di Danilo Di Pietro
Sarà ancora Meta Catania-Napoli la finale scudetto del campionato 2024/25. Un déjà vu che promette spettacolo, proprio come quello andato in scena al PalaCatania, gremito in ogni ordine di posto nonostante il caldo soffocante.
Il pubblico ha assistito a una semifinale memorabile, ricca di colpi di scena, cambi di risultato, espulsioni e ben 13 gol. Alla fine l’ha spuntata la squadra di casa, la Meta Catania, con un pirotecnico 8-5 sull’Ecocity Genzano, al termine di una vera battaglia sportiva.
Primo tempo rossoblù, Genzano ribalta tutto
La partita si apre nel segno dei padroni di casa: primo tempo dominato dai rossoblù, avanti 3-0 con le reti di Silvestri, Salomone e un autogol che indirizzano la gara. Ma nella ripresa tutto cambia.
L’Ecocity Genzano entra in campo con un’altra faccia, scegliendo subito la carta del power play. La strategia paga: Nem, Brunelli e un altro autogol riportano il match in parità sul 3-3.
Caos, espulsioni e colpi di scena
Poi arriva il primo episodio chiave: Salomone salva sulla linea un gol già fatto, ma lo fa con il braccio. Espulsione diretta e rigore trasformato da Micheletto, che però si lascia andare a un’espressione irriguardosa nei confronti di Timm, entrato proprio per provare a parare il penalty. L’arbitro non perdona: espulso Micheletto in seguito anche J.De Oliveira per doppia ammonizione.
La tensione contagia anche le panchine: volano parole e proteste, e gli arbitri decidono di espellere entrambi gli allenatori, Juanra e Marin.
Si riparte in 4 contro 4, e subito arriva un’altra perla: Turmena si inventa un gol al volo di tacco che vale il 4-4. Ma Genzano non molla e insiste col portiere di movimento, trovando il 5-4 con Siddi, ben appostato sul secondo palo.
Quando sembra fatta per i laziali, Pulvirenti nel finale del secondo tempo trova il pareggio: 5-5 e si va ai tempi supplementari.
Catania, cuore e freddezza: è finale!
La stanchezza comincia a farsi sentire, ma la Meta ha più energie. Arriva un altro autogol, poi ancora Turmena, stavolta su azione al volo, e infine Anderson chiudono i conti e fanno esplodere il PalaCatania.
A fine partita, una frase tra i corridoi sintetizza alla perfezione lo spettacolo vissuto:
Il calcio a 5 è così imprevedibile, folle e maledettamente affascinante…che solo il diavolo poteva ” inventarlo”
Si torna a sognare: la finale
Ora la testa va alla finale, che si disputerà ancora una volta al meglio delle tre partite:
21, 25 e, se necessaria, la “bella” il 28 giugno, sempre al PalaCatania.
Il copione è scritto: sarà un’altra battaglia. E con queste premesse, lo spettacolo è assicurato.
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