di Arnaldo Gioacchini *
Ottima scelta fu quella del ministro dei Beni Culturali e del Turismo avv. Dario Franceschini, in questo caso insieme al ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, che dopo l’innegabile successo dell’Anno dei Cammini (2016) e di quello dei Borghi (2017), con un’altra azzeccata decisione, proclamò che l’anno 2018 fosse quello dedicato ad una delle eccellenze italiane incontrovertibilmente più vaticinate ed universalmente note nel mondo insieme ai nostri beni artistici: Il cibo “made in Italy”. Una scelta che sicuramente ha recato ulteriori benefici economici sociali e cognitivi al nostro Paese anche in considerazione, cosa poco nota al grande pubblico, del fatto che l’Italia vanta, ad oggi 2025, addirittura alcuni Patrimoni Mondiali dell’Umanità riconosciuti dall’UNESCO, ed anche in questo caso risulta essere la “medaglia d’oro” del settore come lo è veramente con i 60 Siti Patrimoni Mondiali dell’Umanità (seguita dalla Cina con 59) dell’ambito culturale ed ambientale iscritti nella speciale World Heritage List. Con il 2018 Anno del Cibo Italiano nel Mondo si puntò,in particolare, sulla valorizzazione dei riconoscimenti UNESCO (già in possesso dell’Italia) legati al cibo, come nello specifico la Dieta Mediterranea, la vite ad alberello di Pantelleria, i paesaggi della Langhe Roero e Monferrato, Parma città creativa della gastronomia e l’Arte della Pizza alla Napoletana iscritta nel 2017 nella speciale Lista del Patrimonio Orale ed Immateriale, stilata dalla suddetta importante Agenzia dell’ONU. UNESCO il quale nella stessa Lista, nel 2016, aveva inserito un altro Bene italiano di ben altra natura: “la Falconeria un patrimonio umano vivente”. Per quanto concerne la scelta di dedicare questo 2018 al Cibo Italiano nel Mondo, questo è ciò che fu intrapreso in proposito a livello istituzionale come riferì l’allora ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “Saranno attivate iniziative per far conoscere e promuovere, anche in termini turistici, i paesaggi rurali storici, per il coinvolgimento e la promozione delle filiere e ci sarà un focus specifico per la lotta agli sprechi alimentari. Lo stretto legame tra cibo, arte e paesaggio sarà il cuore della strategia di promozione turistica che verrà portata avanti durante tutto il 2018 attraverso l’ENIT e la rete delle ambasciate italiane nel mondo e permetterà di evidenziare come l’enogastronomia faccia parte del patrimonio culturale e dell’identità italiana”. Non si tratta di sottolineare solo i successi economici di questo settore, che nel 2025 ha toccato il record di export di 70 miliardi di euro, ma di ribadire il legame profondo tra cibo, paesaggio, identità, cultura. Martina dedicò l’anno del cibo ad una figura eccezionale come Gualtiero Marchesi, che incarnò davvero questi valori facendoli conoscere a livello internazionale. A Martina si aggiunse, in una bella inevitabile sinergia visto quanto il cibo è anche tanta cultura, il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini: “Dopo il successo del 2016 anno nazionale dei Cammini e del 2017 anno nazionale dei Borghi, il 2018 fu l’anno del Cibo Italiano nel mondo. Un’occasione importante per valorizzare e mettere a sistema le tante e straordinarie eccellenze e fare un grande investimento per quello della Cultura e dell’Agricoltura, l’Italia si è promossa anche l’immagine del nostro Paese nel mondo. Grazie alla bella collaborazione dei due ministeri, all’estero in maniera integrata e intelligente valorizzando l’intreccio tra cibo, arte e paesaggio che è sicuramente uno degli elementi distintivi dell’identità italiana”. Ed ora a Nuova Delhi nel 2025, presente anche il V. Presidente del Consiglio Tajani, tutta la Cucina Italiana ed è la prima volta nel mondo per chiunque, è Patrimonio Immateriale dell’UNESCO. Non sappiamo e non c’è la riprova che ciò che fecero, senz’altro a ragion veduta nell’interesse dell’Italia, all’epoca i due ministeri abbia giovato e portato a questo grande riconoscimento mondiale sta di fatto che la Cucina Italiana è, senza ombra di dubbio, la prima nel mondo e che questo totale Riconoscimento Internazionale dell’UNESCO, al di là dei se e dei ma, è totalmente ed assolutamente meritato.
*Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale

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