Era il 18 luglio di 414 anni fa quando Caravaggio sbarcava sulla spiaggia di Palo, l’ultimo posto dove fu visto vivo. Dopo quattro secoli, pur non essendoci certezze sulla fine del grande pittore, abbiamo la conclamata conferma di storici e studiosi che Michelangelo Merisi nel 1610 approdò sulle sponde dell’attuale Ladispoli, inseguendo la speranza di essere stato graziato dal Papa e di non dover più fuggire per evitare la condanna a morte. Quello che accadde nelle ore successive non lo sapremo mai, del resto nemmeno le ossa di Caravaggio sono state mai trovate. In questa ricorrenza, tanto importante per Ladispoli, vogliamo rendere omaggio al saldo legame tra Michelangelo Merisi ed il territorio, celebrando una data che da qualche anno rappresenta un vero spartiacque nella storia stessa della città. Ormai è sufficiente digitare le parole Caravaggio e Ladispoli su un qualsiasi motore di ricerca per scoprire quanto sia diventato forte il legame. Una rivincita dopo lo scetticismo e l’ironia che accompagnarono sei anni fa gli eventi organizzati dal progetto “Sui passi di Caravaggio” e dalla delegata all’Arte del Comune di Ladispoli, Felicia Caggianelli. Convegni e mostre di copie museali realizzate da artisti locali che hanno ottenuto ampi consensi e vasta partecipazione di pubblico in tutte le città del Lazio dove sono stati effettuati. Tutto ebbe inizio alla fine di luglio di cinque anni fa con un convegno a Ladispoli, gremito da oltre 300 persone, in cui per la prima volta fu sollevato il dubbio sulla morte del Merisi a Porto Ercole (in alto la foto della locandina). Qualcuno disse che eravamo dei pazzi, dei sognatori, degli illusi. Siamo nel 2024 e possiamo scrivere che la battaglia è stata vinta, a Ladispoli per occuparsi del’ultimo approdo di Michelangelo Merisi sono arrivati ricercatori illustri come Alberto Angela che nel dicembre di quattro anni fa realizzò lo speciale “Stanotte con Caravaggio” nella zona del castello di Palo Laziale. O registi di fama come Michele Placido che più volte venne a Ladispoli per preparare il suo film “L’ombra di Caravaggio” che nel 2022 al botteghino in Italia ha incassato oltre due milioni di euro. Ha ottenuto 5 candidature e vinto 3 Nastri d’Argento, ricevuto 5 candidature e vinto 2 David di Donatello. E’ stato distribuito a livello internazionale. Nel finale del film Caravaggio viene ucciso nella fortezza di Palo Laziale, il suo corpo gettato in mare, un epilogo che offre una interpretazione differente da quella tradizionale di Porto Ercole. E, soprattutto, se leggete tutta la storia di Michelangelo Merisi su Wikipedia, trovate un passo importante in c’è scritto che “Nel 2012 tuttavia la tesi ufficiale della morte a Porto Ercole fu dibattuta da Vincenzo Pacelli, un professore dell’Università di Napoli ed esperto della storia del Merisi, sostenuto anche dallo storico dell’arte e divulgatore Tomaso Montanari. A conclusione di una rilettura di documenti dell’Archivio di Stato e dell’Archivio Vaticano, infatti, la morte sarebbe avvenuta direttamente a Palo di Ladispoli. Secondo Pacelli, il Caravaggio fu assassinato da emissari dei Cavalieri di Malta, un omicidio ordito per vendicare un’offesa arrecata a un alto esponente del Cavalierato e architettato con il tacito assenso della Curia romana”. Insomma la breccia su una verità racconta per oltre 400 anni è stata finalmente aperta, il territorio di Ladispoli ha il suo spazio nella rivendicazione dell’ultimo approdo e forse della morte di Michelangelo Merisi sulla spiaggia di Palo. E vogliamo pensare che questa tesi che viaggia controcorrente, oltre ad essere presa in considerazione dai nostri lettori, sarà forse apprezzata dallo stesso, irascibile ma unico, pittore lombardo. Ovunque si trovi ora.
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