Litorale Russo, ma non dormo Ultim'ora

Meteo, ma non è una cosa seria

di Ugo Russo 

“Ma non è una cosa seria” è una commedia brillante, e se volete dell’assurdo, in tre atti, composta dal grande Luigi Pirandello. Rappresentata prima in teatro da tante compagnie, a cominciare da quella di Emma Gramatica nel 1918, in piena Prima guerra mondiale (Emma Gramatica, con le sorelle Irma e Anna è stata una delle più grandi attrici dell’epoca, famosa sul palcoscenico ma anche nel cinema, prima muto poi sonoro dai suoi esordi). Successivamente il lavoro è stato proposto in quattro film: nel 1936, regia di Mario Camerini, attori principali Vittorio De Sica ed Elisa Cegani; nel 1954, regia di Mario Landi con Ernesto Calindri; nel 1957 diretto da Daniele D’Anza con Gianni Santuccio; 1983 regia di Edmo Fenoglio con Tullio Solenghi. Fin qui pensiamo di aver fatto enorme piacere, e in ogni caso cosa gradita, agli appassionati soprattutto di cose molto antiche, specialmente di proscenio e mondo della celluloide. Ma andando a pensare e ripensare non abbiamo trovato frase che si abbinasse meglio, e nell’accezione più critica e negativa possibile, a quello che ci viene propinato da chi deve aggiornarci giornalmente sulle condizioni meteorologiche. Così è nato il titolo di oggi. Spesso, tra il serio e il faceto (molto più sul serio…) abbiamo commentato l’inesattezza, tranne rare eccezioni, di quanto ci veniva detto sul tempo, raccomandando, anzi, ai lettori di intendere l’esatto contrario delle parole degli esperti (!!!) del settore. Che, a parte qualche escamotage (esempio: “pioverà qua e là”, senza specificare dove, così ci prendevano sempre. Anche se in molti casi non ha piovuto neppure nella zona della ormai famosa “nuvola di Fantozzi”) hanno sbagliato pure con becere approssimazioni).

Torna alla mente uno veramente grande in questo campo, il colonnello Edmondo Bernacca (e citerei pure l’altro colonnello, Andrea Baroni): nei mitici anni ’60 cominciò per primo a dare le previsioni e non sbagliava quasi mai. Lui, sì, che poteva esprimersi solo alzando gli occhi al cielo per controllare la situazione. Nonostante questo erano molte di più le volte che ci azzeccava. Solo in una occasione sbagliò grossolanamente, quando consigliò a chi lo stava vedendo e ascoltando di organizzare un bel ferragosto al mare o in campagna perché sarebbe stata una splendida giornata. Ed invece, tuoni, fulmini, saette ed acqua a catinelle per tutta la giornata festiva, che obbligò la gente, che di lui aveva una immensa fiducia, a rientrare precipitosamente nelle proprie case. La sera apparve realmente contrito e non fece altro che scusarsi. Ma allora, quelli di oggi dovrebbero scusarsi ogni giorno ed invece non lo fanno mai. E più hanno la divisa, più sbagliano. Eppure, non dovrebbero assolutamente. Al Giro d’Italia di ciclismo del 2005 venne inaugurato il pullman attrezzato che doveva seguire la corsa rosa, definendo chilometro dopo chilometro la situazione del tempo di ogni tappa. Con l’emittente di stato ero al seguito della prestigiosa manifestazione ciclistica. Entro dentro questo pullman per farmi dare gli sviluppi e vedo parabole satellitari, cavi, roba da ultima generazione che mi sembrava una piccola Nasa. Tra me e me dico: “Questi altro che ogni chilometro, non potranno sbagliare ogni metro”. Il maggiore preposto alla bisogna dice: “Siamo a 40 chilometri dal traguardo e c’è un sole caldissimo a fronte dei 36 gradi percepiti. Fino al traguardo sarà sicuramente così e sulla linea di arrivo continuerà a splendere il sole. Ci colleghiamo in diretta con l’arrivo e c’era una bufera di acqua e grandine che Dio la mandava! Sono uscito di corsa dal pullman e ho lasciato il maggiore che ancora stava parlando…

Nel tempo (in tutti i sensi…) ci sono stati anche quelli che se non altro per una gran dose di simpatia sono stati gradevoli da seguire e da sentire. Alludiamo, per esempio, a un nome che abbiamo sempre apprezzato e capirete sicuramente di chi si tratta, anche per quel suo modo di porsi, con quel “Buonasera”, reclinando da un lato il capo. Pure lui, da un po’ di tempo a questa parte, sta notevolmente scadendo nell’azzeccare le previsioni. Lo vedi dappertutto, lo leggi dappertutto ma c’è quasi sempre difformità nelle sue congetture. In una trasmissione televisiva aveva promesso venti atlantici e uragani anche in Italia, ma dopo una settimana di caldo il conduttore gli ha chiesto spiegazioni che lui, arrampicandosi un po’ sugli specchi, ha cercato di attribuire a eventuali rinvii. Ma il massimo il colonnello lo ha toccato sul suo sito: in due link diversi, separati da un paio di notizie, ha parlato sul primo “di cicloni in arrivo e temperature in picchiata” e sul successivo “che bisognerà attendere ancora per il freddo, anzi tornerà il caldo africano”. Insomma, così ci indovina sempre. Non si sa come giustificare questi errori di valutazione visti i mezzi che questi signori hanno a disposizione, ma queste, in fondo, sono cose banali e a cui, comunque, non assegnare grande importanza. Se, su cose che contano veramente e mettono a serio repentaglio la salute umana, si continua a sbagliare. Vero virologi?

GLOBALIZZAZIONE ‘STA CIPPA! – La porca europa non ci aiuta, siamo sempre più soli ad accogliere migranti, alle belle parole di alcuni leader continentali non seguono mai i fatti ma anche noi, sulla distribuzione, continuiamo ad aprire falle insanabili. E’ il caso, ad esempio, di quel piccolo paese del nord, su cui un programma tv, ha fatto recentemente un servizio, che ha 46 italiani residenti e 150 immigrati!!! Non facciamo il nome altrimenti ce ne vanno altri…

Di questi 150 ci sono un’infinità di donne (e bambini) che non vengono mandate a lavorare dai loro mariti, i quali non hanno alcuna intenzione di parlare la nostra lingua e vivono di aiuti e sovvenzioni. A esprimersi in italiano sono soltanto i pochi bambini che vengono mandati a scuola. In paese la quasi totalità delle attività commerciali ha chiuso e c’è una netta separazione tra le due etnie. Diceva l’immenso, il meraviglioso Pelè:” E iammo iammo con mucho amor”.

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