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Pandemia, quanti Vip ti sei portata via…

di Ugo Russo 

Ha fatto talmente tanti danni questo 2020 che (fortunatamente) sta finendo, che non sono pochi gli italiani che lo vorrebbero cancellare dalla memoria come se non ci fosse stato, passando direttamente dal 2019 al 2021. Forse solo chi ha realizzato il 6 ultramilionario al Supernalotto è contento che ci sia stato! Quando leggerete queste righe i decessi totali a causa di questo maledetto virus sfioreranno, e supereranno se non lo farete lunedì, i 70 mila ma il numero, purtroppo, è ben inferiore perché i dati veri, reali ce li hanno sempre nascosti. Tutte vittime che andrebbero menzionate, per nome e cognome, veri e propri eroi che si sono immolati a un qualcosa di orribile che ha colpito dapprima in modo silenzioso e poi sempre più repentinamente, portando alla morte in maniera oltremodo tragica e dettata da una sofferenza indicibile. Non possiamo nominarli tutti (come, per altro, meriterebbero), per motivi di spazio e poi perché i nostri cari politici e addetti (o disaddetti?) ai lavori non sarebbero neppure in grado di fornirceli, allora alziamo lo sguardo al cielo per ricordarli e ci limitiamo a menzionare, invece, quelli che in questo anno tragico e bastardo, hanno perso la vita ed erano conosciutissimi nei campi dell’arte, della cultura, dello spettacolo e dello sport. Parecchi non saranno deceduti in maniera precipua per il covid-19 ma certo questo virus che ha focalizzato su di sé tutte le cure prestate nei pronto soccorso, nelle terapie intensive e negli allestimenti e predisposizioni degli ospedali ha contribuito non poco almeno ad accelerare le dipartite per altre cause, cui non è stata prestata la dovuta attenzione. Ed era dal 1944 (76 anni fa…) che in questo 2020 in Italia non si registrava complessivamente un numero di morti così alto.

Comunque, andiamo a vedere chi ha lasciato la terra quest’anno dei cosiddetti “importanti”. Di molti la gente neppure lo sa, per il diverso modo di fare informazione che giocoforza (o volutamente?) si è modificato.

MEDICINA, ARTE, CULTURA E GIORNALISMO – In campo medico vorrei ricordare per primi, come doveroso, pur se importanti e fondamentali lo sono diventati per quello che hanno fatto negli ultimi, memorabili mesi della loro vita, tutti i medici e infermieri morti nel tentativo di salvare vite umane, in tal modo sacrificando la loro, di vita. In campo scientifico anche Stanley Cohen, biochimico e premio Nobel per la medicina.

Morti Philippe Daverio, storico dell’arte, capace di portare come pochi l’amore per questa forma dell’ingegno umano nelle case degli italiani; il filosofo (oltre che accademico e compositore) Emanuele Severino, uno dei più grandi filosofi del ‘900;  due scrittori di eccezionale lignaggio: John Le Carrè, pseudonimo di John David Moore Cornwell, maestro della spy-story e Luis Sepulveda, tanti romanzi di successo, il più famoso  Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volareE poi Terry Jones (anche attore e regista) e John Peter Sloan (insegnante in modo singolare della lingua inglese ed anche cabarettista)una vera strage tra i giornalisti, tutti di grande nome: Sergio Zavoli, Giampaolo Pansa, Gianni Mura, Roberto Gervaso, Franco Lauro, Gianfranco De Laurentiis, Giulietto Chiesa.

MUSICA, CINEMA E TEATRO – Deceduti in questo maledetto 2020 Mirella Freni, cantante lirica, Eddie Van Halen, musicista, il grande compositore e direttore d’orchestra Ennio Morricone, il pianista Ezio Bosso, Erminio Pepe Salvaderi, co-fondatore dei mitici Dik Dik, chitarrista e seconda voce del gruppo, Stefano D’Orazio, batterista dei Pooh e poi gli attori (tenetevi forte) Kirk Douglas, Flavio Bucci (il Ligabue televisivo), Franca Valeri, Sean Connery, Lucia Bosè (anche Miss Italia nel 1947).

LO SPORT – Il calcio la fa da padrone anche in questo caso. Sono morti, lasciando affranti i loro tifosi e tutto il mondo pallonaro (e non solo) Diego Maradona e Paolo Rossi. Soffermarsi ancora su tutto quello che hanno fatto e su chi sono stati è del tutto superfluo. Solo un aggettivo per ricordarli entrambi: IMMENSI. E poi altri grandissimi: Simoni (ottimo da giocatore, meraviglioso da allenatore), Corso (perno della grande Inter di Helenio Herrera e che inventò la punizione con pallone battuto “a foglia morta”), Anastasi (Petru u’ turcu del trionfo europeo del 1968), Sanz (ex presidente del Real Madrid), Prati (“Pierino la peste” col vizio del gol), Papa Diop (senegalese di soli 42 anni, uno dei più forti calciatori africani di ogni tempo), Maraschi (attaccante e campione d’Italia con la Fiorentina), l’ultimo in ordine di tempo quello meno famoso, Sacco (ma a dimostrazione di quanto siano ignoranti, dal punto di vista di voler ignorare le cose del passato dove, tra l’altro, vigeva il vero calcio, i giornalisti sportivi di oggi nessuno che abbia ricordato, oltre che fosse dotato di ottima tecnica, che dopo la sua più grande partita della carriera a Bologna dove giocò da Pallone d’oro, pur se aveva a fianco gente come Sivori…, che il suo allenatore Heriberto Herrera lo chiamò “il bimbo di ghiaccio”. E da allora si appiccicò addosso questo soprannome. L’ho ricordato solo io? Brr, come sono vecchio…

Nella boxe l’eterno Sandro Mazzinghi, straordinario Campione nel pugilato e nella vita.

E nel basket se ne sono andati Kobe Bryant (“Black mamba”, incidente con l’elicottero, tra i più grandi campioni Nba di sempre), Boris Kapò “Ciccia” Stankovic (giocatore ma, soprattutto, fantastico allenatore e dirigente. Tra le altre cose, in panca con l’Oransoda Cantù nel primo fantastico scudetto della storia dei brianzoli), Wes Unseld (leggenda dei Washington Bullets e Hall of fame della Nba).

Nel ciclismo Aldo Moser (ottimo corridore negli anni 50 e fino a metà degli anni 70).

Motori. Tra le due ruote Carlo Ubbiali (il “cinesino” o “la volpe”, se preferite; nove volte campione del mondo tra 125 e 250) e Stirling Moss (16 Gran premi di automobilismo vinti e quattro volte secondo nella classifica del mondiale).

Pallanuoto. E’ morto a 47 anni Tibor Benedek, ungherese, secondo molti il più grande rappresentante di questo sport di ogni epoca.

Atletica leggera. Un ottimo mezzofondista, Donato Sabia, potentino, più volte nazionale italiano, tanti record, soprattutto quello europeo dei 500 metri piani che ha detenuto per 29 anni.

Ed è giusto ricordare in uno spazio a parte Jole Santelli, per otto mesi Presidente della Regione Calabria.

In chiusura permettetemi di farvi tantissimi auguri di Buone feste, amici lettori de’ L’Ortica social. Saranno feste molto particolari queste, cerchiamo, comunque, di interpretarle e viverle nella maniera più consona e giusta, sperando proprio che ci potremo rifare tra 365 giorni. Anzi, già a Pasqua prossima… Tornerete a leggermi tra un anno… Tranquilli, da metà gennaio in poi.

Ad maiora!

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