi e quegli occhi meravigliosi e sorridenti volevano significare che speravano in un futuro radioso. Sogni che non si potranno più avverare perché sono stati spezzati assieme alle loro vite in un pomeriggio di atroce follia. I figli sembrano essere diventati giocherelli su cui sfogare i propri istinti repressi, i momenti di arrabbiatura col il mondo intero, e anche, ci sarà pure questo, gli attimi in cui il cervello parte per la tangente. Ma no, però!!! Prendersela con degli esserini innocenti e indifesi è da vigliacchi e poi, quando si arriva a gesti estremi, da criminali.

Mamma, mormora la bambina… (2 – fine)

NON C’ERA PROPRIO BISOGNO – Papa Francesco perde consensi e certi atteggiamenti o frasi non sono sempre condivisi da tutti? Ed invece in certi momenti diventa anche spiritoso e tira fuori vocaboli che rendono perfettamente certe idee. Lui è il simbolo della Cristianità sulla terra, è colui su cui riporre le speranze acciocché qualcosa possa migliorare in un momento di assoluta incertezza e di paura. Ecco perché non doveva proprio scusarsi in un contesto in cui aveva espresso un’opinione (per altro in un momento conviviale e riservato) anche condivisibile da chi cerca di vedere le cose nel giusto modo e sono ancora tanti ma tanti milioni. Per tornare indietro magari ha dovuto pure raccontare una bugia e un Papa non può raccontare bugie, vero Santità? Non deve scusarsi con nessuno: continui piuttosto a darci la forza di andare avanti con il suo passo, questo ci darà qualche certezza in più.

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